Azioni globali: perdite da $18.000 mld nel 2022. Cosa può ancora accadere

Violetta Silvestri

30 Dicembre 2022 - 12:25

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Il 2022 si è chiuso con perdite importanti per le azioni globali, pari a circa 18.000 miliardi di dollari. Il 2023 sarà migliore? Non è scontato: i fattori da osservare. Cosa può succedere ai mercati?

Azioni globali: perdite da $18.000 mld nel 2022. Cosa può ancora accadere

I mercati azionari hanno superato il peggio con la fine del 2022?

Non è detto, secondo alcune analisi degli esperti. All’orizzonte si intravedono altri alti e bassi del tech, l’ondata di Covid in Cina e, soprattutto, banche centrali agguerrite e poco disposte a cambiare direzione. Dopo una disfatta record di 18.000 miliardi di dollari, le azioni globali devono superare tutti questi ostacoli e altri ancora se vogliono sfuggire a un secondo anno consecutivo di perdite.

Con un calo di oltre il 20% nel 2022, l’MSCI All-Country World Index è sulla buona strada per la sua peggiore performance dalla crisi del 2008, poiché gli enormi aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve hanno più che raddoppiato i rendimenti dei Treasury a 10 anni.

I rialzisti che guardano al 2023 potrebbero trarre conforto dal fatto che due anni consecutivi di ribasso sono rari per i principali mercati azionari: l’indice S&P 500 è sceso per un biennio in ​​sole quattro occasioni dal 1928. Tuttavia, non è improbabile.

Tutti i fattori da osservare nel 2023 per i mercati azionari, dopo il dramma del 2022, secondo una valutazione apparsa su Bloomberg. Cosa può ancora succedere alle azioni?

Il ruolo delle banche centrali, tra tassi e recessione

Gli ottimisti potrebbero sottolineare che il picco del rialzo dei tassi è all’orizzonte, forse a marzo, con i mercati monetari che si aspettano che la Fed possa iniziare a tagliare il costo del denaro entro la fine del 2023. Un sondaggio di Bloomberg News ha rilevato che il 71% dei principali investitori globali stima azioni in aumento.

Vincent Mortier, chief investment officer di Amundi, il più grande gestore di fondi in Europa, raccomanda un posizionamento difensivo per gli investitori che si avvicinano al nuovo anno. Si aspetta un percorso accidentato nel 2023, ma ritiene che “un pivot della Fed nella prima parte dell’anno potrebbe innescare punti di ingresso interessanti”.

Tuttavia, molti si stanno preparando per ulteriori inversioni di tendenza.

Un rischio è che l’inflazione rimanga troppo alta e che i tagli dei tassi non si concretizzino. Un modello di Bloomberg Economics mostra una probabilità del 100% di recessione a partire da agosto, ma sembra improbabile che le banche centrali si affretteranno ad allentare le politiche pur di fronte a crepe nell’economia.

I responsabili politici, almeno negli Stati Uniti e in Europa, ora sembrano rassegnati a una crescita economica più debole nel 2023, secondo Christian Nolting, chief investment officer globale di Deutsche Bank Private Bank. Le recessioni potrebbero essere brevi “ma non saranno indolori,” ha avvertito.

Big tech verso la riscossa?

Una grande incognita è come se la caveranno le big tecnologiche, dopo un crollo del 35% per il Nasdaq 100 nel 2022. Aziende come Meta Platforms e Tesla hanno perso circa i due terzi del loro valore, mentre le perdite su Amazon.com e Netflix si sono avvicinate o hanno superato il 50%.

I titoli tecnologici con valutazioni alte soffrono di più quando i tassi di interesse aumentano. Ma anche altre tendenze che hanno sostenuto il progresso della tecnologia negli ultimi anni potrebbero invertirsi: la recessione economica rischia di colpire la domanda di iPhone mentre un crollo della pubblicità online potrebbe trascinare Meta e Alphabet Inc.

Nel sondaggio annuale di Bloomberg, solo circa la metà degli intervistati ha affermato che acquisterebbe il settore in modo selettivo.

“Alcuni dei nomi tech torneranno perché hanno fatto un ottimo lavoro convincendo i clienti a usarli, come Amazon, ma altri probabilmente non raggiungeranno mai quel picco poiché le persone sono andate avanti...”, secondo Kim Forrest, chief investment officer di Bokeh Capital Partners.

Utili societari in focus

È ampiamente previsto che i profitti aziendali precedentemente resilienti si sgretolino nel 2023, con l’aumento della pressione sui margini e l’indebolimento della domanda dei consumatori.

“Il capitolo finale di questo mercato ribassista riguarda il percorso delle stime degli utili, che sono decisamente troppo alte”, secondo Mike Wilson di Morgan Stanley, un “orso” di Wall Street che prevede guadagni di $180 per azione nel 2023 per l’S&P 500, rispetto aspettative degli analisti di $231.

L’imminente recessione degli utili potrebbe confrontarsi con quella del 2008, e i mercati devono ancora valutarla, ha affermato.

Cina e Covid: nuovi guai in arrivo?

La decisione di Pechino all’inizio di dicembre di smantellare i severi limiti Covid è sembrata un punto di svolta per l’indice cinese di MSCI, il cui calo del 24% ha contribuito in modo determinante alle perdite del mercato azionario globale nel 2022.

Tuttavia, un mese di rally nelle azioni della Cina continentale e di Hong Kong si è esaurito poiché un’ondata di contagi Covid minaccia la ripresa economica. Molte nazioni ora richiedono test per i viaggiatori provenienti dalla Cina, un aspetto negativo per i titoli globali di viaggi, tempo libero e lusso.

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