Bankitalia boccia le previsioni del Governo. La crescita dell’Italia sarà dell’0,6%

Violetta Silvestri

6 Aprile 2024 - 10:32

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L’Italia crescerà meno di quanto previsto dal Governo secondo le proiezioni di Bankitalia. Le stime su Pil e inflazione nel periodo 2024-2026 lasciano spazio a luci e ombre.

Bankitalia boccia le previsioni del Governo. La crescita dell’Italia sarà dell’0,6%

L’Italia sotto la lente delle proiezioni economiche di Bankitalia: luci e ombre per il prossimo triennio del nostro Paese.

Le stime che provengono da Via Nazionale bocciano l’ottimismo di una crescita sull’1% che il Def sperava di confermare e mettono in guardia il Governo su potenziali rischi al ribasso provenienti sia dal contesto internazionale - molto incerto - sia da dinamiche incerte.

Se da una parte vengono confermate prospettive più rosee sul calo dell’inflazione, al netto di shock geopolitici, dall’altra per un rafforzamento del Pil si deve attendere ancora almeno il 2025.

Le previsioni economiche di Bankitalia per il periodo 2024-2026 sono quindi un avvertimento per la ripresa della nazione, inquadrata in una cornice ancora piena di insidie.

Pil e inflazione in Italia: le stime che allertano

Nell’aggiornamento di aprile delle stime economiche del nostro Paese, Bankitalia ha fornito un nuovo quadro su Pil e inflazione. Queste le previsioni:

Pil

  • +0,6% nel 2024;
  • +1,0% nel 2025;
  • +1,2% nel 2026

Inflazione

  • +1,3% nel 2024;
  • +1,7% nel 2025 e nel 2026

Rispetto alle proiezioni di dicembre, i prezzi al consumo sono visti in maggiore diminuzione soprattutto grazie al ridimensionamento dei costi dell’energia (in primis del gas) che avevano invece causato l’impennata dal 2022.

L’aumento dell’occupazione dovrebbe essere confermato, anche se in misura minore rispetto al Pil. Secondo le stime di Bankitalia, il tasso di disoccupazione mostrerà un calo piuttosto lento, al 7,4% nel 2026, “oltre 5 punti in meno rispetto ai picchi toccati successivamente alla crisi del debito un decennio fa”.

Buone le previsioni sul consumo delle famiglie, con un recupero del potere di acquisto che dovrebbe palesarsi man mano già nel corso del 2024. Sugli investimenti, invece, si esprime maggiore cautela. Costi di finanziamento ancora elevati, più difficoltà nell’accesso al credito e ridimensionamento degli incentivi nell’edilizia fungeranno da ostacolo. Il motore del Pnrr dovrebbe, però, compensare questi freni e stimolare il ritmo degli investimenti.

Per quanto riguarda il commercio, l’Italia dovrebbe garantire un saldo di conto corrente della bilancia dei pagamenti positivo. Le esportazioni possono crescere in base al sentiment della domanda estera, mentre l’import potrebbe risentire di una spesa per investimenti ancora bassa.

Tutti i rischi per l’Italia

Nel valutare le prospettive economiche dell’Italia, gli esperti di Via Nazionale mettono in guardia il Governo da tutti i rischi che il Paese corre e che possono tradursi in minore crescita e rialzo dei prezzi.

In generale, occorre sottolineare che la stima di un aumento del Pil dello 0,6% nel 2024 è inferiore a quella che si aspetta il Governo e questo potrebbe tradursi in minori risorse a disposizione per l’anno in corso.

Il Prodotto interno lordo è inserito poi in un quadro piuttosto incerto, con rischi valutati al ribasso:

“Una crescita più contenuta potrebbe manifestarsi se lo scarso dinamismo del commercio mondiale persistesse più a lungo, in connessione con l’incertezza che caratterizza la ripresa dell’economia cinese e con un eventuale aggravarsi delle tensioni politiche internazionali. L’impatto della restrizione monetaria potrebbe inoltre essere più accentuato del previsto e incidere più intensamente sulla domanda interna. Infine, il progressivo ridimensionamento degli incentivi alla riqualificazione delle abitazioni potrebbe tradursi in una correzione dell’attività nel comparto edilizio più marcata di quanto previsto.”

Anche l’inflazione può ancora subire scosse: in rialzo, se le pericolose e complesse dinamiche geopolitiche - con due guerre in corso - peggiorano e in ribasso se la domanda resta molto debole.

Lo scenario economico dell’Italia, quindi, rimane incerto. Senza dimenticare il problema cronico del debito, con l’Ue già pronta a procedere con l’infrazione per il deficit eccessivo.

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