Davvero nella Costituzione non si parla di antifascismo come dice La Russa?

Giacomo Andreoli

21/04/2023

21/04/2023 - 15:01

condividi

Il presidente del Senato e cofondatore di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, ha detto che nella Costituzione italiana non c’è alcun riferimento all’antifascismo. Si può dire che ha torto?

Davvero nella Costituzione non si parla di antifascismo come dice La Russa?

Nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo”. A dirlo è il presidente del Senato e cofondatore di Fratelli d’Italia (assieme a Giorgia Meloni), Ignazio La Russa. La dichiarazione sta scatenando le polemiche delle opposizioni, con Pd, Movimento 5 Stelle, Alleanza Sinistra-Verdi e Terzo Polo che parlano di frase inappropriata, sottolineando che l’essenza stessa della Costituzione italiana è l’antifascismo.

Questa frase, poi, arriva appena quattro giorni prima del 25 aprile, Anniversario della liberazione d’Italia e festa antifascista per eccellenza, nonché fondante della nostra Repubblica assieme al 2° giugno. La Russa ha spiegato che celebrerà il 25 aprile e metterà tutti d’accordo, ma quanto detto oggi rischia di spaccare in due l’opinione pubblica ancor prima delle celebrazioni.

Costituzione e fascismo, cosa ha detto il presidente del Senato La Russa

In un colloquio con Repubblica La Russa ha spiegato che nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo, aggiungendo poi: “Credo che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati, che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss”.

Quindi ha aggiunto che celebrerà il 25 aprile rispettando a pieno il suo ruolo istituzionale. Nell’agenda del presidente di palazzo Madama si legge che quel giorno andrà al campo di concentramento nazista di Theresienstadt (Praga).

I riferimenti all’antifascismo nella Costituzione

Nella Costituzione italiana non c’è espressamente la parola “antifascismo”, ma si vieta espressamente la rifondazione del partito fascista e la propaganda fascista. La XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana è quindi direttamente ed espressamente antifascista. Questo il testo della disposizione:

È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.

Due leggi danno poi attuazione a questa disposizione contenuta nella Costituzione. La prima è la legge Scelba del 1952, voluta dal governo De Gasperi. La seconda è la legge Mancino del 1993. Le norme completano il quadro, punendo le condotte riconducibili al fascismo e al razzismo.

Le radici antifasciste della Costituzione italiana

In ogni caso la Costituzione italiana, secondo tutti gli storici e giuristi italiani, nasce dal contrasto al regime fascista e dalla fondazione della Repubblica, dopo la fine della seconda guerra mondiale e un apposito voto referendario nel 1946.

Secondo Piero Calamandrei, uno dei padri costituenti e fondatori del Partito d’Azione (notoriamente lontano dalle posizioni comuniste) la Costituzione è “un testamento di centomila morti”.

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione - aggiungeva ai ragazzi e alle ragazze nelle scuole - andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione”.

Secondo Carlo Chimenti, noto costituzionalista scomparso nel 2017, “il contesto dal quale è stata prodotta la Costituzione ha conferito alla nostra Carta fondamentale uno spirito soprattutto ed irriducibilmente antifascista, poiché è innegabile che essa rappresenta l’esito della lotta vittoriosa che una minoranza di italiani aveva ingaggiato da vent’anni e più contro la dittatura fascista, e non già contro altre dittature contemporanee presenti in Europa; lotta alla quale, peraltro, i comunisti italiani avevano dato un contributo decisivo”.

Iscriviti a Money.it