Busta paga più alta, flat tax al 15% per aumentare la tredicesima: il piano del governo

Stefano Rizzuti

8 Maggio 2023 - 09:35

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Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, annuncia che il governo vuole introdurre una flat tax al 15% sulla tredicesima per aumentare l’importo netto in busta paga a dicembre.

Busta paga più alta, flat tax al 15% per aumentare la tredicesima: il piano del governo

Aumentare la busta paga dei lavoratori dipendenti resta uno degli obiettivi principali del governo. Non solo attraverso il taglio del cuneo fiscale e la riduzione delle aliquote Irpef, prevista per il 2024. A queste misure il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, vuole aggiungere un ulteriore tassello: una flat tax al 15% sulla tredicesima.

In un’intervista al Corriere della Sera, Leo ha parlato di quella che deve essere, a suo giudizio, la priorità per il governo: aumentare gli stipendi. Sicuramente bisognerà tentare di rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale (che da luglio sarà al 6% sotto i 35mila euro e al 7% sotto i 25mila di reddito), affiancandolo al passaggio da quattro a tre aliquote Irpef, con conseguenti aumenti di stipendio per milioni di lavoratori dipendenti.

A questi due fronti Leo vuole aggiungerne un altro, come già annunciato negli scorsi giorni: la detassazione della tredicesima. Così facendo i lavoratori dipendenti pagherebbero meno tasse sulla cosiddetta gratifica natalizia, avendo più soldi a disposizione nel mese di dicembre, da sempre traino per i consumi.

Busta paga, la flat tax sulla tredicesima

La busta paga della tredicesima, quindi, potrebbe salire, con un prelievo fiscale meno oneroso di quello attuale. Così facendo il governo vorrebbe dare maggior potere d’acquisto alle famiglie, soprattutto in questa fase di alta inflazione. E lo farebbe in un periodo particolare dell’anno: le feste natalizie.

Secondo il viceministro dell’Economia bisognerebbe considerare le tredicesime come un reddito aggiuntivo e per questo dovrebbero corrispondere a una busta paga più alta degli altri mesi, contrariamente a quanto succede ora. Da qui l’idea della tassa piatta: un prelievo al 15% sulla tredicesima che permetta di avere uno stipendio aggiuntivo più alto.

Quanto è tassata la tredicesima oggi

Oggi la tredicesima comprende sia i contributi previdenziali che la tassazione ai fini Irpef. Quindi per capire quanto viene tassata bisogna innanzitutto capire a quale scaglione Irpef si appartiene: si va dal 23% al 43% in base alle diverse fasce di reddito. Inoltre il netto della tredicesima è più basso rispetto a un normale stipendio perché sulla gratifica natalizia non spettano le detrazioni da lavoro dipendente né quelle per i familiari a carico. L’importo netto in busta paga, quindi, potrebbe salire anche parecchio (almeno in alcuni casi) con una flat tax al 15%.

Le risorse per aumentare la tredicesima

Il problema principale riguarda, come sempre, le coperture: introdurre un sistema del genere ha dei costi e al momento le risorse a disposizione del governo per la legge di Bilancio sembrano ridotte all’osso. Bisognerà individuare altri fondi attraverso la delega fiscale, che già deve finanziare - con la revisione di detrazioni e deduzioni - la riduzione delle aliquote Irpef. Per capire se le risorse ci saranno bisognerà aspettare la Nota di aggiornamento al Def.

Stipendi più alti, il taglio diventa strutturale?

La Nadef sarà fondamentale anche per capire se ci saranno i fondi necessari per confermare nel 2024 il taglio del cuneo fiscale. Rendere lo sgravio contributivo strutturale non è semplice: servono più di 10 miliardi di euro. Di sicuro il governo conta su una crescita maggiore del previsto, ma anche - come sottolinea Leo - sulla riscrittura della tassa sugli extraprofitti.

Riforma fiscale, i soldi dall’addio ai bonus

Al di là del finanziamento del taglio del cuneo fiscale per il 2024, le altre risorse il governo si impegna a trovarle all’interno della stessa delega fiscale. Quindi sia per l’Irpef che per la flat tax sulla tredicesima la speranza è di ricavare i fondi dalla revisione di detrazioni e deduzioni. Nel mirino sono già finiti i 226 crediti d’imposta che oggi costano 36 miliardi: parte di questi bonus potrebbe scomparire o essere ridimensionata proprio per far spazio agli aumenti in busta paga.

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