Busta paga, come evitare le trattenute per il debito 730

Simone Micocci

11 Giugno 2025 - 18:52

Ecco come evitare le trattenute in busta paga per il debito nel modello 730, pagando senza passare dal datore di lavoro (a rate o in un’unica soluzione).

Busta paga, come evitare le trattenute per il debito 730

Il conguaglio del 730 a debito viene di solito trattenuto direttamente in busta paga.

In questo modo viene assicurato il pagamento in modo pratico e veloce, anche se per il lavoratore non si tratta sempre della soluzione più ottimale. Molti dipendenti vorrebbero evitare questo meccanismo ed essere liberi di procedere al saldo in autonomia, senza un’immediata riduzione dello stipendio e con maggiore riservatezza.

Se non ci sono errori nel 730/2025 allora il pagamento è dovuto, ma la buona notizia è che non è affatto obbligatorio vederselo scalare dalla busta paga mensile. Ecco quali sono le alternative.

Come evitare le trattenute in busta paga per il debito 730

Di solito il pagamento del debito risultante dal 730 avviene utilizzando il datore di lavoro come sostituto d’imposta. Di conseguenza, parte della busta paga viene trattenuta direttamente e il dipendente riceve uno stipendio inferiore. L’opportunità di usare questo metodo dipende soprattutto dall’importo del debito, perché somme molto elevate possono assorbire l’intera retribuzione. Oltre a questo, il dipendente non ha alcun controllo sul momento in cui avviene il pagamento e, altro aspetto da non sottovalutare, è nei fatti tenuto a far sapere al datore di lavoro la sua situazione personale.

Ovviamente il contribuente è comunque tenuto al rispetto delle scadenze, ma provvedere in autonomia permette di gestire meglio le tempistiche a seconda delle proprie esigenze e possibilità. A tal proposito, si può scegliere di pagare il debito risultante nel 730 con modello F24. In questo modo il contribuente ha la completa gestione del pagamento e consegna lo stipendio per intero.

Un vantaggio soprattutto dal punto di città organizzativo, ma anche per quanto riguarda la dimostrazione delle entrate, quando occorrente.

Il pagamento dell’Irpef con F24 non è infatti limitato a chi è privo di sostituto d’imposta, ma può essere scelto anche dai lavoratori dipendenti in fase di presentazione del modello 730 all’Agenzia delle entrate. Per quanto riguarda il pagamento, invece, può essere effettuato anche online attraverso l’apposito servizio dell’AdE. Da qui è possibile consultare le somme dovute, la correttezza degli importi e procedere direttamente al pagamento.

Debito 730 con F24 a rate

Chi sceglie di pagare il debito risultante dal modello 730 con F24 per evitare di subire delle trattenute in busta paga non è obbligato a saldare l’importo in un’unica soluzione. Anche il pagamento tramite F24 può essere dilazionato in un massimo di 7 rate. Il contribuente può inserire il numero di rate necessarie, assicurandosi che siano idonee a saldare il debito entro la scadenza, direttamente dal portale web della dichiarazione precompilata, come indicato nel paragrafo precedente.

Naturalmente, le stesse pratiche possono essere svolte anche con l’ausilio di un Caf, se si preferisce avere il supporto di esperti.

Anche con il pagamento a rate con F24 si preserva lo stipendio ricevuto dal datore di lavoro, seppur con effetti leggermente diversi rispetto al saldo in un’unica soluzione. Bisogna comunque subire una diminuzione degli stipendi, indirettamente in questo caso, ma al contempo si conserva la completa gestione delle proprie finanze e dei pagamenti. Oltretutto, il datore di lavoro non viene a conoscenza delle informazioni fiscali del dipendente, un aspetto importante per molti lavoratori. Se ciò non dovesse essere necessario, tuttavia, è bene sapere che il pagamento del debito risultante nel 730 può essere dilazionato anche attraverso il sostituto d’imposta.

Nella compilazione della dichiarazione bisogna richiedere il pagamento rateale, in particolare nel Quadro F del modello 730, scegliendo un numero di rate tra 2 e 6. In caso di dilazione, a prescindere dalla presenza del sostituto d’imposta, bisogna tuttavia sopportare una maggiorazione dello 0,33% mensile. Anche in questo caso il numero di rate deve essere consono rispetto alla data di presentazione del modello per non oltrepassare la scadenza di pagamento.

Iscriviti a Money.it