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Al-Baghdadi è morto. L’Isis conferma l’uccisione del suo capo da parte della Russia
venerdì 16 giugno 2017, di
Il leader indiscusso dell’Isis, l’iracheno Abu Bakr al-Baghdadi, è morto lo scorso 28 maggio durante un bombardamento aereo russo sulla città di Raqqa. A confermare la notizia, paventata per la prima volta dal ministro della difesa di Mosca Sergej Kužugetovič Šojgu, è stato un breve comunicato del califfato
Lo scorso 28 maggio l’intelligence russa sarebbe venuta a conoscenza di una riunione nella periferia sud di Raqqa, città della Siria e attuale capitale di un califfato ormai vicino alla resa, alla presenza di numerosi capi dell’Isis.
Dopo aver sorvolato l’area con un drone e aver informato gli Stati Uniti dell’imminente raid, Mosca poco dopo la mezzanotte avrebbe fatto partire un mirato attacco utilizzando diversi cacciabombardieri.
Il risultato dell’azione militare russa sarebbe stato l’uccisione di circa 300 miliziani del sedicente Stato Islamico, tra cui almeno una trentina di alti esponenti dell’Isis. Dal primo elenco delle vittime però non sembrava esserci il nome di al-Baghdadi.
Morto il capo dell’Isis al-Baghdadi
Come già accaduto diverse altre volte sembrava dunque che Ibrahim al-Badri, vero nome di Abu Bakr al-Baghdadi che sarebbe invece quello da combattimento, fosse riuscito a sfuggire dalle bombe degli aerei russi.
Ad inizio giugno però alcune emittenti siriane hanno iniziato a dare la notizia della morte del leader dell’Isis proprio durante l’attacco del 28 maggio. Ascoltando anche altre fonti, il ministro della difesa russo poi si è sbilanciato ufficialmente dichiarando che ci sono possibilità che al-Baghdadi sia morto.
Una notizia questi che per molti spiegava il motivo di questa escalation di attacchi terroristici che si stanno verificando in Europa, ma non solo, nelle ultime settimane, come se si trattasse di una sorta di vendetta per morte del loro capo.
Dopo la caduta di Mosul, alla fine però è arrivata anche la conferma da parte dell’Isis della morte di al-Baghdadi durante il raid russo, con lo Stato Islamico che a breve proclamerà il suo nuovo califfo.
Vediamo allora chi è Abu Bakr al-Baghdadi e perché la sua figura è così, tristemente, famosa e importante nella lotta che l’Occidente ha da tempo intrapreso su più fronti contro l’Isis.
Chi è al-Baghdadi?
Abu Bakr al Baghdadi è il nome di battaglia di Ibrahim al-Badri, un iracheno di 46 anni che al momento sarebbe, se fosse ancora in vita, il califfo dell’autoproclamato sedicente Stato Islamico dell’Isis.
Sulla sua vita le fonti non sono molto chiare. Quello che si sa è che al-Baghdadi era un imam in Iraq durante la seconda guerra con gli Stati Uniti nel 2003, periodo in cui decise di entrare a far parte di Al-Qaeda.
Catturato nel 2004 dai militari americani e rinchiuso nel centro di detenzione di Camp Bucca, venne poi rilasciato dopo pochi mesi in quanto ritenuto un prigioniero di poco conto. Questa liberazione negli anni poi diede adito a tutte quelle voci riguardanti una sorta di grande complotto internazionale.
Dato il gran caos che si venne a creare in Iraq dopo la caduta e la morte di Saddam Hussein, al-Baghdadi nel 2010 viene messo a capo del primo embrione dello Stato Islamico che si venne a creare in territorio iracheno.
Ben presto però l’avanzata dell’Isis si estese anche alla Siria, fino ad occupare una vasta fetta di territorio in parte ancora in mano agli estremisti islamici. Nel giugno del 2014 con la proclamazione ufficiale del califfato ecco che Abu Bakr al-Baghdadi divenne il leader di tutto lo Stato Islamico.
Ritenuto responsabile della strategia sanguinaria dell’Isis sia dentro che fuori i confini del califfato, sulla sua testa da tempo pende una cospicua taglia facendone il ricercato numero uno al mondo.
La sua drammatica leadership al comando dell’Isis ora è però giunta al termine, con la notizia della certezza della sua morte che questa volta è vera e che segna un altro duro colpo al sedicente Stato Islamico.