L’Associazione Nazionale dei Commercialisti lancia l’allarme, se vengono approvate le nuove norme sulle compensazioni fiscali, le imprese rischiano crisi di liquidità.
Allarme imprese: l’Associazione Nazionale dei Commercialisti chiede la revisione della Legge di Bilancio 2026 per evitare la perdita di liquidità per pagare le tasse.
L’Associazione Nazionale dei Commercialisti lancia l’allarme, la stretta alle compensazioni fiscali mette a dura prova la liquidità delle imprese che rischiano di non riuscire a pagare le tasse.
Ecco cosa sta succedendo e quali sono i rischi per le imprese se viene approvata la Legge di Bilancio 2026.
Allarme imprese per il taglio alle compensazioni fiscali
Il Governo da tempo sta cercando di arginare alla fonte l’evasione fiscale e l’indebito uso delle compensazioni fiscali. Per fare questo è intervenuto con la Legge di Bilancio 2025 che ha introdotto dal luglio 2025 limiti alle compensazioni fiscali in caso di debiti con il Fisco superiori a 100.000 euro.
Interviene nuovamente con la Legge di Bilancio 2026 con una nuova decisa stretta alle compensazioni fiscali. A questo punto la reazione dell Associazione Nazionale dei Commercialisti non si è fatta attendere. Ha denunciato il rischio di mancanza di liquidità per le imprese che potrebbero non riuscire a pagare le tasse.
L’articolo 26 della Legge di Bilancio 2026 introduce un divieto generalizzato di utilizzo in compensazione con F24 dei crediti d’imposta agevolativi con i debiti previdenziali e assicurativi. In poche parole, con le somme a disposizione nel cassetto fiscale non si possono pagare i contributi INPS e INAIL a partire dal 1° luglio 2026.
Si ricorda che oltre questo divieto, la Legge di Bilancio 2026 riduce a 50.000 la soglia di debiti fiscali che precludono la possibilità di accesso alle compensazioni fiscali.
Imprese in difficoltà, non possono pagare tasse e contributi
L’Associazione Nazionale dei Commercialisti con un comunicato lancia un appello sottolineando che le nuove norme, se approvate in modo definitivo, andranno a colpire indistintamente
i crediti d’imposta legittimi, penalizzando imprese e professionisti corretti, in contraddizione con la finalità della stessa norma. In particolare la norma impatterà sui crediti d’imposta quali ad esempio per investimenti Industria 4.0, Transizione 5.0, Ricerca e Sviluppo ecc… di fatto vanificando anche questi interventi a sostegno dell’economia del Paese.
Marco Cuchel, Presidente ANC sostiene che la compensazione fiscale è uno strumento fisiologico di equilibrio finanziario e non un privilegio. Trasformare la compensazione fiscale in uno strumento di sospetto punisce chi rispetta le regole. Per le imprese le nuove norme potrebbero avere un effetto devastante causando, minore efficienza diffusa, maggiore incertezza e difficoltà nella programmazione e gestione del futuro imprenditoriale.
Il Presidente ANC chiede, quindi, una revisione delle norme in modo da ripristinare l’equilibrio.
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