Niente aumenti IVA e benzina nel Def, Renzi: “Abbiamo rottamato Dracula”

Alessandro Cipolla

19 Aprile 2017 - 11:55

Per Matteo Renzi non ci saranno aumenti dell’IVA, della benzina o di altre tasse nella prossima manovra di autunno ma neanche in futuro : “Abbiamo rottamato Dracula”.

Niente aumenti IVA e benzina nel Def, Renzi: “Abbiamo rottamato Dracula”

Torna a ruggire Matteo Renzi che nell’e-news ha parlato del paventato aumento delle tasse nella prossima manovra economica autunnale, negando che nel Def ci possano essere possibilità di modifiche riguardanti l’IVA o di altre accise come la benzina.

Anche se non è più il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi marca stretto le scelte del governo in materia economica, precisando che il suo esecutivo non ha lasciato nessun buco di bilancio ma al contrario un autentico tesoretto.

Un Partito Democratico che secondo Matteo Renzi non è più il partito delle tasse, con il grande lavoro che sarebbe stato fatto dal suo governo che consentirebbe adesso a Gentiloni e Padoan di poter “rottamare Dracula”.

Ma Renzi non ha parlato solo dell’aumento dell’IVA o delle altre tasse nella e-news, ma anche degli investimenti possibili grazie al tesoretto lasciato dal suo governo e del caso Consip, soprattutto in virtù degli ultimi sviluppi.

Matteo Renzi nega possibili aumenti delle tasse

Non ci sarà l’aumento dell’IVA o di altre tasse nella prossima manovra economica, garantisce Matteo Renzi. Questo è il succo dell’e-news scritta dall’ex Presidente del Consiglio attualmente alle prese con la campagna delle primarie Pd.

In questi giorni il governo ha presentato il Def e preparato la manovra di assestamento richiesta da Bruxelles, con l’ipotesi di un aumento delle tasse e in particolare dell’IVA nella prossima Legge di stabilità che veniva ipotizzata da più di un esperto.

Non c’è nessun aumento di Iva, né della benzina, né dello zucchero. L’ultima volta che in Italia è aumentata l’Iva risale al primo ottobre 2013, un altro governo. Noi le tasse non le aumentiamo. E il governo Gentiloni ha scelto la stessa strategia. Anche per il futuro, a giudicare da quello che c’è scritto nel Def. Il Pd non è più il partito delle tasse, abbiamo davvero rottamato Dracula.

Con queste parole Matteo Renzi si è affrettato a negare l’ipotesi di ogni possibile futuro aumento delle tasse, sottolineando come l’ultimo aumento dell’IVA non portasse la firma del suo esecutivo.

Altro tema toccato dalla e-news dell’ex premier è stato quello del presunto buco lasciato dal suo governo, negandone con fermezza l’esistenza asserendo invece come ci sia un autentico tesoretto che sarà utilizzato per gli investimenti che il nostro paese necessita.

Non abbiamo lasciato nessun buco . Abbiamo però lasciato molti soldi per i principali provvedimenti di cui l’Italia ha bisogno. Su tutti il fondo da 47 miliardi di euro, che abbiamo costruito nella Legge di Bilancio e voluto come Dpcm, cioè come Presidenza per gli investimenti che il Presidente Gentiloni firmerà nei prossimi giorni. Sintesi giornalistica: abbiamo lasciato un tesoretto, non un buco.

Per Renzi grazie a questo sostanzioso gruzzolo il governo Gentiloni potrà affrontare quelle che per lui sono le tre emergenze sociali del paese: la povertà, lo stato delle periferie e le pensioni.

Nelle scorse settimane è stata firmata l’intesa con i Comuni per il finanziamento di diversi progetti tesi alla riqualificazione delle periferie, mentre per la povertà e le pensioni il governo si sta adoperando con il Reddito di Inclusione e l’Ape, l’anticipo pensionistico.

Nella lunga e corposa e-news, alla fine trova spazio anche il caso Consip, con Matteo Renzi che torna a ribadire come la sua linea sia sempre quella della ricerca della verità, soprattutto alla luce delle ultime novità.

La strategia di Renzi

Quelle scritte nella e-news da Matteo Renzi non sembrano le parole di un candidato alla segreteria del Partito Democratico, ma quelle di un Presidente del Consiglio che difende le scelte del proprio governo.

Non ci sono dubbi che Renzi senta in tasca la vittoria alle primarie del 30 aprile, che ormai sono quasi una come una prassi da sbrigare prima di tuffarsi anima e corpo nella lunga campagna elettorale delle prossime elezioni politiche.

Anche se non è più il premier, questo governo è un riflesso della politica di Renzi. Non è un caso quindi che l’aspirante segretario del Pd non voglia aumenti delle tasse prima delle elezioni, così come non è un caso che Gentiloni e Padoan abbiano accettato il diktat.

La posizione attuale di Matteo Renzi non è semplice. Da una parte ci sono gli attacchi degli altri candidati alla segreteria, dall’altra c’è un governo che ancora viene identificato nella sua persona che è fiaccato dagli sgarbi dei bersaniani e dai tranelli degli alfaniani.

Una situazione questa che ha portato più volte l’ex premier a dire basta e a spingere per delle elezioni anticipate a settembre. Renzi infatti non può permettersi un governo debole e vittima di continui ricatti, soprattutto perché questo presterebbe il fianco agli attacchi delle opposizioni, Movimento 5 Stelle in testa.

Il governo quindi manterrà la promessa di Renzi di non aumentare le tasse? Con ogni probabilità la parola data verrà rispettata nella prossima manovra autunnale, ma qualsiasi sarà il prossimo governo dovrà comunque fare i conti con delle casse statali che non godono di grande salute.

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