Il califfato ha perso il controllo anche della città di Hawija: ora rimane solo Raqqa, con l’Isis che torna clandestino aumentano i rischi per l’Occidente?
Altra sconfitta militare per l’Isis che ormai vede il suo sedicente Stato Islamico ormai sgretolarsi sempre più, tanto che al momento sarebbe formato soltanto dalla striscia di terra che va dalla città di Raqqa fino a quella di Deir El-Zor entrambe in Siria.
In Iraq infatti il califfato ormai non controlla più nessun territorio, visto che in questi giorni l’esercito regolare di Baghdad è riuscito a liberare la città di Hawija, l’ultima in mano ai jihadisti nel territorio iracheno.
Con anche Raqqa ormai assediata da mesi, lo Stato Islamico ormai è sul punto di collassare, tanto che molti guerriglieri dell’Isis da tempo già starebbero lasciando anche la Siria andandosi a sparpagliare così in giro per il mondo.
Un ritorno alla clandestinità questo che potrebbe aumentare i rischi dell’Occidente. Con i fari al momento tutti puntati su cosa sta succedendo ad Aprilia, anche per l’intelligence italiana quindi il livello di guardia rimane sempre molto alto.
Altra sconfitta per l’Isis
Continua a perdere pezzi lo Stato Islamico che di recente ha subito un altro duro colpo. L’esercito iracheno ha infatti riconquistato la città di Hawija, con i curdi che si sono limitati soltanto a controllare la loro zona visto anche gli strascichi provocati dal Referendum sull’indipendenza.
Hawija infatti è un distretto industriale vicino alla città di Kirkuk, uno dei maggiori centri petroliferi dell’Iraq anch’esso liberato di recente dal giogo del califfato per mano però dei curdi che ora, visto il Referendum, vorrebbero annettere al loro paventato Stato indipendente.
Problematiche tra iracheni e curdi a parte, la notizia principale è sicuramente quella che in questo momento l’Isis non controlla più nessuna città in Iraq, con lo Stato Islamico di conseguenza confinato alla sola Siria.
Anche qui però le notizie per il califfato non sono delle migliori, visto che Raqqa è assediata da mesi e ormai è sul punto di cedere. La fine quindi per il sedicente Stato Islamico è sempre più vicina, ma questo potrebbe portare a diverse conseguenze.
Più rischi per l’Occidente?
L’interrogativo riguardante a cosa succederà una volta che il califfato sarà collassato è sempre più che attuale. Oltre alle conseguenze per la stabilità del Medio Oriente, ci sono anche quelle riguardanti alla sicurezza dell’Occidente.
Dopo che negli ultimi anni migliaia di cosiddetti foreign fighters da ogni parte del globo si sono riversati in Siria, adesso con lo Stato Islamico ormai sgretolato i superstiti delle battaglie si stanno allontanando da questo scenario di guerra.
Dopo la presunta morte del leader del califfato Abu Bakr al-Baghdadi, adesso come nuovo capo dell’Isis viene accreditato Jalaluddin al-Tunisi che negli ultimi tempi è stato avvistato nelle vicinanze di Sirte, in Libia.
Una circostanza questa che rafforzerebbe l’ipotesi di un esodo da parte degli jihadisti dal Medio Oriente verso il Nord Africa, in particolare nella turbolenta Libia dove già in precedenza diverse città sono state controllate dall’Isis.
Visto che in Siria lo Stato Islamico sembrerebbe avere i giorni contati due potrebbero essere le ipotesi su cosa potrebbe accadere. La prima è che l’Isis abbia in mente di stabilirsi questa volta in Africa, conquistando nuove città e creando così di fatto un altro califfato. Una eventualità questa che spiegherebbe così la presenza di al-Tunisi in Libia.
La seconda ipotesi invece è quella di un ritorno a uno stato di clandestinità per l’organizzazione terroristica, che non andrebbe a controllare di fatto più nessun territorio. Entrambi gli scenari comunque sarebbero inquietanti per l’Italia.
Se l’Isis dovesse cercare di stabilirsi in Libia, la vicinanza del paese africano con l’Italia di certo ci metterebbe in una situazione delicata visto anche il tema dei migranti che, nella maggior parte dei casi, partono proprio dalle coste libiche.
Il ritorno a una sorta di clandestinità invece potrebbe aumentare il rischio di attentati terroristici. I guerriglieri in fuga infatti potrebbero non avere più niente da perdere, cercando prima però rifugio in una delle diverse cellule sparse in tutta Europa.
Lo scenario in Siria quindi è in piena evoluzione, con i vari apparati di difesa che dovranno essere molto bravi nel saper captare e prevenire tutti gli eventuali spostamenti dei jihadisti, visto che ormai è appurato che dal Medio Oriente stanno cercando riparo verso altri lidi.
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