Attenzione a mangiare carne e uova. Dal 2026 saranno meno controllati

Andrea Fabbri

15 Novembre 2025 - 05:23

Brutte notizie per la sicurezza alimentare. L’UE ha annunciato che ridurrà i controlli sulla carne e sulle uova dal 1° gennaio 2026

Attenzione a mangiare carne e uova. Dal 2026 saranno meno controllati

Gli standard di sicurezza alimentare dell’Unione Europea sono tra i più alti del mondo. La severità dei controlli sui cibi che vengono prodotti e importati è massima e garantisce ai cittadini di portare in tavola alimenti sani e privi dei sostanze nocive.

Purtroppo, però, tutto questo potrebbe cambiare a partire dal 1° gennaio 2026. Con l’arrivo del nuovo anno entrerà in vigore il nuovo Regolamento di esecuzione (UE) 2025/2246 relativo alle frequenze dei controlli sui cibi.

Al di là degli aspetti tecnico-legali, significa che su alcuni alimenti ritenuti “sicuri” verranno effettuati meno test alla ricerca di elementi pericolosi come i metalli pesanti, le diossine, le micotossine e gli idrocarburi policiclici aromatici.

La brutta notizia è che in questo gruppo verranno inseriti carne e uova, due tipologie di cibo che negli ultimi anni non sono stati esenti da casi di contaminazione o procedure di produzione poco trasparenti.

Il nuovo regolamento riduce i controlli su carne e uova

La nuova normativa abbasserà la frequenza minima dei controlli su due degli alimenti più consumati in Europa: la carne e le uova.

Più nel dettaglio verranno controllate meno spesso le carni bovine, ovine, caprine, di pollame e suine non trasformate e le uova, sia di gallina che di altri animali.

Per le uova, inoltre, sparisce l’obbligo delle frequenza minima di campionamento del 10% per rilevare la presenza di metalli pesanti.

Perché si abbassa la frequenza dei controlli

Quello che stupisce di questa decisione, sono le motivazioni addotte dalla Commissione, basate sui dati raccolti e sulle esperienze degli ultimi anni.

Secondo i vertici UE le frequenze minime di controllo attuali su alcuni prodotti non sono adeguate, alla luce dell’“esperienza acquisita dall’applicazione del regolamento” che verrà modificato nel 2026.

Questo perché la Commissione sostiene che per quanto riguarda le carni non trasformate ci sono bassi rischi di mancato rispetto degli standard qualitativi UE e che, pertanto, è opportuno diradare i controlli sia su di esse che sulle frattaglie commestibili.

Discorso simile viene fatto per le uova, anch’esse considerate a un livello di rischio che non giustifica la frequenza di controlli attuale.

La questione sembra essere puramente tecnico-economica. I vertici dell’Unione hanno deciso di basare il nuovo regolamento sulla proporzionalità: se i dati raccolti negli ultimi anni mostrano bassi rischi di manipolazione è più produttivo diradare la frequenza dei controlli e di redistribuire risorse e competenze verso alimenti considerati più a rischio.

Una decisione difficile da comprendere

Il problema, purtroppo, è che carne e uova, come dimostra il recente scandalo della Francia, non sono esenti da contaminazioni.

A stupire in modo più significativo, però, è la decisione di dare un approccio puramente burocratico e amministrativo a una questione che riguarda la salute di milioni di cittadini.

Le contaminazioni non possono essere considerate semplici serie numeriche e sono spesso legate a fattori ambientali, a cattive pratiche di produzione degli alimenti e anche a errori umani o incidenti.

Riducendo il numero di controlli viene meno la capacità di intercettare le problematiche improvvise e con essa la possibilità di intervenire in maniera tempestiva prima che cibi contaminati possano finire sulle nostre tavole.

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