Cos’era l’Unione Sovietica e chi ne faceva parte

Marta Zanierato

25/02/2022

26/02/2022 - 08:53

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La bandiera dell’ex Unione Sovietica sventola sui carri armati russi entrati a Kiev. Ma cos’era l’Urss e quali Paesi ne facevano parte? Ripercorriamo la sua storia.

Cos’era l’Unione Sovietica e chi ne faceva parte

Falce e martello di colore giallo su uno sfondo rosso. A Kiev, in questi giorni, viaggiano per le strade i carri armati russi e su di loro sventola questa bandiera, quella dell’Unione Sovietica. Per chi non lo sapesse, tale simbolo rappresenta il comunismo internazionale e l’ex Unione sovietica che oggi non esiste più. O almeno così dovrebbe essere. 

Putin non è d’accordo, ancora fedele e nostalgico a quella che era l’URSS dei tempi di Stalin, e per questo dà inizio a una guerra a 360 gradi, che include non solo le parole e le azioni, ma anche i simboli.

Vladimir Putin ha ammesso chiaramente che l’Ucraina “è parte della storia della Russia” e che Kiev non ha il diritto di esistere come stato autonomo e indipendente. Al tal proposito, Money.it ha intervistato Marco Di Liddo, senior analyst e responsabile del desk Russia di Ce.S.I., il quale in merito alla retorica di Putin secondo cui gli ucraini sono nostalgici dell’Unione sovietica, ha risposto che:

Gli ucraini si trovano in una situazione molto particolare, perché è vero che nel popolo ucraino c’è una piccola percentuale di nostalgici, ma stiamo parlando di una percentuale risibile rispetto al resto della popolazione. È come se qualcuno dicesse che noi italiani non vediamo l’ora di tornare sotto il fascismo perché ci sono poche centinaia di estremisti nostalgici.

Ma in che cosa consiste quest’Unione Sovietica non più esistente a cui Putin è tanto affezionato? Cos’è cambiato dai primi anni ’20 a oggi?

Urss: prima che tutto avesse inizio

30 dicembre 1922. Se stiamo cercando una data ufficiale per la nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, questa è quella giusta. Ma nessuna nazione né repubblica si costruisce in un giorno e infatti dobbiamo andare di qualche anno indietro per comprenderne meglio l’evoluzione dell’Urss.

Torniamo al 1917, allora. L’Impero russo stava combattendo ormai da tre anni la prima guerra mondiale ed era stremato. Escluse alcune vittorie sul fronte austriaco, le perdite inflitte all’Impero russo furono decisamente rilevanti: oltre sei milioni tra morti e feriti, la perdita della Polonia, dei Paesi Baltici e dell’Ucraina.

In quell’anno presiedeva il regime zarista di Nicola II, il quale, nonostante le evidenti condizioni del paese, non sembrava intenzionato a rinunciare all’autocrazia. Questo, è evidente, rappresentò un netto scollamento tra la realtà dello zar e quella del popolo: Nicola II aveva ormai perso del tutto il contatto con la realtà della Russia, al punto che anche molti degli alleati del regime capirono che solo l’uscita di scena dello zar avrebbe permesso allo Stato di rinascere. Ed ecco allora che, a Pietrogrado, lo zar venne costretto ad abdicare e venne instaurato un governo provvisorio.

La nascita dell’Urss: quali regioni ne fecero parte

 
Il governo provvisorio, instauratosi grazie a una prima rivoluzione (febbraio 1917), venne presto sostituito con una seconda rivoluzione (ottobre 1917) e con un governo bolscevico autoritario che si mantenne fino al 1922.
 
1922, questo è un altro anno molto importante perché subentrano due celebri figure, essenziali per la nascita dell’Urss. Pur non conoscendo bene i dettagli del loro orientamento politico, è certo che ognuno di voi avrà sentito nominare almeno una volta Lenin e Stalin.

Dopo il 1918, molti dei territori dell’Impero Russo si trasformarono in Repubbliche socialiste sovietiche. L’idea iniziale di Stalin puntava semplicemente a fondere tutte le altre repubbliche nella Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa con un governo centralizzato e una legislazione unica per tutti. Lenin si oppose ferocemente all’idea di uno Stato centralizzato, definendolo antidemocratico.

Suggerì, invece, che le repubbliche indipendenti si unissero sulla parità dei diritti, mantenendo i rispettivi governi. 
 
Ed eccoci di nuovo al 1922. L’Urss fu costituita il 30 dicembre 1922, quando venne approvato dal Primo Congresso dei Soviet dell’Unione Sovietica il Trattato sulla creazione dell’Urss (firmato tra la Federazione Russa, la Federazione Russa Transcaucasica, l’Ucraina e la Bielorussia).

Stalin: una nuova Urss

Il piano di Lenin durò poco. Questo morì due anni dopo, nel 1924, e ciò rappresentò un’occasione d’oro per Stalin per subentrare.

Stalin eliminò ogni opposizione interna e, liquidati i suoi avversari, impose le regole del nuovo ordine: abolizione totale della proprietà privata e collettivizzazione delle terre. Il partito prese il controllo della società e di ogni attività civile. Nel 1925 il Partito Comunista della RSFS Russa divenne il Partito comunista di tutta l’Unione (bolscevica), e Stalin ne divenne il Segretario Generale. 
 
Inizia la seconda guerra mondiale e l’Unione Sovietica ebbe un ruolo fondamentale nella vittoria degli alleati sulla Germania nazista, combattendo contro i tedeschi sul fronte orientale e occupando poi Berlino nella decisiva battaglia finale.
 
Tuttavia, il secondo dopoguerra mischia le carte in tavola e i rapporti delle due super potenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, cambiano decisamente. Infatti, i profondi contrasti sul piano politico, ideologico ed economico misero i due Paesi in posizioni opposte frantumando ogni rapporto.
 
Scoppiò così la guerra fredda che dura quasi mezzo secolo (1947-1989) ma che non sfociò mai in uno scontro militare vero e proprio.

Gorbaciov e la fine dell’Urss

A cercare di sistemare la situazione subentrò il segretario generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, Gorbaciov, che tentò un miglioramento attraverso un esteso piano di riforme:

  • rese la gestione delle informazioni più democratica;
  • lasciò più autonomia alle imprese;
  • e accelerò la loro produzione.

Tuttavia, da un lato l’apertura a una maggiore libertà di espressione causò un’ulteriore spinta di tutte le repubbliche socialiste, dall’altro le riforme calate dall’alto, che non prevedevano un piano vero e proprio, non fecero altro che aggravare la crisi economica.

Tale situazione decretò la fine politica di Gorbaciov e accelerò inesorabilmente il processo di disgregazione dell’Unione Sovietica.

Quali Paesi ne facevano parte? 

Da Costituzione, l’Unione Sovietica era una federazione con tante Repubbliche sovietiche che avevano il diritto di separarsi dall’Urss in qualsiasi momento lo volessero. Tuttavia, questo diritto non fu mai esercitato, almeno fino al 1991, quando cominciarono i primi abbandoni delle repubbliche baltiche, con l’istituzione degli stati indipendenti della Georgia, dell’Armenia, dell’Azerbaigian, della Bielorussia e della stessa Ucraina. Una situazione che di fatto portò al crollo dell’Urss.

Ecco, a proposito, una tabella che mostra come le repubbliche appartenenti all’Urss oggi sono dei Paesi indipendenti.

Repubbliche sovieticheStati indipendenti
RSS Azera Azerbaigian
RSS Bielorussa Bielorussia
RSS Estone Estonia
RSS Georgiana Georgia
RSS Kazaka Kazakistan
RSS Kirghisa Kirghizistan
RSS Lettone Lettonia
RSS Lituana Lituania
RSS Moldava Moldavia
RSFS Russa Russia
RSS Tagika Tagikistan
RSS Turkmena Turkmenistan
RSS Ucraina Ucraina
RSS Uzbeka Uzbekistan

Argomenti

# Russia

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