Modello 730/2023 a debito con due CU? Ecco perché si paga di più

Patrizia Del Pidio

20/02/2023

20/02/2023 - 12:06

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Per chi riceve due o più CU il rischi di trovarsi a pagare un debito Irpef con il modello 730/2023 è molto alto. Vediamo perché e cosa bisogna fare per evitarlo il prossimo anno.

Modello 730/2023 a debito con due CU? Ecco perché si paga di più

Avere due o più Certificazioni Uniche porta ad un alto rischio di conguaglio a debito nel modello 730/2023. Si tratta di una cosa che non sempre i contribuenti mettono in conto quando svolgono un doppio lavoro o cambiano datore di lavoro nel corso dell’anno. O anche quando, dopo aver perso il lavoro, percepiscono indennità di disoccupazione. Ma è più comune di quanto si pensi.

E anche se la stagione della dichiarazione dei redditi non è ancora definitivamente iniziata, molti sono i lavoratori che si troveranno a dover fare i conti con la necessità di versare una quota aggiuntiva di Irpef rispetto a quanto già pagato mensilmente in busta paga.

Ma in quali casi si corre il rischio che il modello 730/2023 evidenzi un debito Irpef? Può accadere in particolare ai lavoratori che si sono trovati in uno dei seguenti casi nel corso del 2022:

  • in Naspi;
  • in cassa integrazione;
  • chi ha cambiato lavoro nel corso dell’anno.

Sono tutti casi che comportano per il lavoratore il fatto di ricevere più di una certificazione unica, l’ex modello CUD. Perché?

Di norma, proprio con la CU, l’ex modello CUD necessario per la compilazione del modello 730, il datore di lavoro che opera come sostituto d’imposta effettua il conguaglio Irpef sulle somme percepite dal contribuente (solitamente nel mese di dicembre).

Quando tuttavia si è titolari di due redditi erogati da due datori di lavoro o enti diversi che non vengono conguagliati, sarà in sede di dichiarazione dei redditi che sarà calcolato l’importo esatto delle tasse dovute e molto spesso ci si troverà a dover pagare di più.

Questo perché i redditi percepiti saranno sommati e si verificherà una sorta di “effetto a cascata”: oltre ad essere ricalcolato l’importo Irpef dovuto sul reddito, si potrà perdere il diritto al trattamento integrativo ex bonus Renzi e a molte delle detrazioni fiscali riconosciute in busta paga.

Cerchiamo di capirci di più.

Modello 730/2023 a debito con due CU: ecco perché si paga di più

I contribuenti che hanno ricevuto due o più CUD saranno obbligati a presentare il modello 730/2023 ai fini sia di dichiarare l’importo dei redditi percepiti che per il calcolo esatto dell’Irpef dovuta.

In questo caso si rientra, infatti, tra i soggetti obbligati a presentare il 730, ma soltanto qualora l’imposta dovuta risulti superiore a 10,33 euro.

Come abbiamo già anticipato, se durante l’anno si hanno più datori di lavoro o si percepiscono assegni dall’INPS (come la disoccupazione o una pensione) il conguaglio finale del 730 risulterà molto probabilmente a debito e sarà necessario effettuare il versamento dell’Irpef precedentemente non conteggiata.

L’Irpef, ovvero la tassa sul reddito che pagano lavoratori dipendenti e pensionati, è l’imposta progressiva per eccellenza. Dal 2022 la nuova Irpef, modificata dalla Legge di Bilancio 2022, è strutturata in quattro aliquote e quattro scaglioni di reddito che vanno da 0 a 50.000 euro.

I quattro scaglioni Irpef 2022 e le aliquote in vigore ad oggi sono i seguenti:

Scaglioni Irpef 2022 Reddito Aliquote Irpef 2022
1° scaglione 0-15 mila euro 23%
2° scaglione 15.001 euro-28 mila euro 25%
3° scaglione 28.001 euro-50 mila euro 35%
4° scaglione oltre 50 mila euro 43%

Quando, una volta presentato il 730, i redditi contenuti nelle due o più certificazioni uniche (modello CU 2022) vengono sommati, è chiaro che l’Irpef dovuta spesso aumenterà perché gli importi saranno tassati insieme e non più separatamente.

I redditi ai fini Irpef, infatti, vanno presi sempre nel loro totale complessivo e mai separatamente, uno per uno. Ed è proprio per questo che ci si ritrova ad avere un conguaglio a debito.

Proviamo a fare qualche esempio per capirci meglio.

Più Irpef con due o più CU: ecco perché

Prendiamo il caso di un lavoratore dipendente che, nell’anno, ha lavorato per sei mesi presso un datore di lavoro e per altri sei mesi presso un’altra azienda. Le due CU consegnate dai sostituti d’imposta nel 2023 riportano redditi pari nel primo caso a 10.000 euro e nel secondo caso a 7.500 euro.

In questo caso, come evidenziato nella certificazione unica, ciascun datore di lavoro avrà calcolato l’Irpef sul reddito da lui erogato e certificato e la situazione sarà la seguente:

  • il primo datore di lavoro avrà applicato sui 10.000 euro di reddito l’aliquota Irpef del 23%, con un totale di imposta lorda pari a 2.300 euro;
  • il reddito erogato dal secondo datore di lavoro, invece, rientra nella no tax area e pertanto sui 7.500 euro certificati nella seconda CU non sono state trattenute imposte.

Cosa accade in sede di presentazione del modello 730? Bene, il reddito (che non è stato conguagliato dall’ultimo datore di lavoro), verrà sommato e la base imponibile per il calcolo Irpef sarà pari a 17.500 euro.

Il conguaglio del modello 730/2023 sarà quasi sicuramente a debito, in quanto non solo saranno tassate anche le somme precedentemente esentate ma anche perché il reddito imponibile supererà la prima aliquota del 23%, che si applica sui redditi fino a 15.000 euro.

In questo caso, quindi, il calcolo Irpef dovrà essere effettuato nella seguente modalità:

  • 23% fino a 15.000 euro;
  • 25% da 15.001 a 17.500 euro.

Nel nostro esempio di lavoratore con due CU, l’imposta dovuta a conguaglio è pari a 4.075 euro, con un debito di 1.775 euro di Irpef nel modello 730.

Per dovere di chiarezza si specifica, tuttavia, che l’Irpef è abbattuta da una serie di detrazioni, le più importanti delle quali sono quelle per lavoro dipendente e per carichi di famiglia che qui non sono state considerate e che spesso danno diritto ad un rimborso Irpef a partire dal mese di luglio.

Allo stesso modo, si ricorda che ad aumentare il peso del fisco sui redditi dei contribuenti italiani si aggiungono le addizionali regionali e comunali Irpef, che verranno anch’esse conteggiate in sede di conguaglio fiscale nel modello 730.

Modello 730/2023 a debito con più CU e trattamento integrativo ex bonus Renzi

Un ulteriore caso in cui il 730 potrebbe risultare a debito nel caso di più CU - e quindi più redditi percepiti nel corso dell’anno - è legato all’ex bonus Renzi.

Il bonus Irpef di 80 euro (meglio noto come Bonus Renzi) è stato abolito da luglio 2020 e sostituito da un nuovo bonus pari a 100 euro, erogato in busta paga ai titolari di reddito da lavoro dipendente non superiore a 28.000 euro.

Nel 2022, il trattamento integrativo per il taglio al cuneo fiscale ha subito nuove modifiche seguendo queste regole:

  • credito Irpef in busta paga, per i lavoratori con redditi fino a 15.000 euro;
  • bonus riconosciuto anche a redditi tra i 15.000 e i 28.000 mila euro, ma solo nel caso che determinate detrazioni siano superiori all’imposta dovuta.

Quando nel corso dell’anno si hanno due o più rapporti di lavoro, ciascun datore di lavoro (salvo specifica indicazione da parte del lavoratore) erogherà il bonus Renzi sulla base delle informazioni reddituali da lui possedute.

Se, in sede di conguaglio 730 il reddito dovesse risultare superiore al limite previsto per l’erogazione del bonus, sarà necessario restituire la somma non spettante, in tutto o in parte.

Doppia CU e cassa integrazione

A trovarsi a dover fare i conti con il rischio di dover versare più tasse dopo aver presentato il modello 730/2023 vi sono anche i tanti lavoratori in cassa integrazione nel corso del 2022.

In tal caso, avendo percepito somme da due sostituti d’imposta, è plausibile che non sia stata applicata la corretta aliquota Irpef. La conseguenza è che in molti casi, il modello 730 potrebbe evidenziare un debito d’imposta.

Pertanto chi ha percepito due o più certificazioni uniche non conguagliate dovrà verificare se l’Irpef che è stata applicata alla somma dei redditi è inferiore a quella dovuta: in tal caso sarà in sede di dichiarazione dei redditi che verrà effettuato il calcolo esatto dell’imposta.

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Briooo1991

Luglio 2019

Ma se le trattenute IRPEF vengono calcolate mensilmente dal datore di lavoro, sostituto di imposta, considerando che lo stipendio percepito quel mese sia equivalente a quello percepito per 13 mensilità, come è possibile che cambiando lavoro ed andando a lavorare percependo la stessa RAL del lavoro precedente ci sia un debito di 2000 €?

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