Coronavirus, partite IVA chiedono reddito di quarantena: ipotesi indennizzo di 500 euro

Anna Maria D’Andrea

12/03/2020

17/06/2020 - 12:19

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Coronavirus, i titolari di partita IVA chiedono un reddito di quarantena per superare la crisi economica generata dall’emergenza sanitaria. Dal Governo arriva l’annuncio di un indennizzo pari a 500 euro con il decreto atteso entro il 13 marzo 2020.

Coronavirus, partite IVA chiedono reddito di quarantena: ipotesi indennizzo di 500 euro

Coronavirus, reddito di quarantena per le partite IVA costrette a chiudere o rallentare la propria attività.

Arriva unanime da parte dei lavoratori autonomi la richiesta di un aiuto da parte dello Stato a copertura delle evidenti ricadute economiche causate dall’emergenza coronavirus.

L’attesa da parte di professionisti, lavoratori autonomi, così come per imprese e lavoratori dipendenti, è tutta sul nuovo decreto economico che il Governo dovrebbe approvare venerdì 13 marzo 2020.

Il totale delle risorse che verranno utilizzate è pari a 12 miliardi di euro, circa la metà dei 25 miliardi stanziati per l’emergenza coronavirus.

Le ricadute economiche per le partite IVA saranno notevoli, e dal Governo è arrivato l’annuncio di un possibile indennizzo per i lavoratori autonomi pari a 500 euro.

Coronavirus, partite IVA chiedono reddito di quarantena: ipotesi indennizzo di 500 euro

Prima in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ora in tutta Italia: i titolari di partita IVA premono sul Governo affinché venga introdotto in loro favore quello che viene definito reddito di quarantena, un sussidio economico volto a coprire, seppure in parte, i cali di fatturato causati dall’emergenza coronavirus.

Il Covid-19 sta mettendo a dura prova non solo il sistema sanitario ma l’intera economia del Paese. Stare a casa e serrare le saracinesche vuol dire per molti titolari di partita IVA fare i conti con un inevitabile periodo di “magra”.

Se da un lato sembra ormai certa la proroga delle scadenze fiscali, accanto ad ulteriori misure a garanzia della liquidità di famiglie ed imprese, come la sospensione dei mutui, pochi dettagli vi sono attualmente su eventuali indennizzi per le partite IVA costrette a bloccare la propria attività.

A chiedere l’introduzione di un reddito di quarantena per le partite IVA è la Vice Presidente della Camera, Mara Carfagna. Sono commercianti, artigiani, piccoli imprenditori, precari e freelance a pagare lo scotto maggiore dell’emergenza coronavirus.

A supportare la proposta anche Confimprenditori, secondo cui il reddito di quarantena per le partite IVA sarebbe un aiuto legittimo per i lavoratori autonomi che, “in questi mesi, lavorando e pagando le tasse, hanno permesso ad altri più sfortunati di usufruire per esempio del reddito di cittadinanza”.

La tutela della salute pubblica, con le necessarie restrizioni alle libertà personali imposte dai diversi decreti emanati per ridurre i contagi da coronavirus, rischiano di portare al lastrico i lavoratori autonomi che, a differenza dei dipendenti, non beneficiano di particolari misure nel caso di perdita del lavoro.

Alle richieste dei titolari di partita IVA risponde il Governo, che annuncia la possibile introduzione di un indennizzo pari a 500 euro.

Partite IVA, indennizzo di 500 euro per l’emergenza coronavirus

Il decreto economico da 12 miliardi atteso domani 13 marzo 2020 potrebbe introdurre un indennizzo pari a circa 500 euro per i titolari di partita IVA.

Se ne era già parlato negli scorsi giorni ed oggi la conferma è arrivata dal Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che non ha tuttavia parlato di misure certe.

Una sorta di reddito di quarantena una tantum , insomma, il cui calcolo dovrebbe essere effettuato in considerazione del calo di fatturato registrato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Anche i lavoratori autonomi potranno accedere al bonus baby sitter, così come alla sospensione del mutuo. Verso la sospensione anche le scadenze fiscali ed il versamento dei contributi.

Sono queste le prime anticipazioni sulle misure che dovrebbero trovare spazio nel corposo decreto del Governo. Quel che è certo è che, a fronte di un periodo di crisi e sacrifici, servono segnali forti per ridare fiducia ad imprese, professionisti e consumatori.

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