Anticipo TFS e TFR dipendenti pubblici, occhio alla data del 1° agosto: cosa può succedere

Simone Micocci

27 Luglio 2023 - 16:34

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Anticipo Tfs e Tfr dipendenti pubblici, attesa per gli esiti Inps: possono arrivare già dalla prossima settimana?

Anticipo TFS e TFR dipendenti pubblici, occhio alla data del 1° agosto: cosa può succedere

Si avvicina per i dipendenti pubblici la data del 1° agosto 2023, quando dall’Inps dovrebbero arrivare le prime bozze di proposta contrattuale per quanto riguarda la domanda di anticipo della liquidazione (Tfs o Tfr a seconda dei casi) con tasso agevolato.

Una possibilità annunciato dall’Inps in pompa magna, in quanto avrebbe permesso ai dipendenti pubblici di ottenere tutto o una parte del Tfs-Tfr maturato con largo anticipo rispetto alle tempistiche solitamente previste (che tra l’altro di recente sono state riconosciute come incostituzionali) e con un tasso d’interesse molto più basso rispetto a quello previsto dalle banche.

Le domande sono state inviate a partire dal 1° febbraio scorso, per quello che potrebbe essere stato un vero e proprio click day visto che le limitate risorse a disposizione (300 milioni di euro) saranno assegnate in base all’ordine cronologico di presentazione.

Tuttavia, a oggi lo strumento non sembra essere partito visto che secondo le testimonianze raccolte dalla redazione di Money.it non sono ancora arrivati i primi esiti.

Anticipo del Tfs e Tfr dipendenti pubblici, perché è importante la data del 1 agosto?

Quello che doveva essere uno strumento nato per anticipare l’erogazione della liquidazione di fine rapporto per i dipendenti pubblici (che ricordiamo in alcuni casi devono aspettare più di 2 anni per ricevere la prima tranche da 50 mila euro) rischia a suo tempo di generare ulteriore attesa.

Dopo la fase di raccolta delle domande - ancora in corso, ma molto probabilmente i 300 milioni di euro a disposizione sono già esauriti - il silenzio: da parte dell’Inps, infatti, non sono ancora arrivati i primi esiti della richiesta.

Intendiamoci, nulla di strano visto che l’Inps sta agendo secondo normativa. Come confermato dall’Istituto stesso, infatti, il termine per la definizione del procedimento è fissato in 180 giorni. Termine che quindi scadrà il 1 agosto 2023, quando ci aspettiamo che l’Inps inizierà a inviare gli esiti perlomeno per le domande inviate il 1° febbraio scorso.

Il termine dei 180 giorni d’altronde è indicato come limite massimo, quindi si poteva anche immaginare che l’Inps impiegasse meno tempo per rispondere visto che questa agevolazione nasce proprio per anticipare le tempistiche di liquidazione del Tfr-Tfs.

Il rischio invece, visti anche gli altri passaggi richiesti dalla procedura, è che l’anticipo sarà per meno tempo di quello che si poteva immaginare.

Cosa succede dopo il 1° agosto?

A partire dalla prossima settimana l’Inps - che nel frattempo si prevede abbia completato la fase di controllo preliminare - dovrebbe iniziare a inviare la comunicazione con la quale verrà presentata la bozza di proposta contrattuale.

A questo punto la parola passa all’interessato, il quale avrà 30 giorni di tempo per decidere se accettare o meno la proposta. Dopodiché, decorso questo termine senza alcuna risposta, la domanda si considera annullata.

Chi invece accetta la proposta e ne dà conferma attraverso l’apposita sezione sul portale MyInps dovrà attendere i nuovi controlli dell’Inps, al termine dei quali l’Istituto comunicherà all’interessato la possibilità di formalizzare il contratto di anticipazione. E solo una volta firmato si saprà se il via libera è definitivo, ovvero se ci sono sufficienti risorse per ricevere quanto richiesto. Quindi, laddove la presa d’atto dovesse essere negativa il contratto non produrrà effetti, mentre in caso di disponibilità parziale il contratto sarà valido per la minor somma disponibile.

La sensazione, quindi, è che prima di ricevere i primi accrediti ci vorrà ancora del tempo, almeno fino all’autunno. E nel frattempo sarà compito del governo Meloni pensare a una soluzione affinché d’ora in avanti le tempistiche di pagamento del Tfs-Tfr per i dipendenti pubblici vengano equiparate a quelle del settore privato, come espressamente richiesto dalla Corte Costituzionale.

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