L’ex dirigente di Wirecard è latitante dal 2020. Indagini internazionali rivelano legami con i servizi segreti russi e operazioni di spionaggio in Europa.
Jan Marsalek, 45 anni, è uno degli uomini più ricercati d’Europa. Ex direttore operativo di Wirecard, società tedesca di servizi finanziari quotata sul DAX, Marsalek è accusato di aver orchestrato una delle più grandi frodi finanziarie della storia tedesca del dopoguerra. Ma la sua storia va ben oltre la semplice truffa aziendale: un’inchiesta giornalistica condotta da Der Spiegel, Financial Times, ZDF e altre testate internazionali ha rivelato che l’ex manager austriaco sarebbe coinvolto in attività di spionaggio per conto della Russia.
Marsalek è entrato in Wirecard nel 2000, all’età di 20 anni, senza aver completato gli studi universitari. Grazie a notevoli capacità organizzative e a un carisma innegabile, è salito rapidamente ai vertici dell’azienda, diventandone direttore operativo. Sotto la sua guida, Wirecard si è trasformata in un colosso dei pagamenti digitali, arrivando a valere più di Deutsche Bank.
Tuttavia, questa crescita esplosiva nascondeva un sistema di frode sistematica, con miliardi di euro che risultavano nei bilanci dell’azienda ma non esistevano realmente nei conti dove avrebbero dovuto trovarsi.
Dallo scandalo Wirecard alla fuga: la parabola di Jan Marsalek
Nel giugno 2020, Wirecard è implosa quando è emerso che circa 1,9 miliardi di euro semplicemente non esistevano. I revisori contabili hanno scoperto che l’azienda aveva gonfiato i ricavi attraverso transazioni false e partnership commerciali fittizie, principalmente in Asia.
Marsalek, accusato di essere uno degli architetti principali della frode, ha dichiarato ai colleghi che si sarebbe recato a Manila per recuperare i fondi scomparsi. Invece, il 18 giugno 2020, è salito su un jet privato dall’aeroporto di Bad Vöslau in Austria, diretto a Minsk, in Bielorussia. Da lì, secondo le ricostruzioni investigative, si è trasferito a Mosca.
Il crollo di Wirecard ha causato perdite enormi per investitori e creditori, lasciando circa 6.000 dipendenti senza lavoro. Le autorità tedesche hanno emesso un mandato d’arresto internazionale nei confronti di Marsalek, accusato di frode commerciale e manipolazione del mercato. Tuttavia, quando i pubblici ministeri tedeschi hanno chiesto assistenza alle autorità russe, Mosca ha risposto di non avere traccia della presenza di Marsalek nel Paese, suggerendo invece di cercarlo in Kazakistan.
Doppia vita di Marsalek: businessman di giorno, agente russo di notte
Le indagini hanno progressivamente svelato che Marsalek conduceva una doppia vita. A Monaco di Baviera, l’ex manager occupava una villa da 680.000 euro l’anno in Prinzregentenstrasse, proprio di fronte al consolato russo. L’abitazione, scoperta solo dopo la sua fuga, conteneva indizi inquietanti, tra cui una stanza insonorizzata controllata settimanalmente per dispositivi di sorveglianza, medicinali russi e cappelli da ufficiale russo esposti come trofei.
Secondo l’inchiesta, Marsalek sarebbe stato reclutato dai servizi segreti militari russi (GRU) intorno al 2014, durante una festa su uno yacht a Nizza per il trentesimo compleanno della sua compagna russa, Natalia Zlobina. L’intermediario sarebbe stato Stanislav Petlinsky, figura chiave dell’intelligence russa che avrebbe organizzato anche la fuga di Marsalek dalla Germania nel 2020.
Le attività di Marsalek per Mosca sarebbero state molteplici e sofisticate. Nel 2018, durante un pranzo a Monaco con un giornalista del Financial Times, consegnò documenti riservati dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche relativi all’avvelenamento di Sergei Skripal a Salisbury, inclusa la formula chimica del Novichok.
Nel 2025, un processo a Londra ha rivelato che Marsalek coordinava una rete di spie bulgare che conduceva operazioni di sorveglianza in Europa, inclusi tentativi di rapimento di dissidenti russi.
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La rete di Marsalek tra Vienna e Mosca
Particolarmente significativo è il ruolo di Marsalek in Austria, dove avrebbe tentato di infiltrare il servizio di intelligence nazionale (BVT). Nel febbraio 2018, un blitz della polizia austriaca contro il BVT, basato su accuse anonime che investigatori ritengono orchestrate da Marsalek, ha compromesso gravemente la sicurezza nazionale austriaca. Durante l’operazione è stato sequestrato un disco rigido contenente informazioni classificate condivise da CIA e MI5, portando all’esclusione temporanea dell’Austria dal Club de Berne, la rete di intelligence europea.
Successivamente, la presenza di Marsalek a Mosca è stata confermata da immagini provenienti da telecamere di sorveglianza e dati di localizzazione cellulare trapelati, che lo mostrano frequentemente nei pressi della sede dell’FSB in Piazza Lubjanka. Tra gennaio e novembre 2024, il suo telefono è stato registrato 304 volte da un ripetitore cellulare vicino al quartier generale dei servizi segreti russi. È stato inoltre avvistato in Crimea e, secondo fonti di intelligence, avrebbe persino combattuto sul fronte russo-ucraino.
Stando alle rivelazioni dell’inchiesta, Marsalek continuerebbe a vivere a Mosca sotto la protezione dei servizi segreti russi, dividendo il tempo tra la casa della sua compagna Tatiana Spiridonova e hotel di lusso della città. L’uomo utilizza almeno sei identità diverse, inclusi passaporti rubati a preti ortodossi russi e documenti falsi belgi e francesi, e si sarebbe sottoposto a interventi di chirurgia estetica per modificare il suo aspetto.
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