Congedo straordinario, importo 2023: quanto spetta, limiti e cosa si perde

Simone Micocci

13 Marzo 2023 - 15:27

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Congedo straordinario, nuovo limite Inps: ecco quanto spetta quest’anno (e cosa non viene riconosciuto nei giorni di assenza).

Congedo straordinario, importo 2023: quanto spetta, limiti e cosa si perde

Per l’indennità di congedo straordinario, strumento riconosciuto ai sensi della legge 104 alle persone con disabilità, come pure a chi necessità di assistere una persona disabile, importi e limiti sono soggetti ogni anno a rivalutazione.

Anche per la paga riconosciuta nei giorni di assenza per congedo straordinario, quindi, l’importo è legato all’andamento del costo della vita, come del resto vale per le pensioni e altri trattamenti assistenziali.

Allorché qualcuno potrebbe obiettare dicendo che in realtà il congedo straordinario è legato allo stipendio, in quanto il vantaggio di tale strumento è che nei giorni di assenza la retribuzione viene corrisposta al 100%. Ed effettivamente sarebbe così se non fosse che l’indennità in oggetto è pari al 100% dello stipendio solo quando quest’ultimo non supera una certa soglia, che appunto viene rivista ogni anno in base all’andamento dell’inflazione.

I nuovi importi riferiti al 2023 sono stati comunicati dall’Inps con la circolare n. 11 del 1° febbraio 2023, sia per quanto riguarda il limite massimo entro cui viene pagata per intero come pure per la soglia entro cui ne viene riconosciuta la relativa contribuzione figurativa.

Alla luce delle ultime novità, quindi, è bene aggiornare la guida su quanto spetta nel periodo di aspettativa per congedo straordinario legge 104 in particolare per quanto riguarda limiti e importi.

Come si calcola

La regola generale vuole che per il calcolo dell’indennità spettante per il congedo straordinario si prenda in considerazione l’ultima retribuzione base.

Attenzione, ciò non significa che bisogna guardare all’intera busta paga. Infatti, l’Inps nel quantificare l’importo dell’indennità sostitutiva di congedo straordinario terrà conto solamente della retribuzione base, al netto dunque di tutti gli emolumenti variabili presenti nell’ultimo cedolino paga.

Come anticipato, durante il periodo indennizzato spetta il 100% della retribuzione base. Escludendo straordinari, premi di produzione e altre maggiorazioni, dunque, lo stipendio del dipendente che sceglie di assentarsi dal lavoro per prestare assistenza a un familiare con disabilità grave ai sensi della legge n. 104/1992 è più o meno simile a quello pagato nei periodi lavorati.

Importo massimo 2023

Esiste però un importo massimo oltre cui l’indennità di congedo straordinario non può andare. Tale massimale viene rivisto ogni anno; per il 2023 bisogna fare riferimento a quanto indicato nella circolare Inps n. 11/2023.

Nel dettaglio, la circolare ci ricorda quanto previsto dall’articolo 42, comma 5, del D.lgs n. 151/2001:

Durante il periodo di congedo, il richiedente ha diritto a percepire un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione, con riferimento alle voci fisse e continuative del trattamento, e il periodo medesimo è coperto da contribuzione figurativa; l’indennità e la contribuzione figurativa spettano fino a un importo complessivo massimo di euro 43.579,06 annui per il congedo di durata annuale. Detto importo è rivalutato annualmente, a decorrere dall’anno 2011, sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.

A tal proposito, tenuto conto dell’ultimo aggiornamento sul costo della vita riportato dall’Istat, ne risulta per il 2023 un tetto massimo del congedo straordinario, sia per l’indennità che per la contribuzione figurativa, pari a 53.687 euro.

Cosa si perde?

Come visto sopra, nel calcolo dell’indennità di congedo straordinario non vanno considerati tutti quegli elementi che non sono fissi nella busta paga e che dipendono dall’effettivo lavoro svolto.

Ad esempio, non saranno presi in considerazione straordinari, ferie, eventuale tredicesima e quattordicesima corrisposti mensilmente al lavoratore, indennità di malattia, indennità di trasferta, indennità per lavoro notturno e tutti gli altri emolumenti variabili.

Per questo motivo quanto percepito nei giorni coperti dal congedo straordinario potrebbe essere più basso dell’importo solitamente indicato in busta paga. Senza dimenticare poi che il massimo che può essere erogato è pari a poco più di 53 mila euro l’anno, quindi chi guadagna di più di questa cifra dovrà mettere in conto di dover rinunciare a una parte dello stipendio.

Oltre a questo, è bene sottolineare che nel periodo di congedo non vengono maturate ferie, tredicesima e quattordicesima e che il periodo in questione non viene computato neanche per il calcolo del trattamento di fine rapporto.

Fino a quando viene pagata?

Concludiamo ricordando che ogni lavoratore ha diritto a un massimo di 2 anni di congedo straordinario. È importante sottolineare, a proposito, che tale limite vale sia per la persona che si assiste che per chi usufruisce del congedo. Spieghiamo meglio:

  • il lavoratore può usufruire di massimo 2 anni di congedo anche quando ha necessità di assistere più persone disabili. Dunque, Tizio richiede 2 anni di congedo per assistere Caio. Non potrà più chiedere altri giorni di congedo, neppure se necessita di assistere Sempronio, anch’esso disabile grave;
  • per ogni persona disabile grave si hanno a disposizione al massimo 2 anni di congedo, anche quando l’assistenza viene effettuata da due persone differenti. Ad esempio, Tizio disabile grave, prima Caio beneficia di 1 anno per la sua assistenza, poi è la volta di Sempronio che tuttavia avrà a disposizione al massimo 1 anno di congedo straordinario. L’altro anno potrà poi sfruttarlo per assistere un’altra persona con disabilità grave.

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