Aria condizionata al lavoro, è obbligatoria? Ecco che temperatura impostare

Simone Micocci

3 Luglio 2025 - 13:31

In quali casi installare l’aria condizionata rappresenta un obbligo per l’azienda? Ecco le regole da seguire.

Aria condizionata al lavoro, è obbligatoria? Ecco che temperatura impostare

È caldo record in Italia e l’aria condizionata sembra spesso l’unico modo per godere di un po’ di refrigerio, sia a casa sia al lavoro. Ma non tutti gli uffici ne sono dotati, tanto che molti lavoratori si stanno interrogando sulla possibilità che disporre di aria condizionata rappresenti un loro diritto, nonché un vero e proprio obbligo per l’azienda.

È davvero così? Tra nuovi protocolli e regole per affrontare il troppo caldo sul lavoro, ci si chiede quali siano gli obblighi per le aziende e, allo stesso tempo, quali siano le norme per una corretta convivenza in ufficio visto che potrebbero esserci colleghi contrari all’aria condizionata o che ritengono la temperatura impostata troppo bassa o troppo alta.

Come vedremo, per quanto il datore di lavoro debba garantire un luogo di lavoro salubre, non è detto che sia sempre obbligato a installare o comunque ad accendere un impianto di climatizzazione. Tuttavia, in alcuni casi il condizionatore diventa necessario per rispettare le norme sulla sicurezza e la salute dei lavoratori.

È importante quindi conoscere le regole in materia di utilizzo dell’aria condizionata sul posto di lavoro, sia per evitare discussioni tra colleghi che per capire quando la mancanza di climatizzazione può rappresentare una violazione delle norme.

L’utilizzo dei climatizzatori, infatti, rientra a pieno titolo nelle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, disciplinate dal Testo Unico sulla sicurezza (d.lgs. n. 81 del 2008). È proprio qui che bisogna guardare per capire se e quando l’aria condizionata sia un diritto del lavoratore, oltre a scoprire ogni quanto va fatta la manutenzione e qual è la temperatura ideale per lavorare senza rischi per la salute o tensioni tra colleghi.

Quando l’aria condizionata in ufficio è obbligatoria

Se c’è troppo caldo il datore di lavoro ha l’obbligo di fare il possibile per mettere il dipendente nella condizione di poter svolgere le proprie mansioni senza rischiare la salute. Altrimenti questo potrebbe persino rifiutarsi di lavorare, mantenendo il diritto allo stipendio.

A tal proposito, tale obbligo rientra nel concetto di microclima, nella parte in cui viene stabilito che per tutte le attività lavorative che si svolgono in luoghi al chiuso bisogna garantire aria salubre in quantità sufficiente, tenendo soprattutto conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali vengono sottoposti i dipendenti.

Ciò significa che bisognerà intervenire con impianti di areazione e climatizzazione laddove non sia possibile assicurare aria salubre a sufficienza con le aperture naturali (con le finestre quindi).

L’obbligo del condizionatore in ufficio, dunque, va valutato caso per caso: è essenziale infatti che in ogni locale ci sia una temperatura adeguata, tenendo in considerazione anche il grado di umidità. Bisognerà assicurarsi che negli ambienti di lavoro non ci siano condizioni tali da poter comportare un rischio di stress termico ai dipendenti e se aprire le finestre non dovesse risultare sufficiente per raggiungere tale obiettivo bisognerà per forza dotarsi di un impianto di climatizzazione.

La giusta temperatura in ufficio

Potrebbe succedere, però, che negli uffici con l’aria condizionata sorgano delle liti tra colleghi per quanto riguarda la giusta temperatura da mantenere nell’ambiente.

A tal proposito ci viene in soccorso il decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013, nel quale viene specificato che in estate la temperatura sul luogo di lavoro dotato di aria condizionata non deve scendere al di sotto dei 26 gradi, con una tolleranza di 2 unità (con la possibilità di scendere fino a 24 gradi in caso di necessità).

In inverno, invece, per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili la temperatura non deve superare i 18 gradi, mentre per tutti gli altri è di 20 gradi (e in entrambi i casi ci sono 2 gradi di tolleranza).

È poi consigliato - ma in questo caso dall’Oms - di evitare uno sbalzo termico eccessivo che potrebbe essere pericoloso per la salute: secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, non dovrebbe esserci una differenza superiore ai 7 gradi tra la temperatura interna e quella esterna.

I consigli dell’Inail per un corretto utilizzo

Anche l’Inail è intervenuto nel dare alcuni consigli per evitare che un errato utilizzo dell’aria condizionata in ufficio possa comportare rischi alla salute dei lavoratori. Utilizzo che “non può prescindere da una corretta installazione, una puntuale manutenzione e soprattutto una corretta gestione”.

Ad esempio, bisogna scegliere il giusto collocamento per il montaggio, individuando la migliore posizione che permetta un buon rimescolamento dell’aria, senza che gli occupanti siano colpiti da flussi d’aria troppo veloci. Nessun lavoratore, quindi, dovrebbe essere sotto il getto diretto dell’aria condizionata.

Il tutto senza prescindere dalle periodiche operazioni di pulizia e manutenzione degli impianti. Il condizionatore, infatti, può raccogliere sporco e incentivare il proliferare di batteri che grazie al sistema di areazione verrebbero rapidamente rimessi nell’ambiente. Ecco perché una sanificazione costante è essenziale, oltre a una manutenzione almeno annuale (tenendo conto che le tempistiche possono variare a seconda dell’impianto e quindi è sempre opportuno consultare chi lo ha installato per avere un’idea chiara di ogni quanto bisognerà sottoporlo a manutenzione).

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