Avvocati senza lavoro? Molti vogliono diventare insegnanti

Simone Micocci

26 Settembre 2017 - 11:05

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Professione forense in crisi? Sempre più laureati in Giurisprudenza vogliono diventare insegnanti.

Avvocati senza lavoro? Molti vogliono diventare insegnanti

Sempre più avvocati senza lavoro; ecco perché sta crescendo il numero di coloro che cercano un impiego stabile fuori dall’ambito forense.

Un fenomeno confermato dagli ultimi dati delle supplenze nella scuola italiana, dove solamente quest’anno sono state più di 650mila le richieste pervenute alle segreterie scolastiche.

Il problema è che ad avanzare la richiesta non sono stati solamente coloro che aspirano a diventare insegnanti per “vocazione”; ci sono infatti molti professionisti di altri ambiti che hanno scelto di intraprendere la strada per diventare insegnanti vista la difficoltà di trovare un impiego fisso e abbastanza remunerativo nel proprio campo.

Avvocati, commercialisti, architetti; tutti professionisti che hanno conseguito una laurea idonea per l’iscrizione ad una classe di concorso e che quindi possono aspirare ad insegnare nelle scuole, seppur solamente come docenti supplenti.

Il boom delle domande, infatti, riguarda specialmente la terza fascia delle Graduatorie d’Istituto, dove per iscriversi non è necessaria l’abilitazione ma è sufficiente il titolo richiesto per la classe di concorso nella quale si vuole insegnare.

Dalla terza fascia delle Graduatorie d’Istituto vengono selezionati i supplenti per ricoprire i posti rimasti vacanti dopo le immissioni di ruolo; insomma non si tratta di un impiego stabile, ma a quanto pare per molti professionisti è comunque più vantaggioso della loro attuale situazione lavorativa.

L’insegnamento, così come ogni altro posto nella Pubblica Amministrazione, è considerato come un “porto sicuro” per tutti quei professionisti che nonostante sognino di fare successo nel loro ambito di appartenenza sono costretti a fare i conti con una situazione lavorativa che non concede loro le adeguate garanzie economiche.

Laureati in Giurisprudenza vogliono diventare insegnanti: la crisi dell’avvocatura italiana

Nel caso degli avvocati questo fenomeno è ancora più accentuato. Quest’anno infatti sono stati tantissimi i laureati in Giurisprudenza che hanno presentato domanda di iscrizione alla terza fascia delle Graduatorie d’Istituto per insegnare nelle scuole, a conferma del fatto che oggi guadagnare con la professione forense è sempre più difficile.

D’altronde i redditi degli avvocati sono sempre più bassi, mentre il numero di professionisti continua a salire. Non c’è lavoro per tutti e per questo in molti cercano un impiego fisso con il quale percepire una retribuzione mensile fissa e sicura. Senza dimenticare la difficoltà dell’esame per l’abilitazione forense, dove quest’anno solamente la metà dei candidati è stata ammessa agli orali; ciò porta molti laureati in Giurisprudenza, stanchi di tentare di superare il difficilissimo esame, a cercare un impiego differente e l’insegnante è uno di questi.

Diventare insegnanti per molti è la soluzione migliore; anche se lo stipendio da supplente non è altissimo (si può arrivare al massimo a 1.300 euro) le ore di impiego non precludono al professionista legale di esercitare privatamente. “A scuola la mattina e in studio nel pomeriggio”: è questo il progetto degli avvocati che vogliono intraprendere la carriera come insegnanti, ma anche di tutti quei commercialisti o architetti che hanno scelto la medesima strada.

Una scelta che per molti è stata dettata dalla mancanza di garanzie economiche della libera professione forense; solitamente, infatti, chi si iscrive a Giurisprudenza lo fa per scopi differenti da quello di diventare insegnanti.

Questo fenomeno è particolarmente accentuato nel Nord Italia; tra Milano e Monza, infatti, sono 41.528 le richieste in mano ai dirigenti scolastici, molte delle quali inviate da avvocati e commercialisti senza un impiego stabile.

Ma per gli avvocati diventare insegnanti è veramente così semplice? Facciamo chiarezza.

Quali materie si possono insegnare con la laurea in Giurisprudenza?

Con la Laurea in Giurisprudenza ci si può iscrivere alla classe di concorso 19/A - Discipline giuridiche ed economiche. A seconda della tipologia di istituto nei quali si viene chiamati, quindi, c’è una diversa materia del diritto da insegnare: ad esempio, negli istituti tecnici per geometri c’è “Elementi del Diritto”, mentre in quelli tecnici per il turismo ci sono “Diritto e legislazione turistica” ed “Economia politica, statistica e scienze delle finanze”.

Ecco una tabella, presa dal sito del MIUR, con tutte le materia che si possono insegnare con la Laurea in Giurisprudenza.

Ma per un avvocato non è così semplice diventare insegnanti; anche qui - come nell’ambito forense - la competizione è molto alta. Nel 2017 sono state più di 600mila le domande complessive per l’iscrizione alle Graduatorie d’Istituto e per la classe di concorso 19/A i posti disponibili non sono moltissimi.

Ecco perché diventare insegnanti non è così semplice come si crede, anzi si rischia di intraprendere un percorso persino più tortuoso di quello per affermarsi come avvocati.

E la strada è ancora più lunga per coloro che vogliono diventare insegnanti di ruolo; in tal caso, infatti, la sola laurea in Giurisprudenza non è sufficiente poiché - dopo l’approvazione della riforma del reclutamento - è necessario tornare all’Università per conseguire 24 CFUnelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche”.

Solamente dopo aver preso i crediti mancanti ci si potrà iscrivere ad un concorso scuola valido per l’accesso ad un tirocinio triennale come insegnante. Alla fine del triennio, se idonei all’insegnamento, vi verrà assegnata finalmente una cattedra di ruolo.

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