Vaccino Covid da positivi: quali pericoli?

Luna Luciano

6 Febbraio 2022 - 09:26

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È rischioso vaccinarsi mentre si è positivi al Covid? Sono in molti a porsi questa domanda, specialmente con l’aumento dei positivi asintomatici. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Vaccino Covid da positivi: quali pericoli?

Aumentano gli asintomatici a causa della variante Omicron. Cresce quindi potenzialmente il numero delle persone che potrebbero essersi sottoposte al vaccino, avendo già contratto inconsapevolmente il virus. A causa del dilagare della variante Omicron, infatti, la positività asintomatica è una condizione che riguarda sempre più persone e gli interrogativi dilagano.

Oltre a preoccuparsi della possibilità di contagio all’interno degli Hub vaccinali e della meno efficacia del vaccino, è inevitabile che sorgano dubbi e preoccupazioni: è pericoloso vaccinarsi mentre si è positivi?

La risposta è una sola ed è “no”. A risolvere i nodi della questione è stato il professor Mauro Minelli, immunologo e responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata, che ha cercato di fornire nuove risposte ai nuovi (e vecchi) dubbi sulla questione “vaccino anti-Covid”. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Vaccino Covid da positivi: è pericoloso?

Ricevere una delle tre dosi del vaccino mentre si è positivi al Covid non è pericoloso. È stata questa la risposta dell’immunologo Mauro Minelli, che ha voluto rassicurare le persone che in questi giorni si sono preoccupati per questa eventualità.

A causa del diffondersi della variante Omicron, infatti, sono aumentati gli asintomatici in Italia, e nel resto del mondo. Molti quindi i positivi inconsapevoli, perché privi di sintomi o paucisintomatici, che presentano sintomi talmente leggeri da non accorgersi di aver contratto il virus, con la possibilità che questi si presentino presso gli hub vaccinali per ricevere la dose del vaccino.

Non ci sono ragioni di preoccupazione per chi dovesse ricevere il vaccino non sapendo di essere positivo al virus, in quanto non sono descritte, né sono concettualmente immaginabili, particolari controindicazioni a tale condizione

Sono queste le parole con cui Minelli ha spiegato all’Huffingtonpost che non si corre alcun rischio per la propria salute se ci si vaccina da positivi. Diverso però è il discorso per chi ha sintomi e ha avuto diagnosi di positività al Covid-19. In quel caso infatti opportuno rimandare il vaccino, sottoponendosi all’isolamento, per tutelare chi è presente negli hub. Infatti l’unico rischio di farsi il vaccino da positivi è quello di contagiare gli operatori sanitari o altri pazienti.

Vaccino da positivi: il Covid interferisce con il vaccino?

Un altro dubbio sempre più diffuso è se, in caso di positività, il Covid interferisca o infici l’efficacia del vaccino, compromettendo l’immunità al virus. Anche in questo caso si può tirare un sospiro di sollievo: la positività non interferisce con il vaccino.

Anzi, l’immunità naturale potrebbe essere addirittura potenziare quella vaccinale. Anche in questo caso la spiegazione è stata fornita da Minelli, che ha poi specificato che, in generale, le caratteristiche individuali riferite ai singoli casi possono “fare la differenza nella risposta dell’organismo al Sars-CoV-2 e nell’efficacia con cui i vaccini riescono a esercitare la loro azione”.

Innanzitutto bisogna quindi considerare quale variante abbia causato l’infezione. Poi sarebbe necessario valutare la robustezza strutturale e funzionale del sistema immunitario della persona che ha ricevuto la dose. “Anche la composizione quali-quantitava del microbiota intestinale può giocare un ruolo fondamentale nella difesa nei confronti del Covid-19” ha aggiunto l’immunologo, spiegando che sono quindi diversi i fattori che possono influire sulla risposta del sistema immunitario. Un altro dato che bisogna considerare è quello degli effetti che l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico possono avere sull’organismo:

Diversi studi internazionali hanno evidenziato come biossido di azoto e particolato ultrasottile Pm 2.5 inducano l’organismo a una specifica azione difensiva tramite un recettore chiamato Ace 2, al quale si lega proprio la proteina Spike del coronavirus per entrare nelle cellule umane e distruggerle. A un più alto tasso di questi inquinanti corrisponde, quindi, una maggiore patogenicità di Sars-CoV-2.

È infatti per questo motivo che durante la prima ondata la Pianura Padana è risultato essere il territorio con più morti di tutta Europa. Successivamente al lockdown, con la conseguente diminuzione di emissioni per via dello stop sociale e lavorativo, la situazione è sensibilmente migliorata.

Vaccino: e se si contrae il Covid nei 14 giorni dopo la dose?

Ultimo dubbio a cui è importante trovare risposta è il seguente: cosa accade se si contrae il virus nei 14 giorni successivi alla prima o seconda dose? Infatti è risaputo ormai che per essere sicuri di essere immunizzati è necessario attendere due settimane dalla somministrazione del vaccino.

Anche in questo caso non accade nulla di grave, come ha rassicurato infine Minelli. Infatti l’esperto ha spiegato che la risposta immunitaria inizia il suo “cammino” già dal quarto/quinto giorno successivo alla somministrazione. In questo modo anche chi contragga il Covid nei giorni immediatamente successivi al vaccino “non andrà incontro a una sintomatologia importante”. Il paziente avrebbe già sviluppato un “piccolo serbatoio anticorpale” che contrasterebbe gli effetti più gravi del Covid.

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