Cosa fare dopo la morte del debitore?

Ilena D’Errico

30/03/2023

30/03/2023 - 23:41

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Ecco quale procedura seguire per le azioni di recupero crediti in seguito alla morte del debitore: la possibilità di attaccare i beni ereditari o quelli degli eredi.

Cosa fare dopo la morte del debitore?

La procedura di recupero crediti può essere di per sé lunga e tortuosa e se a complicare le cose interviene anche la morte del debitore la strada potrebbe sembrare tutta in salita. È invece bene sapere che è possibile recuperare i propri crediti anche dopo la morte del debitore, cioè rifacendosi sugli eredi. In qualche caso, peraltro, il creditore potrebbe perfino trarre vantaggio da questo cambiamento di titolarità del debito, purché metta in atto la corretta procedura.

Individuare i possibili eredi del debitore

Prima di avviare la nuova procedura di recupero crediti è necessario individuare a chi è passato il debito con la morte del debitore. In tal proposito, bisogna sapere che i debiti passano agli eredi insieme al resto del patrimonio, in modo direttamente proporzionale alla quota di ognuno.

Pretendere il pagamento dalla persona sbagliata oppure dalla persona obbligata ma rispetto a un importo non corretto comporta una grande perdita di tempo, con i conseguenti disagi per il creditore. Ecco perché è importante capire per prima cosa quali sono i possibili eredi del debitore.

Ovviamente, non è possibile prevedere eventuali disposizioni testamentarie, le quali potrebbero anche favorire estranei o comunque parenti lontani. Ciò che è invece certo è la presenza di alcune persone, individuate dal Codice civile nei congiunti più prossimi, come eredi legittimari. Questi ultimi hanno sempre diritto a una parte dell’eredità, si tratta di:

  • Coniuge del defunto;
  • coniuge separato a cui non è stata addebitata la separazione;
  • figli del defunto (anche se adottivi o nati fuori dal matrimonio);
  • genitori del defunto (in mancanza di figli).

Queste persone sono necessariamente chiamate all’eredità e possono essere facilmente individuate richiedendo un estratto storico di famiglia presso il Comune di residenza del defunto. Questo certificato, infatti, può essere richiesto da qualsiasi persona interessata, purché si conoscano i dati dell’intestatario: nome, cognome, data di nascita e ovviamente luogo di residenza.

Una volta individuati i possibili eredi, attraverso i certificati di residenza è possibile rintracciare gli indirizzi presso i quali inviare le richieste di pagamento, compresi gli atti giudiziari e le diffide. A riguardo è bene procedere il prima possibile, così da evitare che intervenga la prescrizione.

La procedura, fino a questo momento, può essere svolta in completa autonomia oppure con l’assistenza di un legale. Se il nucleo familiare del debitore è rimasto compatto e stabile nel luogo di residenza, in effetti, non si tratta di un passaggio troppo complicato. Nel caso in cui, però, ci fossero delle difficoltà (ad esempio figli trasferiti all’estero) può essere utile l’aiuto di un’apposita agenzia investigativa.

Verificare l’accettazione dell’eredità

Rintracciare i chiamati all’eredità non è però sufficiente, perché i debiti (insieme al resto del patrimonio) passano agli eredi soltanto con l’accettazione dell’eredità. In tal proposito, bisogna sapere che la legge dà un tempo di 10 anni per accettare e che non è possibile per i creditori del defunto chiedere un accorciamento della tempistica.

In ogni caso, l’accettazione con beneficio d’inventario e la rinuncia possono essere controllate, dato che devono avvenire con atti formalizzati dal notaio oppure dal Cancelliere del tribunale del circondario di residenza del defunto. Con un controllo in Cancelleria è quindi possibile assicurarsi della questione, ma ciò non è comunque indispensabile per iniziare a richiedere il pagamento. Sarà il presunto erede a eccepire di non aver accettato l’eredità, eventualmente.

Avvio del recupero crediti contro gli eredi

Una volta appurati i debitori che sostituiscono il defunto è possibile intimare loro il pagamento tramite raccomandata a/r o Pec e in caso di insuccesso avviare una causa creditizia tramite il proprio avvocato. In tal proposito, è bene sapere che:

Ogni erede deve corrispondere una porzione del debito corrispondente alla propria quota;
i creditori del defunto, in virtù del diritto di prelazione, hanno priorità di soddisfacimento sui beni ereditari rispetto ai creditori dell’erede;
con l’accettazione con beneficio d’inventario sono attaccabili soltanto i beni ereditari.

Di conseguenza, se avviene l’accettazione pura e semplice (senza beneficio d’inventario) il creditore può rivalersi anche sui beni personali dell’erede, ipotesi che in alcuni casi si rivela maggiormente conveniente.

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