Arriva la cedola sul BTP Valore di febbraio. Ma l’attesa del mercato è su un altro guadagno

Stefano Vozza

25 Novembre 2025 - 16:46

Oltre agli interessi le obbligazioni fanno guadagnare grazie ai movimenti dei prezzi sul mercato. Vediamo come e quando

Arriva la cedola sul BTP Valore di febbraio. Ma l’attesa del mercato è su un altro guadagno

Dopo la 6° cedola sul BTP Valore 2030 pagata dal Tesoro il 14 del mese è tempo di incassi per i titolari di altri bond della stessa famiglia di titoli. Del resto la cadenza trimestrale dello stacco rende alquanto frequente e ravvicinato l’appuntamento debitore-creditore. Fa eccezione il solo BTP Valore ’27, la prima serie in assoluto, che ancora paga gli interessi ogni 6 mesi come per la generalità dei BTP.

Premesso ciò, arriva la cedola sul BTP Valore di febbraio ma l’attesa del mercato è su un altro guadagno. Procediamo con ordine e vediamo di cosa stiamo parlando.

Il BTP Più 2033 a tassi fissi e crescenti

Dal 17 al 21 febbraio ‘25 il Tesoro ha collocato il BTP Più, sempre della famiglia dei Valore, con data regolamento 25/02/’25 e rimborso al 25/02/’33. È la durata più lunga tra tutte quelle ad oggi proposte per i Valore, per cui più esposto al rischio di mercato. Proprio per ottemperare a questo “svantaggio” il titolo ha una pro che gli altri Valore non hanno. A chi terrà il prodotto in portafoglio fino alla fine del 4° anno il Tesoro offrirà l’opzione di rimborso anticipato di tutto o parte il capitale investito inizialmente. Si tratta di un diritto riservato ai soli titolari dell’ISIN speciale di collocamento IT0005634792, distinto dall’attuale ordinario IT0005634800.

Vanta un flottante di 14.905,67 mln di € grazie ai 451.831 contratti complessivi iniziali, ed è plausibile credere che molti di essi siano ancora in piedi. Lo zoccolo duro di queste emissioni è nei cassettisti che comprano in principio e tengono fino al termine, salvo il caso di:

  • sopraggiunte necessità di cassa che portano a liquidare gli attivi, tutti o in parte a seconda dei casi e con criteri alquanto personali;
  • voglia di cogliere altre opportunità di investimento e quindi di switchare da un prodotto a un altro seguendo certe strategie operative;
  • sfiducia o timori vari circa lo stato di salute dell’emittente o dell’asset in sé.

Flusso cedolare e trend dei prezzi sul MOT

Su questo prestito l’emittente paga tassi fissi del 2,85% annuo lordo per il 1°, 2°, 3° e 4° anno di vita, cioè lo 0,7125% semestrale. Nel 2° step quadriennale il tasso su base annua è del 3,70%, lo 0,925% lordo ogni 6 mesi in ossequio alla progressione crescente di tutti i bond Valore. Quanto alle date di stacco, esse sono quelle del 25 maggio, il 25 agosto, il 25 novembre e il 25 febbraio, per cui in queste ore è già visibile in conto il rateo dell’ultimo trimestre.

Ora, se l’opzione call rimessa nelle mani del creditore è sicuramente un pro, un contro è che l’obbligazione non prevede nessun premio fedeltà finale. È come se l’emittente avesse bilanciato un pro con un contro lasciando poi all’investitore la decisione finale se aderire o meno all’offerta.

Oggi tuttavia il titolo prezza sui 100,41 centesimi per un rendimento effettivo lordo a scadenza del 3,27% (dati: Borsa Italiana). Ancora, il minimo e il massimo dei primi 9 mesi di vita sono stati a 99,03 (a marzo) e a 101,05 (a luglio).
Si tratta del titolo con le quotazioni cresciute meno sul mercato secondario rispetto agli altri titoli della stessa specie. Giusto per avere dei raffronti, il Valore Gn27 (4 anni in origine) quota 102,6 mentre il Valore Sc Oct28 (5 anni in origine) 105,25. Ancora, il Valore Sc Mz30 e il Valore Sc Mg30 (entrambi 6 anni in origine) prezzano, nell’ordine, 103,87 e 103,76. Invece anche l’ultimo arrivato a ottobre, il BTP Valore Sc Ot32 (7 anni in origine) passa di mano a 100,45, quasi agli stessi prezzi del Più.

Arriva la cedola sul BTP Valore di febbraio ma l’attesa del mercato è su un altro guadagno

Già, l’attesa di molti sottoscrittori della prima ora che hanno acquistato a 100 sta anche nell’apprezzamento dei corsi per almeno due ordini di ragioni:

  • in caso di sopraggiunte necessità di vendita del titolo un conto è liquidarlo sopra cento e altra cosa è farlo in perdita. Per essi, per esempio, oggi si tratterebbe di farlo in leggero guadagno, ma il margine del +0,4% non è così forte da far stare sereni per le settimane e i mesi a venire;
  • presterebbe il fianco a possibili valutazioni di “arbitraggio” tra i futuri prodotti in collocamento. Tipo: restare ancorati al bond fino al termine oppure passare ad altro strumento incassando la plusvalenza nel frattempo formatasi?

Difficile rispondere oggi ma di fondo ci sono almeno due valutazioni da fare e che spiegherebbero il perché i prezzi si muovono con il freno a mano. Una attiene alla sua durata complessiva, 8 anni, né tanti ma neanche pochi, l’altra (connessa alla prima) nella cedola del “solo” 2,85% p.a. del 1° quadriennio. Probabile, quindi, che trascorsi i primissimi anni di vita i corsi possano sganciarsi dal range 99-101 formato finora. Il lento approssimarsi del 2° step potrebbe fungere da catalizzare per gli acquisti, vuoi per la futura, maggiore cedola che per il contrarsi della vita residua.

Sarà un tutto da vedere e, fino al rimborso del 25/02/’33, nessun scenario è da escludere a priori. Nella peggiore delle ipotesi e/o nelle situazioni di incertezza più estrema ci sarà sempre il paracadute dell’uscita a 100 a metà percorso, ma solo per chi ha comprato in principio.

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