Omicron, la nuova variante Cerberus allarma gli esperti: «Più evasiva, rischio nuova ondata di contagi in autunno»

Claudia Mustillo

6 Ottobre 2022 - 10:25

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Gli esperti lanciano l’allarme per una nuova ondata a novembre: ecco cosa sta succedendo con la nuova variante Cerberus.

Omicron, la nuova variante Cerberus allarma gli esperti: «Più evasiva, rischio nuova ondata di contagi in autunno»

Si torna a parlare di varianti del coronavirus. La grande diffusione di Omicron 5 potrebbe cedere il passo alle nuove sottovarianti aggiunte di recente: dopo Centaurus, il biologo evoluzionista canadese Ryan Gregory ha aggiunto all’elenco Gryphon, Minotaur, Chiron, Aeterna, Typhon e Cerberus (B.Q.1.1), quella più temuta dagli esperti.

Intanto il bollettino per la giornata di ieri, 5 ottobre, ha registrato 45.225 contagi e 43 morti con un tasso di positività al 20%. Sono in aumento i ricoveri ordinari (+259) e le terapie intensive (+16). Secondo il report Fiaso la curva ricoveri sale del 39% in 7 giorni.

Allarme nuova ondata guidata da Cerberus

È allarme per una nuova ondata di contagi Covid-19, questa volta guidata dalla nuova sottovariante BQ.1.1 e soprannominata Cerberus. Anche se non ci sono ancora certezze la comunità scientifica internazionale punta i riflettori sul gruppo di sottovarianti di Omicron definito «pentagono» perché condivide cinque mutazioni. Tra queste spicca la BQ.1.1 chiamata Cerberus. Anche il virologo Fabbrizio Pregliasco ritiene che «queste varianti le ritroveremo certamente in Italia e potranno essere protagoniste delle prossime ondate», anzi «onde a digradare come quelle disegnate da un sasso gettato in uno stagno», ribadisce l’esperto. «Queste segnalazioni evidenziano l’importanza di un continuo monitoraggio delle varianti a livello mondiale», sottolinea.

La mutevolezza del patogeno di Covid-19 «ci fa pensare che questo coronavirus rimarrà con noi a lungo - ammonisce il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi - speriamo con un impatto di salute sempre minore».

Anche a livello internazionale gli esperti puntano sull’avanzata dei contagi legati alla diffusione della nuova variante Cerberus: Cornelius Roemer, bioinformatico specializzato in evoluzione virale del “Biozentrum” dell’Università di Basilea, ha spiegato su Twitter che “con 11 giorni in più di dati, sta diventando abbastanza chiaro che BQ.1.1 guiderà un’ondata di variante in Europa e Nord America prima della fine di novembre”. Lo scienziato ha allegato un grafico eloquente sulla crescita delle infezioni da metà agosto al 23 settembre.

Anche secondo il professor Tom Peacock, virologo presso l’Imperial College di Londra, vi è la possibilità che Cerberus possa dar vita a nuovi picchi nelle prossime settimane.

Nuova ondata a novembre guidata da Cerberus

La ragione per cui la nuova sottovariante preoccupa gli esperti internazionali e potrebbe causare una nuova ondata già nel prossimo mese risiede nel mix di mutazioni che si sono manifestate durante l’evoluzione del virus e che lo ha reso sempre più trasmissibile ed elusivo nei confronti degli anticorpi, sia quelli derivanti dalla vaccinazione che quelli legati a una infezione precedente.

Secondo alcuni studi che si stanno svolgendo «BQ.1.1 sarebbe in grado di sfuggire a tutti gli anticorpi monoclonali che risultano efficaci contro BA.5, da cui è derivata».

Tom Peacock, virologo dell’Imperial College di Londra, ha affermato che potrebbero le sottovarianti «pentagono» possono innescare futuri picchi perché strutturalmente diverse dai precedenti ceppi che causano le ondate e possono anche sfuggire all’immunità precedente da vaccinazione e infezione. «Molti di questi lignaggi stanno crescendo abbastanza rapidamente, inclusi BA.2.75.2 e BQ.1.1», ha detto a Cbc News. «Queste proprietà combinate suggeriscono che potrebbero avere la capacità di causare la prossima ondata di Covid a livello regionale o globale».

Il nuovo studio sulla variante BQ.1.1

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista di biologia BioRxiv, dimostra come «mutazioni convergenti possono causare una sorprendente evasione del plasma convalescente, compresi quelli dell’infezione rivoluzionaria BA.5 e dei farmaci anticorpali esistenti, inclusi Evusheld e Bebtelovimab. BR.2, CA.1, BQ.1.1 e soprattutto XBB, sono i ceppi testati più evasivi per gli anticorpi, superando di gran lunga il BA. 5 e avvicinandosi al livello SARS-CoV-1».

In Italia ci sono 70 versioni del virus

Il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità ha individuato circa settanta di versioni diverse di Sars-Cov2. Secondo il professor Fabbrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano «Questo virus ha la capacità di modificarsi e ormai la gran quota di coloro che si sono vaccinati lo costringe a trovare forme per schivarlo. Che siano più brutte o cattive non è certo. Cosa prevedo? Un rialzo dei contagi a 50 giorni, quindi a inizio novembre. Ma non un’ondata, un trend più modesto: semmai un’onda».

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