Assegno di inclusione 2024, entro quando va rinnovato l’Isee?

Simone Micocci

31 Gennaio 2024 - 12:51

condividi

Assegno di inclusione, al momento vale sia l’Isee 2023 che quello aggiornato al 2024: ma non sarà sempre così. Ecco qual è il termine ultimo per il rilascio della nuova attestazione.

Assegno di inclusione 2024, entro quando va rinnovato l’Isee?

Chi oggi presenta domanda per l’Assegno di inclusione può farlo tanto con l’Isee 2023 quanto con quello in corso di validità (aggiornato quindi al 2024).

A prevedere una tale possibilità è il decreto ministeriale n. 154 del 2023, che all’articolo 3, comma 3, risponde anche alla domanda su quando bisogna rinnovare l’Isee per scongiurare il rischio di sospensione dei pagamenti.

Infatti, nonostante in questa prima fase iniziale sia possibile percepire l’Assegno di inclusione tanto con l’Isee 2023 quanto con l’Isee 2024, presto non sarà più così e tutti i nuclei familiari dovranno premunirsi della nuova attestazione.

A tal proposito, facciamo chiarezza su tutte le scadenze Isee per l’Assegno di inclusione, valide tanto per chi deve farne ancora domanda quanto per coloro che già hanno percepito del primo pagamento.

Fino a quando si può fare domanda con l’Isee 2023

Come specificato dal decreto ministeriale 154/2023, e ribadito dall’Inps nella circolare n. 105 pubblicata a dicembre scorso, chi fa domanda di Assegno di inclusione tra gennaio e febbraio non deve necessariamente aver richiesto il nuovo Isee.

C’è tutto il tempo, infatti, per il rilascio della nuova attestazione e raccogliere i documenti necessari, visto che per le domande presentate fino al mese di febbraio 2024 si può tener conto dell’Isee 2023 per la verifica dei requisiti necessari per accedere alla nuova misura.

Ovviamente ciò vale solamente laddove non sia ancora disponibile la nuova attestazione per l’anno corrente. Per le famiglie che sono regolarmente in possesso dell’Isee 2024, infatti, la valutazione dei requisiti avviene su quest’ultima.

Conviene fare domanda con l’Isee 2023 o 2024?

Fermo restando che fino al 29 febbraio la domanda può essere presentata sia con l’Isee del 2023 che con quello del 2024, bisogna capire cosa conviene fare. Ovviamente non c’è una risposta comune a tutti, in quanto dipende dalla situazione economica nei periodi presi come riferimento nelle attestazioni.

Se ad esempio tra il 2021 (anno preso in esame nell’Isee 2023) e il 2022 (Isee 2024) non ci sono state variazioni considerevoli, stesso consigliamo di fare domanda di Assegno di inclusione direttamente con il nuovo Isee così da togliersi il pensiero.

Ovviamente dipende anche dalla tempistica: ricordiamo infatti che coloro che fanno domanda entro oggi si assicurano un doppio pagamento a febbraio, uno per la mensilità di gennaio e una per il mese prossimo. In tal caso, quindi, conviene fare subito domanda e poi nei prossimi giorni richiedere il nuovo Isee.

Entro quando va richiesto il nuovo Isee per l’Assegno di inclusione

A partire dall’1 marzo 2024 non saranno accolte domande di Assegno di inclusione senza un Isee in corso di validità. Prima di fare domanda per il sostegno, quindi, bisogna necessariamente presentare la Dsu ai fini Isee e attendere il rilascio dell’attestazione.

Questa scadenza si applica anche per coloro che già percepiscono l’Assegno di inclusione: laddove la domanda sia stata presentata con Isee 2023, c’è tempo quindi fino al 29 febbraio 2024 per regolarizzare la propria posizione.

In caso contrario la mensilità di marzo non verrà pagata e l’Assegno di inclusione risulterà sospeso. Solamente al rilascio della nuova attestazione il pagamento verrà sbloccato, fermo restando che l’Inps effettuerà una nuova valutazione dei requisiti nonché un ricalcolo dell’importo.

Assegno di inclusione, cosa succede quando si passa dall’Isee 2023 a 2024

È dall’attestazione Isee che l’Inps prende tutte quelle informazioni necessarie per valutare se l’Assegno di inclusione spetta o meno, o comunque per calcolarne l’importo.

Come anticipato, quindi, potrebbe succedere che al rilascio del nuovo Isee possa esserci un cambiamento nello stato della domanda. Ad esempio, nel peggiore dei casi potrebbe scattare la decadenza dell’Assegno di inclusione laddove un miglioramento della condizione reddituale o patrimoniale avvenuta nel 2022 possa aver comportato la perdita dei requisiti per l’accesso alla misura.

C’è poi il rischio di un ricalcolo dell’importo: un aumento per coloro che nel 2023 hanno subito un peggioramento della situazione reddituale, un taglio per chi viceversa ha goduto di un miglioramento non tale da comportare la perdita dei requisiti per l’accesso alla misura.

In ogni caso è possibile recuperare, e aumentare l’importo dell’Assegno di inclusione, ricorrendo all’Isee corrente (sempre se ne sussistono le condizioni).

Iscriviti a Money.it