C’è un piano dell’UE contro guerre e attacchi chimici. Ma nessuno ne parla

Donato De Angelis

15 Settembre 2025 - 10:35

In pochi ne parlano, ma l’Unione Europea si sta preparando a rispondere a crisi globali come pandemie, disastri naturali e minacce biologiche per garantire risorse essenziali ai cittadini.

C’è un piano dell’UE contro guerre e attacchi chimici. Ma nessuno ne parla

Immagina di svegliarti un giorno e scoprire che le farmacie sono vuote, i supermercati desolati e nessuno sa come garantire l’accesso alle risorse essenziali. Non si tratta di uno scenario apocalittico, ma di una possibilità che, nello scenario peggiore, potrebbe diventare realtà in tempi incerti.
L’Unione Europea sta preparando un piano strategico per affrontare queste e altre crisi potenziali, come pandemie, disastri naturali e attacchi biologici o chimici. Perché, se i rischi sono sempre presenti, è meglio essere pronti a tutto. D’altronde, “prevenire è meglio che curare”.

Con la sua HERA (Health Emergency Preparedness and Response), l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie nata nel 2021, la Commissione Europea è a lavoro per garantire che ogni Paese membro abbia le risorse necessarie per affrontare ogni tipo di emergenza, riducendo al minimo l’impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Ma cosa significa tutto questo, in pratica? E come l’Unione intende rispondere a minacce così devastanti?

Le minacce sotto la lente dell’UE

L’approccio della Commissione Europea si concentra su una strategia di preparazione alle crisi, con un coordinamento rafforzato tra i Paesi membri per affrontare le minacce sanitarie e geopolitiche future.

Le priorità in termini di minacce alla salute pubblica sono chiare: virus respiratori e a trasmissione da contatto, malattie causate da vettori o animali, la crescente resistenza agli antibiotici e attacchi chimici e biologici, pericoli particolarmente preoccupanti per la loro capacità di diffondersi rapidamente e di avere un impatto devastante su larga scala.

I virus respiratori, come quelli che hanno causato la pandemia di COVID-19, rappresentano una minaccia concreta, in quanto altamente contagiosi e con tutta la capacità di causare gravi crisi sanitarie. Anche la diffusione di malattie trasmesse da vettori come zanzare o altri animali, favorita dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento, è diventata una preoccupazione sempre più forte per la Commissione Europea. A questa si aggiunge la minaccia legata alla resistenza agli antibiotici (AMR), che potrebbe rendere i trattamenti medici meno efficaci, aggravando così le crisi sanitarie esistenti.

Ma non solo. L’Unione Europea ha intensificato gli sforzi per prepararsi a minacce biologiche e chimiche, come attacchi terroristici o incidenti industriali. A tal fine, la Commissione ha sviluppato un piano che include la creazione di contromisure specifiche che coinvolge non solo il settore sanitario, ma anche il settore della difesa, con un maggiore coordinamento tra forze armate e autorità civili per affrontare le crisi in modo tempestivo e con efficacia.

La chiave del piano UE contro le emergenze: una rete di solidarietà europea

Nel quadro della sua strategia, la Commissione Europea sta puntando sul miglioramento della preparazione alle crisi attraverso un rafforzato coordinamento tra gli Stati membri. L’obiettivo è garantire che le risorse essenziali come farmaci, attrezzature mediche e alimenti siano sempre disponibili in caso di necessità. Per farlo, occorre costruire una rete di solidarietà europea che possa rispondere rapidamente a eventi catastrofici come disastri naturali, pandemie o attacchi chimici.

In questo contesto, il piano prevede cinque aree chiave in cui si concentreranno gli sforzi per garantire una risposta efficace alle emergenze:

  • rifornimenti di emergenza: l’UE intende assicurarsi che siano prontamente disponibili attrezzature di base come tende, coperte e kit per la purificazione dell’acqua in caso di disastri naturali o altre crisi;
  • contromisure mediche: le misure includono la disponibilità di vaccini, medicinali e attrezzature sanitarie per rispondere a emergenze sanitarie;
  • materie prime critiche: le risorse vitali per l’industria, come metalli e altre materie prime, saranno stoccate e rese disponibili per garantire l’autonomia strategica dell’Unione;
  • sicurezza energetica: l’Europa si concentrerà sulla disponibilità di apparecchiature energetiche come generatori di corrente per garantire la continuità dell’approvvigionamento energetico durante le crisi;
  • sicurezza agricola e idrica: in caso di emergenze, sarà fondamentale avere piani per garantire l’approvvigionamento di cibo e acqua, riducendo il rischio di carestie e crisi idriche.

L’aspetto fondamentale del piano è la cooperazione tra i Paesi membri. La commissaria europea per la Gestione delle Crisi, Hadja Lahbib, ha sottolineato l’importanza di un approccio collettivo:

“Anche la preparazione costa, e con un buon coordinamento possiamo risparmiare denaro dei contribuenti”,

ha dichiarato. La solidarietà tra gli Stati membri sarà la chiave per rispondere rapidamente e in modo efficiente a qualsiasi emergenza, e la Commissione sta lavorando per assicurarsi che tutte le nazioni europee possiedano le risorse necessarie per far fronte alle sfide future.

Ma mancano i soldi

Sebbene le intenzioni siano chiare, una delle principali difficoltà nell’attuazione del piano anti-crisi dell’Unione Europea riguarda la mancanza di risorse economiche adeguate. La Commissione ha annunciato che, per il periodo 2021-2027, sono disponibili circa 5 miliardi di euro da programmi come EU4Health, Horizon Europe e rescEU, una cifra considerata insufficiente per garantire una risposta efficace a tutte le emergenze.

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