Vaccino obbligatorio dal prossimo autunno: la proposta del CTS

Martino Grassi

20 Agosto 2021 - 10:36

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Per abbattere la letalità del coronavirus di dovrebbe introdurre l’obbligo vaccinale già a partire dal prossimo autunno. È questo il parere del professor Sergio Abrignani, membro del CTS.

Vaccino obbligatorio dal prossimo autunno: la proposta del CTS

Imporre l’obbligo vaccinale a partire dal prossimo autunno, è questa la proposta del professor Sergio Abrignani, immunologo dell’Università Statale di Milano e membro del Comitato Tecnico Scientifico (CTS), per limitare la letalità del Covid.

Secondo l’esperto, entro la fine dell’estate, sarà necessario vaccinare almeno il 75-80% della popolazione dato che da settembre ricomincerà la vita nelle città con migliaia di persone in uffici, scuole e mezzi pubblici.

Vaccino obbligatorio dal prossimo autunno: la proposta

“Proporrei l’obbligo vaccinale perché le malattie infettive le contieni quando vaccini tutti e lo abbiamo visto con la polio, il vaiolo e altre malattie”. Secondo l’esperto del CTS è questa l’unica soluzione per ridurre la letalità del virus, e sebbene non sia possibile sapere in anticipo cosa accadrà nei prossimi mesi, “grazie ai vaccini il numero di malati gravi di Covid e decessi sarà molto basso. Gli inglesi sono più avanti di noi di un paio di mesi nel piano vaccinale e i ricoveri e i decessi causati da Delta tra i vaccinati sono pochissimi”.

Uno degli aspetti che ad oggi desta maggiori preoccupazioni, spiega ancora Abrignani nel corso di un’intervista al Corriere della Sera, è il fatto che moltissimi over 50, ossia le persone maggiormente a rischio, ancora non si sono sottoposti alla vaccinazione:

“Dobbiamo cercare i 4 milioni e 200 mila italiani over 50 che a oggi non sono vaccinati neppure con una dose. Circa due milioni sono over 60, che più spesso finiscono in ospedale e in terapia intensiva. Ricordiamoci che un over 70 non vaccinato che si contagia ha un rischio di morte del 13%, tra i 60-69 anni questo rischio è al 4%, tra i 50 e i 59 anni allo 0,5%: in quest’ultimo caso vuol dire che nel complesso 1 su 200 non ce la fa”.

Si dovrà fare anche la terza dose?

Nelle ultime settimane si è acceso il dibattito sulla possibilità di dover fare anche una terza dose di vaccino e sebbene diversi Paesi abbiano già iniziato a somministrarla, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso la sua posizione contraria. Sulla questione l’esperto del Cts sembra non avere dubbi:

“È probabile che ci arriveremo. Un richiamo serve per prolungare la memoria ha chi ha risposto bene e per aumentare la protezione a chi risponde poco al vaccino. Si dovrà iniziare con gli immunocompromessi, per poi pensare ai 19 milioni di over 60, più suscettibili alla malattia grave”.

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