Assistenza genitori anziani, cosa fare se i fratelli non collaborano

Ilena D’Errico

5 Febbraio 2024 - 21:38

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Cosa fare se i fratelli non collaborano nell’assistenza dei genitori anziani? Ecco cosa prevede la legge in proposito, come si suddivide l’obbligo e come tutelarsi.

Assistenza genitori anziani, cosa fare se i fratelli non collaborano

L’assistenza dei genitori anziani è un tema delicato e spesso divisivo per le famiglie, dato che comporta molto impegno per i figli, anche soltanto dal punto di vista organizzativo. Si pensa che quando ci sono più fratelli e sorelle l’organizzazione risulti più semplice, ma in realtà coordinare l’impegno di tutti crea spesso litigi e malumori.

Nella maggior parte dei casi i genitori sono comprensivi nei confronti dei figli che non riescono a prendersi cura di loro per mancanza di tempo, disponibilità economiche o perché vivono altrove, mentre i fratelli che si dedicano all’assistenza si mostrano molto più severi. In effetti, non sembra giusto che alcuni figli debbano completamente farsi carico dell’assistenza dei genitori mentre altri si disinteressano.

Di fatto, l’obbligo di assistenza ricade indistintamente su tutti i figli autosufficienti, ma nonostante ciò non si può obbligare un fratello o una sorella a fare la sua parte. Una situazione simile crea non pochi disagi, anche perché i figli che assistono i genitori si sentono quasi costretti a impegnarsi di più per sopperire alle mancanze degli altri. Cosa si può fare se non vogliono collaborare?

Chi è obbligato ad assistere i genitori?

Un certo obbligo di assistenza dei genitori anziani e non autosufficienti ricade su tutti i figli indistintamente, ma deve essere commisurato alle capacità e possibilità di ognuno. Molto spesso l’assistenza dei genitori avviene in modo diretto (facendo loro la spesa, le pulizie, ospitandoli o nei casi più delicati provvedendo alla loro cura personale e alle medicazioni), ma non esiste un obbligo legale in questo senso.

I figli devono assicurarsi che i genitori incapaci siano al sicuro e che abbiano quanto necessario alla sopravvivenza. L’obbligo di assistenza deve infatti essere quantificabile economicamente negli alimenti, proporzionati alle disponibilità economiche degli obbligati. Tutti i figli sono tenuti ad adempiere, ma in misura diversa perché dipende dalle loro capacità.

Si possono obbligare i fratelli ad assistere i genitori?

L’obbligo di assistenza, se così si vuole definirlo, ricade su tutti i figli, ma non è possibile obbligare fratelli e sorelle ad adempiere. Innanzitutto soltanto il giudice può decidere sulla questione, ma l’azione legale può essere sollecitata soltanto dai beneficiari, ovvero i genitori stessi.

Questa sorta di dovere condiviso, infatti, non crea alcun tipo di rapporto giuridico tra fratelli e sorelle. Ognuno ha il medesimo obbligo nei confronti dei genitori in modo indipendente e la sua suddivisione non rileva nemmeno quanto si potrebbe pensare, dato che il fine ultimo è quello di garantire il benessere e la sussistenza dei genitori (laddove incapaci o in stato di bisogno).

Ogni figlio è tenuto come individuo a provvedere, nel limite delle proprie possibilità, indipendentemente dal contributo dei fratelli. Un esempio pratico può aiutare a capire meglio il concetto. Molti fratelli si dividono il compito di cura decidendo di ospitare a turno i genitori non autosufficienti, che è un modo pratico ma funzionale di assolvere all’obbligo e assicurarsi del benessere dei genitori.

Se uno dei fratelli viene meno all’impegno rifiutandosi di ospitare i genitori, l’altro non può semplicemente lasciarli da soli a casa perché ha fatto il suo dovere. I genitori incapaci devono essere messi in condizione di sicurezza e tutti i figli sono responsabili al riguardo, anche dal punto di vista penale. Quanto al dovere alimentare servirebbe invece una quantificazione imposta dal giudice, anche obbligatoriamente.

Cosa fare se i fratelli non collaborano

Non si possono obbligare i fratelli a prendersi cura dei genitori anziani, ma anzi bisogna continuare ad assolvere questo compito (innanzitutto per il benessere dei genitori) secondo le proprie possibilità. I fratelli non hanno gli uni rispetto agli altri veri e propri strumenti di tutela né possono aspettarsi premi dall’eredità, ma si ricorda che l’obbligo alimentare non può comunque andare oltre le disponibilità economiche di ognuno.

L’obbligo, peraltro, è di tipo economico, dunque nessuno è obbligato a prendersi cura personalmente dei genitori ma può fornire loro il denaro necessario a ricevere l’assistenza, sempre nel limite delle proprie finanze. L’importante è farlo e assicurarsi che i genitori siano al sicuro. Quanto ai fratelli e le sorelle ci sono soltanto due strade da tentare:

  • Se i genitori sono pienamente capaci di intendere e di volere si può parlare direttamente con loro, spiegando con tatto la difficoltà a occuparsi dell’assistenza senza collaborazione e chiedendo che anche i fratelli contribuiscano;
  • se i genitori non sono pienamente capaci di intendere e di volere si può ricorrere in tribunale per la nomina di un amministratore di sostegno o di un tutore, affinché il soggetto designato possa agire per i loro interessi.

In ogni caso, i fratelli non possono pretendere rimborsi o avviare una causa civile personalmente.

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