Cosa si può fare senza commercialista?

Caterina Gastaldi

11 Agosto 2022 - 10:58

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Esperto di fisco e per questo parte integrante della vita di molti esercenti, il commercialista è una figura utile, ma non indispensabile. Ecco cosa si può fare senza commercialista

Cosa si può fare senza commercialista?

Il commercialista è un professionista presente nella vita di molti: dei possessori di partite Iva, di aziende e imprese, di singoli cittadini che scelgono di rivolgersi a lui per la gestione dei propri affari fiscali e contabili.

Tuttavia, malgrado la presenza assai frequente anche all’interno della quotidianità, la maggior parte delle mansioni svolte da questa figura non richiedono obbligatoriamente la sua presenza, a livello teorico.

In realtà sono poche le situazioni per cui è obbligatorio rivolgersi a un dottore commercialista, ma per via della complessità e della continua evoluzione delle questioni in materia fiscale e contabile, poter contare sulla presenza di questa figura è fondamentale, soprattutto per chi manca della dovuta esperienza e conoscenza del settore.

È importante sottolineare, infatti, che poter fare a meno del commercialista non significa non richiedere una consulenza o supporto in caso di necessità.

Cosa fa il commercialista

Il dottore commercialista è una figura professionale che si occupa, principalmente, della gestione della contabilità per i propri clienti, cercando le soluzioni migliori per ridurre il prelievo fiscale, tutelando così il patrimonio, attraverso anche consigli e consulenze. Ci si può rivolgere a un singolo privato che lavora in proprio, oppure a studi di commercialisti.

Il consiglio è sempre quello di comprendere il livello e la tipologia di assistenza di cui si ha bisogno. Essendo il fisco e la contabilità due argomenti complessi, non è detto che un solo professionista sia in grado di fornire consulenze anche per questioni più complicate. Alcuni commercialisti, infatti, sono particolarmente esperti riguardo ad argomenti più rari, che non vengono comunemente trattati.

Aprire partita Iva senza commercialista

La maggior parte delle persone con partita Iva si affidano a un commercialista fin dal momento dell’apertura della stessa. Le ragioni in questo caso si possono trovare nel desiderio di avere una sicurezza in più e non commettere errori al momento dell’apertura, ma anche per avere la certezza di non dimenticare o sbagliare alcun passaggio.

Aprire una partita Iva può essere un processo autonomo per cui non è richiesta la presenza del commercialista. Bisognerà però:

  • identificare la tipologia di attività svolta, capire se sia necessario o meno aprire una ditta individuale, e scegliere il proprio regime, se forfettario o di altro tipo. In questo caso sarà anche necessario capire se si hanno i requisiti per potervi accedere;
  • scegliere il codice Ateco opportuno, scelta che può rivelarsi più complessa del previsto. In caso di errore, bisognerà provvedere alla sua correzione in tempi brevi;
  • compilare il modulo AA9/7, operazione che può essere fatta anche online, inserendo tutte le informazioni richieste;
  • occuparsi delle altre pratiche da inviare a chi di competenza, nel caso di apertura di una ditta individuale.

In seguito bisognerà anche iscriversi all’Inps o alla cassa professionale, per poter pagare i contributi previdenziali. Anche se questa operazione non fa strettamente parte dell’apertura della partita Iva, è comunque un passaggio obbligato nel momento in cui si sceglie di diventare liberi professionisti.

Gestione della contabilità

A parte coloro che rientrano nel regime forfettario, che ancora per un breve periodo hanno accesso a una versione semplificata degli obblighi che devono rispettare le partite Iva “classiche”, tutti gli altri non solo devono tenere la contabilità, ma hanno anche una serie di scadenze e comunicazioni da rispettare.

Tra queste ci sono, oltre al dovere di conservare le fatture e la tenuta dei registri Iva, anche le dichiarazioni Irap se si rientra nei requisiti necessari, quelle relative agli studi di settore, o, per esempio, l’Intrastat. Nel caso in cui si assumessero dei dipendenti, si avranno anche obblighi riguardanti le comunicazioni relative al proprio personale e adempimenti di diverso tipo.

Per quanto possa essere a livello teorico possibile muoversi senza il supporto di un commercialista, questa operazione può risultare particolarmente complessa anche per i più esperti, poiché richiede, oltre alle conoscenze di base, anche il tempo per poter gestire il tutto.

730 e dichiarazione dei redditi

La dichiarazione dei redditi è una di quelle operazioni che è possibile svolgere senza il supporto di uno specialista. In particolare questa scelta può essere fatta da coloro che ricevono il modello 730 precompilato, oppure che, anche utilizzando il modello redditi PF ed essendo possessori di partita Iva, sono a regime forfettario.

In questo caso sarà necessario:

  • collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate;
  • entrare nella propria sezione personale;
  • scaricare il software per compilare la dichiarazione (730 o PF);
  • procedere con la compilazione.

In alternativa al commercialista, ci si può rivolgere a un Caf per richiedere un supporto a un prezzo inferiore.

Perché rivolgersi a un commercialista

Le questioni di materia fiscale possono rivelarsi molto insidiose. Anche se esistono guide di diverso tipo online e offline, software in grado di semplificare alcuni adempimenti o la tenuta della contabilità, e tecnicamente non è obbligatorio rivolgersi a un commercialista in nessuna delle precedenti situazioni, potersi appoggiare uno specialista del settore si rivela spesso la scelta più saggia.

Il rischio di incappare in qualche problema o errore, dovendo quindi pagare al Fisco eventuali more e sanzioni, o rischiando di perdere bonus e informazioni importanti, è sempre presente. Un commercialista ha il dovere di seguire il suo cliente e aiutarlo a proteggere il proprio patrimonio.

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