La busta paga di agosto spiegata: perché e come aumenta l’importo dello stipendio netto

Simone Micocci

3 Agosto 2022 - 10:54

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Busta paga di agosto: importo netto più alto grazie al nuovo sgravio contributivo che dovrebbe essere introdotto dal decreto Aiuti bis. Ma l’incremento potrebbe essere minimo, ecco perché.

La busta paga di agosto spiegata: perché e come aumenta l’importo dello stipendio netto

A partire dalla busta paga di agosto lo sgravio contributivo riconosciuto sulle retribuzioni lorde d’importo non superiore a 2.692 euro dovrebbe salire all’1,8%.

A stabilirlo il decreto Aiuti bis che dovrebbe essere approvato nella giornata di domani, giovedì 3 agosto, con il quale saranno stanziate le risorse per un nuovo taglio - provvisorio - del cuneo fiscale, con un ulteriore sgravio contributivo che verrà applicato a partire dalla busta paga di agosto, per finire con quella di dicembre.

Il governo, dunque, ripeterà quanto già fatto con la legge di Bilancio 2022, con la quale è stato introdotto uno sgravio contributivo dello 0,8% per la quota di contributi a carico del dipendente, utile per compensare quei lavoratori particolarmente svantaggiati dalla riforma fiscale e dall’addio al bonus Renzi.

L’intenzione è di aumentare lo stipendio netto a parità del lordo anche se, come vedremo di seguito, i vantaggi derivati dallo sgravio contributivo vengono in parte mitigati dall’aumento dell’Irpef.

Vediamo, dunque, come cambia la busta paga di agosto con l’introduzione del nuovo bonus contributi finanziato dal decreto Aiuti bis, e di quanto concretamente aumenterà la busta paga grazie a questa novità.

Quanti contributi si versano per ogni busta paga

Sulla retribuzione imponibile previdenziale riconosciuta al dipendente si calcolano i contributi dovuti all’Inps che, solitamente, per i lavoratori subordinati ammontano al 33% del suddetto valore.

Di questo 33%, la quota più ampia grava sul datore di lavoro: il 23,81% nel settore privato, il 24,20% nel pubblico. Di conseguenza, la percentuale di cui deve farsi carico il dipendente è del 9,19% nel privato, 8,8% nel pubblico.

Dalla retribuzione imponibile previdenziale viene dunque sottratta la quota di contributi da versare all’Inps. Sul risultato ottenuto, poi, si applica l’Irpef dovuta dal dipendente, al netto delle detrazioni, così da arrivare allo stipendio netto effettivamente percepito.

Come lo sgravio contributivo ha inciso sullo stipendio

Come anticipato, dall’1 gennaio 2022 è stato introdotto per le retribuzioni imponibili lorde non superiori a 2.692 euro, ossia per chi ha un reddito annuo entro i 35.000 euro, uno sgravio contributivo dello 0,8% che riduce la quota di contributi dovuta dal dipendente.

Da quest’anno, e solo per il 2022, la percentuale dovuta dal dipendente si è ridotta all’8,39% per i dipendenti del settore privato, 8,0% nel pubblico.

Lo 0,8% non viene perso, visto che è l’Inps a farsene carico così da evitare una spiacevole riduzione della pensione futura.

Come cambia lo sgravio contributivo nella busta paga di agosto

Secondo indiscrezioni, dalla busta paga di agosto ci sarà un potenziamento dello sgravio contributivo, il quale verrà innalzato dell’1% grazie alle risorse che verranno stanziate con il decreto Aiuti bis.

Ne risulterà, dunque, uno sgravio dell’1,8%, con la quota di contributi dovuta dal dipendente che scende al 7,39% nel settore privato e al 7% nel pubblico.

Per capire le conseguenze di tale taglio, possiamo prendere come esempio uno stipendio con imponibile lordo previdenziale da 2.000 euro. Fino al 2021, la quota di contributi dovuta su tale retribuzione era pari a 183,80 euro, 176 euro nel pubblico.

Con lo sgravio contributivo introdotto a gennaio 2022, invece, questa si è ridotta rispettivamente a 167,80 euro nel privato, 160 euro nel pubblico.

A partire dalla busta paga di agosto, invece, ci sarà un ulteriore risparmio visto che, come detto, lo sgravio contributivo salirà all’1,8%. Ne consegue che su una retribuzione di 2.000 euro, la quota di contributi dovuta dal dipendente è di 147,80 euro, 140 nel pubblico.

Un risparmio, quindi, di altri 20 euro rispetto a quanto già fatto nel gennaio scorso, ma che verrà in parte mitigato dall’incremento dell’Irpef dovuta.

Così l’Irpef riduce i vantaggi dello sgravio contributivo

Come anticipato, l’Irpef dovuta dal dipendente si calcola sulla retribuzione lorda al netto dei contributi versati lavoratore. È ovvio, quindi, che la riduzione dei contributi comporta un aumento della base di calcolo dell’Irpef, con una maggiore tassazione dovuta.

Ad esempio, su uno stipendio da 2.000 euro nel 2021 l’Irpef veniva calcolata su un importo di 1.816,20 euro. Da agosto 2022, invece, sempre se verrà confermato lo sgravio contributivo dell’1% nel decreto Aiuti bis, la retribuzione lorda su cui viene calcolata l’Irpef salirebbe a 1.852,20 euro, con un aumento, seppur minimo, dell’imposta dovuta al Fisco.

L’aumento dello stipendio, rispetto al mese di luglio, non sarebbe dunque di 20 euro, ma di qualche euro in meno visto che bisognerà comunque considerare l’Irpef pagata in più.

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