Condono cartelle, limite di 1.000 euro con o senza sanzioni e interessi?

Anna Maria D’Andrea

25 Ottobre 2018 - 16:58

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Condono cartelle, dubbi sullo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro: nel calcolo degli importi rientrano anche sanzioni e interessi o soltanto la quota capitale? Caos pace fiscale.

Condono cartelle, limite di 1.000 euro con o senza sanzioni e interessi?

Condono cartelle, è caos sullo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro.

Se inizialmente sembrava questa una delle vie più facili e immediate della pace fiscale, sorgono ora i primi dubbi su quali sono le cartelle notificate tra il 2000 e il 2010 che saranno cancellate automaticamente al 31 dicembre 2018.

Si terrà in considerazione soltanto la quota capitale della cartella o anche sanzioni e interessi maturati sul debito? Le opinioni degli esperti di settore divergono, tra chi sostiene che il calcolo del limite di 1.000 euro debba esser considerato al netto di sanzioni e interessi e chi, invece, propende per l’esatto contrario.

Si attendevano chiarimenti all’interno del testo del decreto fiscale 2019. Tuttavia, la formulazione dell’articolo 4 del DL n. 119/2018 è tutt’altro che chiarificatrice e si attendono a questo punto ulteriori novità in sede di conversione.

Di seguito le due diverse posizioni.

Condono cartelle, stralcio fino a 1.000 euro: limite comprensivo di sanzioni e interessi

Lo stralcio totale e automatico delle cartelle di importo fino a 1.000 euro è una delle novità in materia di pace fiscale prevista dal Decreto n. 119/2018, il DL fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019.

Il comma 1 dell’articolo 4, che disciplina lo “Stralcio dei debiti fino a mille euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010” prevede letteralmente che:

“I debiti di importo residuo, alla data di entrata in vigore del presente decreto, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010, ancorché riferiti alle cartelle per le quali è già intervenuta la richiesta di cui all’articolo 3, sono automaticamente annullati. L’annullamento è effettuato alla data del 31 dicembre 2018 per consentire il regolare svolgimento dei necessari adempimenti tecnici e contabili.”

Ad una prima lettura del testo sopra riportato, sembrerebbe abbastanza chiaro che nel calcolo del limite di 1.000 euro della cartella si debbano considerare, oltre alla quota capitale, anche gli interessi per ritardata iscrizione a ruolo e le sanzioni.

In tal caso, a ben vedere, lo stralcio interesserebbe quelle tante cartelle gonfiate negli anni proprio da sanzioni e interessi ma riferite a imposte e tasse di importo minimo non corrisposte. È il caso, ad esempio, dei bolli auto non pagati, delle multe per il codice della strada o ancora di Imu, Tasi e Tari.

Eppure, nell’epoca dell’incertezza del diritto, c’è chi sostiene l’esatto contrario di quanto sopra esposto, ovvero che il limite di 1.000 euro per singola cartella sia da considerarsi al netto di sanzioni e interessi e, in tal caso, lo stralcio totale riguarderebbe anche le cartelle di importo ben al di sopra dei 1.000 euro.

Condono cartelle, stralcio anche sopra i 1.000 euro

Tra i primi a rilanciare la notizia che lo stralcio delle cartelle del periodo compreso tra 2000 e 2010 riguarderà anche quelle di importo superiore ai 1.000 euro vi è il quotidiano Il Messaggero. Non si tratta, tuttavia, dell’unico caso in cui l’interpretazione di quanto previsto dall’articolo 4 del decreto sulla pace fiscale è del tutto diversa rispetto a quanto sopra esposto.

L’idea di alcuni commentatori esperti in materia fiscale è che allo stralcio totale delle cartelle potranno accedere anche coloro con debiti di importo che supera i 1.000 euro, pur rispettando tale limite per quanto riguarda la quota capitale, ovvero l’importo effettivo delle imposte non pagate.

In sostanza, saranno automaticamente cancellate le cartelle del periodo che va dal 2000 al 2010 anche di importo superiore a 1.000 euro, sempre che la quota capitale del debito (ad esempio Irpef, bollo, Irap) non superi tale importo.

A parere di chi scrive, tuttavia, tale interpretazione non è corretta anche se, considerando che il testo del decreto fiscale 2019 è scritto tutt’altro che in maniera chiara, non è possibile dire con certezza quale sia l’interpretazione corretta.

Ulteriori novità sulla pace fiscale saranno inserite quasi sicuramente in sede di conversione del DL n. 119/2018 in legge: il Governo ha già annunciato ulteriori misure per i contribuenti in difficoltà economica.

Chissà che non ci sia qualcuno che revisioni il testo e lo renda quantomeno comprensibile.

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