Aumento stipendio nel 2023, ecco come: i programmi dei partiti candidati alle elezioni politiche 2022

Simone Micocci

26/08/2022

14/09/2022 - 17:12

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L’aumento dello stipendio è un argomento ricorrente nella campagna elettorale: vediamo quali sono i programmi dei partiti candidati alle elezioni politiche 2022.

Aumento stipendio nel 2023, ecco come: i programmi dei partiti candidati alle elezioni politiche 2022

C’è un elemento comune a tutti i partiti in questa campagna elettorale: la necessità di aumentare lo stipendio degli italiani, specialmente alla luce dell’elevato tasso d’inflazione che sta comportando la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni.

Tuttavia, non tutti concordano sul come: se da una parte c’è il Partito Democratico che intende riconoscere una mensilità in più a tutti i lavoratori, dall’altra il Centrodestra punta sull’introduzione della Flat tax così da ridurre la pressione fiscale e far sì che gli italiani abbiano una maggiore liquidità di cui disporre.

Ma non sarà facile, anche perché il nuovo governo dovrà fare a meno anche delle misure straordinarie introdotte dal governo Draghi per il 2022. Vale, ad esempio, per lo sgravio contributivo che da luglio è stato portato al 2%, il quale non è previsto per il prossimo anno; qualora lo si volesse confermare bisognerebbe trovare oltre 4 miliardi di euro, altrimenti la quota contributi a carico del lavoratore dipendente tornerà a essere del 9,19% nel settore privato o dell’8,80% per i dipendenti pubblici.

Alla luce di ciò, vediamo quali sono le proposte avanzate in questa campagna elettorale in merito all’aumento degli stipendi, obiettivo che solitamente viaggia parallelamente al taglio del cuneo fiscale.

Aumento di stipendio nel 2023: le proposte del centrodestra

Qualche giorno fa, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, si è soffermata sulla parte del proprio programma che riguarda l’aumento degli stipendi. Nel dettaglio, ha sottolineato che “lo Stato non crea ricchezza e posti di lavoro, in quanto sono le imprese e i lavoratori a farlo”; tuttavia, è compito dello Stato prevedere delle regole che possano supportarli. Ad esempio, ridurre il cuneo fiscale è il primo aspetto, tagliando così il costo del lavoro che grava tanto sulle aziende quanto sui lavoratori stessi.

Ad affiancare al taglio del cuneo fiscale, obiettivo che il centrodestra intende raggiungere con l’introduzione della cosiddetta Flat tax anche per i lavoratori dipendenti, ci sarà un sistema fiscale che andrà a premiare le imprese che creano posti di lavoro in Italia: FdI, infatti, intende prevedere una super deduzione per quelle aziende che negli ultimi tre anni hanno provveduto a un aumento degli organici.

Altra proposta di Fratelli d’Italia, che tuttavia poco impatta sull’importo delle retribuzioni, è il dividere la busta paga in due parti, così da far sì che lo stipendio venga pagato non una volta al mese bensì ogni 15 giorni.

Tra gli alleati, Lega e Forza Italia, il discorso lato stipendi si concentra perlopiù sulla Flat tax, la quale dovrebbe riguardare i redditi fino a 70 mila euro e garantirà - come sottolineato da Matteo Salvini - un sostanziale risparmio per le famiglie italiane, anche per quelle con basso reddito.

Anche Berlusconi è favorevole alla Flat tax, ma lato stipendi il leader di Forza Italia va oltre e promette l’aumento a 1.000 euro per i contratti di apprendistato, così come un incremento di un terzo per lo stipendio percepito dalle forze dell’ordine.

Aumento di stipendio nel 2023: le proposte del Partito democratico

Enrico Letta intende riprendere il programma di Mario Draghi dal punto in cui è stato interrotto a causa della crisi del governo. A tal proposito, il leader del Partito Democratico ricorda che il governo era vicino a realizzare una promessa, ossia riconoscere una mensilità di stipendio in più contro il caro vita.

La crisi di governo lo ha impedito, ma il Partito Democratico non intende rinunciarvi e assicura che tale obiettivo potrebbe essere raggiunto già nel 2023. Come? Con il taglio del cuneo fiscale ovviamente, riducendo così le imposte che gravano sulle retribuzioni.

Ma non è tutto, perché Enrico Letta ha in mente di procedere con un aumento di stipendio per una particolare categoria di lavoratori: gli insegnanti, così da far sì che il livello salariale si avvicini a quello percepito nel resto d’Europa.

Aumento di stipendio nel 2023: le proposte del Movimento 5 Stelle

Anche Giuseppe Conte intende aumentare lo stipendio degli insegnanti italiani, come pure tagliare il cuneo fiscale garantendo però un risparmio incisivo, e non di 6 o 7 euro in più al mese come fatto dal governo Draghi.

Senza dimenticare però l’introduzione di un salario minimo, necessario per tutti quei lavoratori che oggi sono scoperti dalla contrattazione collettiva. Salario minimo che, secondo Conte, dovrà essere di 9 euro l’ora.

E ancora: Giuseppe Conte vorrebbe ridurre l’orario di lavoro mantenendo però lo stesso livello retributivo. Nel dettaglio, dalle attuali 40 ore settimanali si potrebbe scendere a 36, così da riconoscere al lavoratore più tempo libero da dedicare ai propri interessi.

Infine, il Movimento 5 Stelle vuole eliminare stage e tirocini gratuiti, fissando un compenso minimo e calcolando quel periodo ai fini della pensione.

Aumento di stipendio nel 2023: le proposte di Azione e Italia Viva

Azione e Italia Viva concordano sulla necessità di aumentare lo stipendio degli insegnanti, così come pure sul riconoscere un sostegno per fronteggiare la perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni causata dall’inflazione.

A tal proposito, il miglioramento salariale arriverebbe consentendo ai datori di lavoro di recuperare il 50% di una mensilità ulteriore, sia per il 2022 che per il 2023, da conferire poi al lavoratore.

Ma misure saranno rivolte specialmente ai giovani, per i quali è prevista una detassazione totale fino a 25 anni di età, mentre tra i 26 e i 30 anni sarebbe del 50%. L’obiettivo è chiaro: alimentare non solo la domanda, ma soprattutto l’offerta di lavoro.

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