Sono in arrivo aumenti di stipendio per questi lavoratori, già a partire dalla busta paga di giugno. Ecco di quanto e perché non è una bella notizia.
A giugno arrivano aumenti in busta paga per 1 milione e 500 mila lavoratori, e non ci riferiamo ai dipendenti pubblici che per la prima volta sullo stipendio si troveranno applicato il taglio del cuneo fiscale.
Si tratta, infatti, di operai e impiegati metalmeccanici, che presto beneficeranno della rivalutazione in base all’inflazione Ipca (indice armonizzato dei prezzi al consumo) al netto degli energetici importati (Nei).
Questo è quanto prevede il Ccnl di categoria firmato nel 2021, e ancora non rinnovato, per tutelare il potere d’acquisto del personale proprio durante la vacanza contrattuale. Ecco di cosa si tratta e quali dovrebbero essere i nuovi importi.
Aumenti in arrivo per 1 milione e 500 mila lavoratori
Va detto che l’Istat non ha ancora confermato definitivamente gli indici, operazione per la quale sarà necessario attendere l’inizio del mese di giugno, ma secondo le ultime stime dell’Istituto l’aumento sarà inferiore rispetto alle aspettative dei sindacati.
Il documento di valutazione Federmeccanica-Assistal risale infatti a ottobre 2024, prendendo in considerazione un tasso inflattivo superiore rispetto a quello pronosticato dall’Istat a dicembre 2024. Con l’adeguamento dei salari all’inflazione previsto dalla clausola di garanzia del Ccnl metalmeccanica, tuttavia, ci saranno comunque degli aumenti dei minimi retributivi. Soltanto grazie a questa previsione i dipendenti possono essere tutelati, almeno parzialmente, in mancanza del nuovo Ccnl.
Ricordiamo, infatti, che le trattative per il rinnovo 2024-2027 sono ancora in fase di stallo e non sembrano avvicinarsi a una risoluzione rapida. Si fa strada l’idea di un disegno di legge apposito per sbloccare gli aumenti, condizione irremovibile per i sindacati che infatti proseguono con le mobilitazioni, ma nel frattempo la contrattazione è ancora bloccata. I lavoratori restano così privati di tutele adeguate ai cambiamenti economici e sociali, salvaguardati seppur in minima parte dalla clausola di salvaguardia, che consente di preservare il potere d’acquisto almeno in minima parte.
I nuovi importi in busta paga metalmeccanica da giugno 2025
Secondo le stime diffuse dall’Istat a dicembre l’inflazione Ipca-Nei si attesta all’1,3% per l’anno 2024. Questa è la base da prendere in considerazione per calcolare gli aumenti in busta paga da giugno 2025, un dato molto meno rassicurante rispetto all’1,9% prospettato dai sindacati nell’anno precedente.
Ecco che, prendendo come riferimento il livello C3, l’aumento in arrivo passa da 40,48 euro lordi a 27,70 euro lordi al mese. La stessa percentuale deve ovviamente essere applicata anche alla retribuzione degli altri livelli contrattuali per individuare l’aumento corretto.
Livello | Stipendio tabellare | Aumenti da giugno |
---|---|---|
A 1 | 2.800,71 | 36,41 |
B 3 | 2.735,18 | 35,56 |
B 2 | 2.449,99 | 31,85 |
B 1 | 2.283,65 | 29,69 |
C 3 | 2.130,56 | 27,70 |
C 2 | 1.989,38 | 25,86 |
C 1 | 1.948,18 | 25,33 |
D 2 | 1.906,99 | 24,79 |
D 1 | 1.719,67 | 22,36 |
Quest’ultimo sarà comunque visibile nel cedolino della mensilità di giugno 2025, dopo che l’Istat avrà comunicato i dati ufficiali sull’inflazione. È improbabile che ci siano rialzi considerevoli, visto che tutte le stime dell’istituto sono inferiori rispetto ai pronostici dell’anno passato, ma è necessario un dato certo per contare con precisione gli aumenti.
Rinnovo di contratto ancora bloccato, continuano gli scioperi
Gli aumenti di stipendio permessi dalla clausola di salvaguardia indorano la pillola per i lavoratori, danneggiati dal continuo perdurare dell’attesa per il rinnovo contrattuale.
I sindacati di categoria non vogliono infatti assecondare posizioni inadeguate a tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori. In particolare, l’adeguamento dei salari all’indice Ipca viene considerato penalizzante, perché sono proprio i prezzi energetici (esclusi dalla cifra) a incidere maggiormente sul crollo del potere d’acquisto dei lavoratori. Le sigle mirano ad aumenti concreti e a una maggiore attenzione al benessere del personale.
Nel dettaglio, la richiesta dei sindacati si attesta intorno a 280 euro lordi in più al mese per il livello C3, ancora troppo lontana la proposta datoriale di 173 euro.
Anche per questo l’Usb (Unione sindacale di base) ha indetto uno sciopero nazionale del settore metalmeccanico per venerdì 23 maggio. I lavoratori aderenti si asterranno dall’impiego per 8 ore, nell’ennesimo tentativo di far valere le proprie pretese contrattuali.
Di fatto, la politica sembra essersi attivata, tanto che Forza Italia ha proposto un disegno di legge per incontrare le richieste sindacali, escludendo gli aumenti dal pagamento di imposte e contributi previdenziali. Resta da vedere l’esito di questa proposta, che comunque non tiene conto dei miglioramenti al welfare e alla sicurezza indispensabili per la firma.
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