Vincent Brousseau, ex economista alla BCE, commenta le parole di Mario Draghi e chiarisce l’urgenza di uscire dall’Euro.
Le ultime dichiarazioni di Mario Draghi, che riguardo i debiti Target2, fanno riflettere Vincent Brousseau, ex economista BCE, che interpreta le parole come un allarme. Il presidente della BCE ha infatti chiarito che, per i paesi che vorranno uscire dall’euro, sarà obbligatorio saldare i propri debiti relativi alla bilancia dei pagamenti e poi procedere con l’uscita dall’eurozona.
I debiti contratti dai paesi periferici sono delle mancanze reali di denaro, che però gli stati non sono in grado di restituire. La questione si fa sempre più spinosa e per tali ragioni Draghi ne ritorna a parlare.
Difatti le paure sono per tutti le stesse: in caso l’Italia uscisse dall’unione monetaria, chi pagherà i suoi debiti saranno i paesi rimasti nell’euro.
L’abbandono dell’euro del Belpaese porterebbe degli ammanchi non indifferenti nelle casse dei vari paesi e delle ripercussioni da non sottovalutare. Per questo Vincent Brousseau si augura che la Francia esca dall’unione monetaria prima dell’Italia, così da non doversi far carico dei debiti del paese.
Vincent Brousseau commenta le mosse di Draghi
Avevamo già trattato le dichiarazioni di Draghi rilasciate in merito al debito di più di 350 miliardi nei confronti dell’Unione europea, a tornare sull’argomento Brousseau.
Vincent Brousseau è stato per 15 anni uno degli economisti della BCE a Francoforte ed ora è responsabile dell’UPR per riportare la Francia alla moneta nazionale. Qualche giorno fa l’economista ha commentato, dal sito ufficiale dell’UPR, le dichiarazione chi Draghi ha rilasciato nei giorni scorsi.
Tutto prende avvio da una lettera che il presidente della BCE ha inviato a due parlamentari italiani. Nella lettera si possono leggere tre paragrafi, ma solo l’ultimo è interessante per la nostra trattazione: quello in cui scrive dei saldi Target2.
In questa sezione dello scritto si legge appunto che prima di uscire dalla moneta unica la posizione di credito o debito verso la banca centrale europea dovrà essere regolarizzata.
Vincent Brousseau fa notare come l’Italia dovrebbe pagare mezzo trilione di euro, che dovrebbe essere versato alla BCE nella valuta corrente dell’Eurozona e quindi in euro.
Facendo un rapido calcolo Brousseau mette in luce che servirebbero un miliardo di banconote da 500 euro, la metà di quelle che sono in circolazione nel mondo.
Un debito che in sostanza è impossibile da restituire e che all’uscita del paese dall’unione monetaria si dovranno distribuire i paesi che sono rimasti nell’eurozona.
Il conto di Draghi infatti prende in esame non solo i saldi Target2, ma anche le banconote emesse nel periodo di permanenza.
Brousseau mostra come i giornalisti si siano concentrati solo sul saldo Target2 senza capire davvero ciò che Draghi intendesse. Difatti il presidente della BCE voleva dire che nel momento in cui la nazione esce dall’unione monetaria diventa debitrice verso la BCE per i biglietti stampati negli anni.
Se così non fosse si parlerebbe di un vero e proprio regalo nei confronti dello stato che ha lasciato l’euro.
Solo in questo modo inoltre i conti sarebbero corretti:
- più di 350 miliardi per il premio Target2;
- 150 miliardi per le banconote stampate e delle quali ora è in debito.
Una cifra impossibile (pur volendo) da restituire soprattutto perché i cittadini tenderebbero a tesaurizzare l’euro dal momento che la Lira si svaluterebbe. La Banca d’Italia potrebbe quindi recuperare solo una parte dei soldi in circolazione e tentare di estinguere il debito.
In un rapporto del 2011 anche la Bundesbank metteva in luce questa problematica, mostrando come con l’uscita di un paese dalla moneta unica i debiti sarebbero ricaduti sulle nazioni rimanenti.
In questo caso si avrebbe una diminuzione dei crediti Target per la BCE, con conseguente ricaduta su tutti gli stati dell’eurozona.
Cosa succede se l’Italia esce dall’euro?
Vincent Brousseau ipotizza uno scenario futuro in cui l’Italia decide di uscire dall’unione monetaria, lasciando così mezzo trilione di debiti alle nazioni che permangono nella moneta unica.
Non vi è possibilità che la Banca d’Italia riesca a restituire questi soldi, dal momento che non è dilazionabile il pagamento.
Si capisce perfettamente dalle parole di Draghi che i debiti con la BCE si devono estinguere prima di uscire dall’euro. Lo stato una volta uscito dall’eurozona non può avere un conto aperto con la banca centrale europea.
La Banca d’Italia non pagherà il debito, dal momento che non è possibile da restituire, così gli altri paesi lo ammortizzeranno.
La Francia ad esempio prenderà, dice Brousseau, 100 miliardi di euro di debito non suo e saranno poi i cittadini francesi a farne le spese. La conclusione a cui arriva l’economista francese è quindi molto semplice: la Francia deve uscire dall’euro prima dell’Italia.
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