Coronavirus USA: previsioni shock da 300.000 morti

Violetta Silvestri

07/08/2020

13/04/2021 - 11:00

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Gli Stati Uniti sono ancora al primo posto mondiale per numero di contagiati e anche i decessi continuano a salire. Cosa aspettarsi? Le previsioni sono pessime e parlano anche di 300.000 morti. Ma c’è ancora qualche speranza per gli USA

Coronavirus USA: previsioni shock da 300.000 morti

Stati Uniti sempre osservati speciali per il numero di contagiati dal coronavirus.

Anche se nel mondo l’epidemia avanza a grandi ritmi in diverse zone, dal Sud-Est asiatico al Brasile, fino all’India, al Sudafrica e all’Europa dell’Est, la grande potenza globale resta al primo posto per numero di positivi.

Con i suoi oltre 4 milioni di contagiati e i decessi che hanno superato la soglia dei 160.000, lo scenario si aggrava per gli USA.

Mentre Trump si appresta ad affrontare una spinosa campagna elettorale per le presidenziali, cercando di smorzare l’allarme epidemia e lanciando dubbie promesse su un vaccino in tempi stretti, le previsioni parlano di 300.000 morti entro dicembre.

USA: incubo 300.000 morti per COVID

Il bilancio delle vittime COVID negli USA potrebbe essere davvero drammatico entro la fine dell’anno.

Secondo alcuni ricercatori, infatti, entro il 1° dicembre prossimo i morti per l’epidemia si potrebbero avvicinare a 300.000. Un numero spaventoso, al quale nessuna stima neanche la più pessimistica, aveva mai pensato finora.

Eppure, l’Institute for Health Metrics and Evaluation non ha negato questa terribile possibilità, sottolineando che, nella precisione, 295.011 persone potrebbero perdere la vita dopo essere stati contagiati dal coronavirus negli USA.

Come ha affermato il direttore di IHME, Dr. Christopher Murray, la speranza è che questa proiezione non diventi mai realtà.

Ci sono modi per evitare tale scenario, perché: “Il comportamento delle persone ha una correlazione diretta con la trasmissione del virus e, a sua volta, con il numero di morti.”

Secondo lo studio, infatti, se il 95% degli statunitensi indossasse mascherine, il numero diminuirebbe a 228.271 morti e si potrebbero salvare più di 66.000 vite.

Murray ha dichiarato alla CNN che il suo team ha basato gli studi sugli effetti dell’uso delle mascherine e la migliore stima è che possono ridurre la diffusione del 40%.

Un punto dolente, quest’ultimo per gli Stati Uniti. Solo ultimamente Trump si è fatto vedere in pubblico con la protezione per il viso e ha invitato la popolazione a fare altrettanto, spronando all’uso delle mascherine in nome del patriottismo.

Epidemia USA: cosa succederà?

La previsione shock è arrivata lo stesso giorno in cui i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno pubblicato una stima d’insieme che prevede 181.031 morti entro il 29 agosto.

Il focus è su Hawaii e Porto Rico, dove dovrebbero verificarsi degli aumenti nei contagi. Più plausibile, invece, una diminuzione in Florida, Mississippi, New Mexico, Isole Marianne Settentrionali, Ohio, Texas, Vermont e le Isole Vergini.

In questo contesto di grande incertezza, Anthony Fauci è tornato a dare indicazioni importanti: “Possiamo essere giù a novembre ... se facciamo le cose correttamente, e se iniziamo subito”.

Il massimo esperto statunitense ha fatto riferimento alle regole basilari, troppo sottovalutate in alcuni Stati, come lavarsi le mani, mantenere il distanziamento e usare le mascherine.

Il bilancio coronavirus USA è già pessimo. Tuttavia ci sono ancora flebili speranze che non tracolli del tutto.

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