Chi è Laura Bovoli, la madre di Renzi sotto inchiesta a Firenze e Cuneo?

Alessandro Cipolla

08/10/2019

08/10/2019 - 13:04

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Insieme al marito Tiziano Renzi, Laura Bovoli madre dell’ex premier Matteo è stata condannata a 1 anno e 9 mesi in primo grado per delle fatture false, dopo che in precedenza era finita agli arresti domiciliari, ora revocati, con l’accusa di bancarotta fraudolenta e fatture false e a Cuneo è stata rinviata a giudizio per concorso in bancarotta documentale.

Chi è Laura Bovoli, la madre di Renzi sotto inchiesta a Firenze e Cuneo?

Ex insegnante delle scuole medie, imprenditrice insieme al marito Tiziano ma soprattutto madre di Matteo Renzi, ex premier e fresco leader di Italia Viva. Fino a qualche mese fa questo era quello che sapevamo di Laura “Lalla” Bovoli.

Un’inchiesta della Guardia di Finanza di Firenze ha portato però i coniugi Renzi agli arresti domiciliari , ora revocati, con l’accusa di bancarotta fraudolenta e fatture false, con il figlio Matteo che ha commentato come “tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, ma la misura decisa è abnorme”.

Sempre a Firenze adesso Laura Bovoli è arrivata anche una condanna in primo grado a 1 anno e 9 mesi, insieme al marito Tiziano, per una vicenda riguardante due fatture da un totale di 160.000 euro.

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I guai giudiziari per la Bovoli però non riguardano soltanto le inchieste nel capoluogo toscano: a gennaio sarà processata a Cuneo, dove è accusata di concorso in bancarotta documentale.

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La biografia di Laura Bovoli

A 68 e con alle spalle una lunga carriera nell’insegnamento alle scuole medie, Laura Bovoli per tutti era la madre di Matteo Renzi e la moglie di Tiziano, babbo dell’ex premier salito alle cronache alcuni anni fa per un’inchiesta sugli appalti Consip.

Matteo è il secondo di quattro figli dei coniugi Renzi da sempre di stanza a Rignano sull’Arno: la primogenita Benedetta è nata nel 1972, Samuele nel 1983 e infine Matilde che è classe 1984.

Il fratello di Laura, Nicola Bovoli, negli anni ‘80 è stato l’inventore del “Quizzy”, un telecomando che permetteva di partecipare da casa a diverse trasmissioni Fininvest, società con la quale stipulò un contratto da 7 miliardi. Proprio allo zio si deve la partecipazione di Matteo Renzi in qualità di concorrente alla Ruota della Fortuna.

Lalla oltre a essere stata un’insegnante ha da tempo ruoli anche all’interno della società di famiglia, la Eventi 6, che da oltre trent’anni si occupa di marketing, organizzazione di eventi, stampa e distribuzione di volantini e giornali.

La Eventi 6 è una società che negli anni scorsi ha fatto registrare ottimi numeri, triplicando il volume d’affari dal 2013 al 2016. Nel 2013 il fatturato è stato di 1,974 milioni, nel 2014 4,284 milioni, nel 2015 5,594 milioni e infine nel 2016 7,271 milioni.

Del resto la Eventi 6 può contare clienti come La Repubblica, Metro, Leggo, la Poligrafici Editoriali che pubblica La Nazione, Resto del Carlino, Giorno, Euronics, Trony, Conad, Mondo Convenienza, il gruppo Panini, Dico, Arcaplanet e Pagine Gialle.

La prima vicenda giudiziaria che riguarda Laura Bovoli è a Firenze in merito a delle due false fatturazioni, con la signora che è stata condannata in primo grado insieme al marito a 1 anno e 9 mesi.

Le due fatture incriminate riguardano degli studi di fattibilità, ma secondo l’accusa non corrisponderebbero però a prestazioni realmente effettuate. Si tratta di ricevute da 20.000 euro e 140.000 euro + IVA che dal giudice sono state considerate false.

Lo scorso maggio invece la Procura di Cuneo le ha contestato l’emissione di otto fatture false per un valore totale di 80.000 euro nell’indagine sul fallimento della società Direkta.

Scrive a riguardo dell’indagine il Fatto Quotidiano: “Nel mirino i rapporti tra la Eventi 6, società della famiglia Renzi e la Direkta, di Provenzano che prima di fallire nel 2014 avrebbe operato come subappaltante di Rignano restituendo una percentuale al committente. In pratica Rignano pagava e Cuneo restituiva con giustificazioni considerate poco credibili dagli investigatori”.

Il 28 febbraio per questa vicenda è stata rinviata a giudizio, con il processo che inizierà a gennaio dove si dovrà difendere dall’accusa di concorso in bancarotta documentale.

L’altra inchiesta di Firenze

Con le altre inchieste sulle false fatturazioni che sono ancora in corso, quella della Guardia di Finanza di Firenze ha portato invece entrambi i genitori dell’ex premier agli arresti domiciliari, misura poi revocata l’8 marzo.

Il tutto parte nel 2009 e al centro dell’indagine ci sono oltre alla società Eventi 6 di Tiziano Renzi e Laura Bovoli anche altre tre cooperative: Delivery Service Italia, la Europe Service e la Marmodiv, tutte riconducibili ai due.

I finanzieri hanno quindi cercato di ricostruire i fallimenti delle tre cooperative, focalizzandosi soprattutto sulla Delivery Service Italia che nel 2011 ha chiuso in quanto sommersa da debiti.

L’anno prima della chiusura però gli inquirenti avrebbero riscontrato due evasioni contributive, una di 287.131 euro per il 2010 e un’altra di 332.131. Così il Gip ha giustificato gli arresti domiciliari decisi per i coniugi Renzi.

Emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti nei cui confronti non è stata avanzata richieste cautelare pervicacemente portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini.

In sostanza come scrive l’Huffington Post: “Tiziano Renzi e Laura Bovoli, inoltre, avrebbero sempre lavorato in modo che la Eventi 6 potesse avere a disposizione manodopera senza essere gravata di oneri previdenziali ed erariali, costituendo le cooperative ’Delivery Service’, ’Europe Service’ e Marmovid, pronti ad abbandonarle non appena esse entravano in difficoltà economiche”.

L’accusa si basa anche su una mail inviata da Tiziano Renzi ad Andrea Conticini, suo genero già salito all’onore della cronaca in merito al coinvolgimento in una indagine su dei fondi versati alla sua Play Therapy Africa.

Occorre predisporre un contratto che preveda questo compenso in base a un lavoro potenzialmente contestabile, anche se il contratto deve essere apparentemente non punitivo. Chiaramente per i clienti che Eventi 6 passerà come realizzazione alla cooperativa Marmodiv. Contemporaneamente creiamo una nuova cooperativa e la mettiamo pronta. Quando abbiamo preso in mano i lavoratori e abbiamo capito, facciamo il blitz, cambiamo il presidente e chiudiamo Marmodiv per mancanza di lavoro che nel frattempo, dall’oggi al domani, lo dirottiamo alla nuova.

Sempre una mail, scritta questa volta da Laura Bovoli al marito, è quella messa agli atti dagli inquirenti dove la donna spiega la “necessità di aprire un’altra cooperativa per cercare di guadagnare qualcosa in più”.

L’unica cosa che salvaguarda la coop è andare subito a dare gli stipendi e a far firmare contemporaneamente le dimissioni a tutti. Poi la nuova cooperativa, sommersa dalle consegne di vino e volantini, sarà costretta a riassumerli subito.

Altro elemento a favore dell’accusa è la confessione, fatta lo scorso maggio davanti ai pm, dell’imprenditore Paolo Magherini a cui venivano contestate l’emissione di alcune fatture false.

Occorre predisporre un contratto che preveda questo compenso in base a un lavoro potenzialmente contestabile, anche se il contratto deve essere apparentemente non punitivo. Chiaramente per i clienti che Eventi 6 passerà come realizzazione alla cooperativa Marmodiv. Contemporaneamente creiamo una nuova cooperativa e la mettiamo pronta. Quando abbiamo preso in mano i lavoratori e abbiamo capito, facciamo il blitz, cambiamo il presidente e chiudiamo Marmodiv per mancanza di lavoro che nel frattempo, dall’oggi al domani, lo dirottiamo alla nuova.

Il castello accusatorio dell’indagine sembrerebbe essere quindi molto articolato, anche se l’avvocato dei coniugi Renzi ha parlato di una “misura incomprensibile” in merito agli arresti domiciliari decisi per i coniugi.

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