Bonus nido per il rimborso del centro estivo, ecco come funziona

Simone Micocci

15 Luglio 2025 - 11:08

Il bonus nido si può richiedere per il centro estivo? In alcuni casi sì, facciamo chiarezza.

Bonus nido per il rimborso del centro estivo, ecco come funziona

Si può usare il bonus nido per il rimborso del centro estivo? Con la chiusura delle scuole, per moltissime famiglie dove entrambi i genitori lavorano si presenta ogni anno il problema di come organizzare al meglio la cura dei figli durante il periodo estivo.

Fortunatamente, negli ultimi anni si è assistito a un vero e proprio boom di centri estivi, che rappresentano una valida - ma costosa - soluzione sia per tenere occupati i bambini in modo educativo e divertente, sia per permettere ai genitori di conciliare lavoro e vita familiare. Le offerte disponibili sono numerose e variegate, spaziando tra attività sportive, artistiche, laboratoriali o semplicemente ludiche.

Tuttavia, non si può nascondere che i costi dei centri estivi possono essere piuttosto elevati, soprattutto se il servizio è previsto per più settimane consecutive o se si tratta di strutture particolarmente qualificate. È proprio in questi casi che molte famiglie iniziano a chiedersi se esista la possibilità di recuperare almeno una parte delle spese sostenute, magari attraverso agevolazioni o contributi statali, come ad esempio il bonus nido.

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, al momento non esiste un bonus dedicato in modo specifico ai centri estivi: l’unica misura prevista riguarda infatti i figli di dipendenti (o ex dipendenti) della Pubblica Amministrazione, per la quale però sono già scaduti i termini per presentare la domanda.

Alla luce di ciò, il bonus nido sembra restare l’unica possibilità percorribile, anche se con molte limitazioni: innanzitutto, va ricordato che questa misura è riservata esclusivamente ai figli di età inferiore ai 3 anni e, inoltre, si applica solo in determinate circostanze legate alla tipologia di struttura frequentata.

Bonus nido per i centri estivi? Non proprio

I centri estivi, conosciuti anche come soggiorni vacanza, costituiscono quella gamma di servizi - curati da soggetti pubblici o privati - intesi a organizzare il tempo libero dei bambini e dei ragazzi in esperienze di vita comunitaria, in cui ad esempio si svolgono attività ludiche educative, ludiche e laboratoriali.

Solitamente i centri estivi si rivolgono ai bambini di età superiore ai 3 anni (e fino ai 17) con l’eccezione per quei bambini che a settembre inizieranno la scuola materna (o almeno è così in alcune Regioni).

Per i centri estivi così intesi non è possibile richiedere il bonus nido poiché questo spetta solamente per quelle strutture “che hanno ottenuto l’autorizzazione all’apertura e al funzionamento da parte dell’ente locale competente a seguito della verifica del rispetto di tutti i requisiti tecnico-strutturali, igienicosanitari, pedagogici e di qualità previsti dalle vigenti normative nazionali e locali ai fini dello svolgimento del servizio educativo di asilo nido” (circolare Inps n. 27 del 2020).

Per questo motivo, sono escluse dal rimborso le spese sostenute per servizi all’infanzia diversi da quelli forniti dagli asili nido, come ad esempio: ludoteche, spazi gioco, spazi baby, pre-scuola, baby parking e appunto centri estivi.

L’unica eccezione è rappresentata da quei centri estivi che vengono organizzati dagli asili nido stessi, quindi anche dopo la chiusura delle scuole solitamente in programma per il 30 giugno di ogni anno.

Attenzione alla durata

Mettiamo il caso che abbiate un figlio di età inferiore ai 3 anni e che abbiate individuato un “centro estivo” che si tiene, nei mesi di luglio e agosto, presso un asilo nido.

In tal caso il bonus spetta, per un rimborso che varia a seconda dell’Isee. Ma attenzione, perché il bonus nido viene riconosciuto per un massimo di 11 mensilità, quindi c’è il rischio che usufruendone anche per luglio e agosto si debba rinunciare a una delle mensilità successive.

Pensiamo ad esempio a un bambino che ha iniziato il nido a settembre 2024 e lo ha concluso a giugno 2025: questo ha già percepito 6 mensilità di bonus nido se si aggiungono quelle di luglio e agosto si arriva a 8. Laddove dovesse riprendere il nido a settembre, però, il rimborso si potrebbe ottenere, a scelta, solamente su 3 delle successive 4 mensilità, fino a raggiungere il limite di 11 mesi appunto.

Ricordate poi che se al momento della domanda non sono state indicate le mensilità di luglio e agosto bisognerà presentare una nuova richiesta, allegando almeno la prima ricevuta di pagamento.

In alternativa, il costo si può portare in detrazione?

Laddove il bonus nido non possa aiutare a recuperare la spesa sostenuta si potrebbe pensare di ricorrere alla detrazione prevista. Attenzione, perché di norma le spese sostenute per i centri estivi non sono detraibili, ma esiste un’importante eccezione legata alla natura delle attività svolte.

Se infatti il centro estivo è organizzato da associazioni sportive dilettantistiche, società o impianti sportivi, e prevede come attività prevalente lo svolgimento di discipline sportive, la spesa può essere portata in detrazione nella dichiarazione dei redditi.

In questi casi, non si parla di una detrazione specifica per il centro estivo, ma della possibilità di beneficiare della detrazione prevista per le spese sportive dei ragazzi fino a 18 anni, pari al 19% su un massimo di 210 euro annui per ciascun figlio.

È però fondamentale che sulla ricevuta o fattura rilasciata dal centro sia chiaramente indicato che si tratta di un «centro estivo sportivo» o che l’attività prevalente è quella sportiva. Va ricordato, però, che se durante l’anno si è già raggiunto il limite massimo di spesa detraibile per lo sport, gli eventuali costi aggiuntivi sostenuti per il centro estivo sportivo non possono essere ulteriormente agevolati. Pertanto, è sempre opportuno verificare in anticipo il proprio plafond residuo per evitare di spendere somme che non potranno essere recuperate tramite detrazione fiscale.

Iscriviti a Money.it