Banche Italia: Moody’s, ancora tanto lavoro da fare

Luca Fiore

16 Luglio 2019 - 16:57

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Nonostante i risultati degli ultimi anni, c’è ancora tanto lavoro da fare per le banche italiane. Parola di Moody’s.

Banche Italia: Moody’s, ancora tanto lavoro da fare

Tanto è stato fatto, tanto resta da fare. Questa la fotografia del comparto bancario italiano che emerge da un report elaborato dall’agenzia di rating Moody’s.

Negli ultimi due anni lo stock di NPL (Non Performing Loans, i crediti deteriorati) ha fatto segnare un forte calo e, rileva l’agenzia, nel 2019 è attesa un ulteriore contrazione.

Moody’s: cartolarizzazioni e vendite dietro il forte calo

Due i fattori che hanno favorito la contrazione: le vendite agli investitori istituzionali e lo schema predisposto dalle autorità del Belpaese per favorire la cartolarizzazione dei crediti in sofferenza.

Per quanto riguarda il primo canale, le banche “hanno venduto oltre 70 miliardi di euro di crediti non performanti direttamente agli investitori”, mentre nel secondo caso “le banche italiane hanno cartolarizzato 62 miliardi di prestiti a debitori insolventi nell’ambito di 21 transazioni, anche grazie a uno strumento governativo di garanzia chiamato GACS”, ha detto Fabio Iannò di Moody’s.

Le GACS (Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze) sono garanzie concesse dallo Stato per agevolare lo smobilizzo dei crediti in sofferenza dai bilanci delle banche.

La garanzia è concessa dal Ministero dell’economia sulle passività emesse nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione a fronte della cessione da parte delle banche dei crediti in sofferenza a una Società veicolo (SPV, Special Purpose Vehicle).

Moody’s: tanto è stato fatto, tanto resta da fare

Tramite queste operazioni, la quota di crediti problematici sul totale nel 2019 dovrebbe scendere all’8%, oltre la metà rispetto al 17% del 2015, quando era stato registrato un picco.

Il forte miglioramento è legato principalmente alle riduzioni messe in campo negli ultimi due anni dalle cinque maggiori banche italiane: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM, Monte dei Paschi ed UBI Banca.

“Nonostante i miglioramenti, gli NPL a fine 2018 si attestavano al 9,3% del totale lordo, decisamente al di sopra del 3,2% medio delle banche europee”, riporta lo studio.

Nel 2018 e nel 2019, la Banca centrale europea (BCE) ha definito linee guida per tutte le banche con elevati livelli di NPL, richiedendo coperture più elevate per questo tipo di crediti.

“Moody’s ritiene che l’approccio più rigoroso del supervisore costringerà le banche italiane a ridurre ulteriormente il loro stock di crediti problematici nei prossimi anni”.

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