La partita si giocherà alle prossime elezioni europee 2014. Secondo le previsioni, da tutta Europa, potrebbero entrare il Parlamento diverse forze anti europeiste e anti euro allo scopo di disinnescare dall’interno la moneta unica.
In Italia il dibattito sull’euro si fa sempre più acceso, cavalcando l’onda della crisi economica addossata alla moneta unica e in vista della tornata elettorale europea. Fare propaganda anti-euro funziona e sono tanti i partiti che salgono sul carro dei vincitori, o presunti tali.
Nel Belpaese il tema sta avvicinando due partiti che si pongono all’opposizione del governo Renzi: il Movimento 5 Stelle, e la Lega Nord. Ma il matrimonio tra le due forze che spingono verso l’uscita dall’euro sembra essere già pieno di intoppi. Da una parte infatti il leghista Salvini, invita Grillo al dialogo al fine di trovare un terreno comune di battaglia, ma dall’altra accusa il movimento di cavalcare l’onda anti-euro sulla scia di quanto fatto finora dalla Lega nord, da sempre in prima linea per l’uscita dall’euro.
Grillo: il referendum anti euro
In occasione del sopralluogo a Milano nell’ara dell’Expo 2015, Grillo parla dell’uscita dall’euro. "Le elezioni europee le vinceremo in modo assoluto - assicura Grillo - e poi andrò io dalla Merkel e la guarderò negli occhi. Questa è una comunità non è più un movimento e anche la Comunità europea deve tornare ad essere una comunità e si deve chiamare Comunità Europea come era all’inizio e non Unione Europea".
Grillo parla delle elezioni europee di maggio come di una grande opportunità per l’Italia di decidere se uscire o meno dall’euro. L’obiettivo di Grillo è quello di vincere le elezioni di maggio e, quindi assicurarsi il sostegno e la forza politica, per andare in Europa a ricontrattare vincoli e trattati. "O l’Europa ci permetterà di cambiare le regole a partire dalla condivisione del debito oppure faremo un bel referendum sulla sovranità monetaria e decideranno gli italiani se uscire dall’euro".
Grilo sostanzialmente chiede all’Europa tre cose: mettere in comune il debito degli stati, togliere il fiscal compact e il pareggio di bilancio. Se queste richieste non saranno esaudite dai vertici europei il Movimento 5 Stelle proporrà un referendum tra gli italiani, per permettere ai cittadini di decidere se continuare ad usare la moneta unica oppure uscire dall’euro.
Salvini: la rottamazione dell’euro
Da una parte il segretario della Lega nord Matteo Salvini, apre al dialogo con il Movimento 5 Stelle per fare della battaglia anti-euro un fronte comune. Dall’altra però accusa Grillo di "copiare" i temi che la lega cerca di portare all’attenzione di tutti da anni, soltanto per fare propaganda elettorale.
"Adesso sono tutti antieuro, a parole, noi - sottolinea Salvini - lo siamo nei fatti. Ci davano per matti quando dicevamo che questo euro ci avrebbe massacrati e se altri arrivano, dopo vent’anni, sulle posizioni della Lega, Grillo compreso, benvenuti. Dimostrino però dopo le parole i fatti. Temo che si tratti solo di campagna elettorale".
Nonostante le perplessità sulla tempistica della battaglia per l’uscita dall’euro del Movimento 5 Stelle, Salvini apre le porte a Grillo: "Incontrerei volentieri Grillo per parlare di euro e lanciare con lui una sfida sui progetti. Grillo parla di un referendum che però la costituzione impedisce - spiega Salvini - noi, invece, sosteniamo senza se e senza ma, che è venuto il momento della rottamazione dell’euro. Io incontrerei volentieri Grillo per mettere le carte in tavola".
E il segretario della Lega nord conclude: "La posizione della Lega è chiara: no euro perchè fuori dall’euro riparte il lavoro, riparte la speranza. Se tutti ora sembrano inseguire la Lega, anche Grillo - osserva Salvini - vuol dire che la Lega ha ragione. Se ci copiano, vuol dire che le nostre idee sul federalismo, sull’immigrazione, sull’Europa, sono positive".
Elezioni europee alle porte
Le prossime elezioni europee si preannunciano movimentate e di fondamentale importanza. E’ la prima volta, che una tornata elettorale europea, si svolge in un clima così manifestamente anti-euro e anti-Europa.
Nel 2002 quando la moneta unica ha fatto il suo ingresso sul mercato sostituendo le monete nazionali, c’era già chi era critico nei suoi confronti. Ma si trattava di voci sporadiche, sottotono e totalmente escluse dalle istituzioni e dall’informazione. Adesso, più di 10 anni dopo, dare un giudizio oggettivo sulla moneta unica potrebbe essere fuorviante visto la profonda crisi che da due anni attanaglia il paese.
Per qualcuno l’euro ha salvato l’Italia e altri paesi in difficoltà dal default, per altri invece è stata proprio l’introduzione della moneta unica, con tutte le sue implicazioni a condurre alcuni paesi sull’orlo del baratro. Ciò che è certo al momento è che il panorama e il contesto nel quale ci apprestiamo a votare per elezioni europee è completamente diverso. Gli argini intorno al tema dell’uscita dall’euro si sono rotti, ciò che anni fa soltanto qualche audace economista diceva sottovoce adesso è gridato da politici e cittadini nelle piazze. L’adesione totale e incondizionata alla moneta unica, è venuta meno, le battaglie per l’uscita dall’euro sono entrate nelle istituzioni e sono spesso sulle prime pagine dei giornali.
Le prossime elezioni europee sono molto importanti da questo punto di vista. La campagna martellante anti-euro si sta sostituendo al suo sostegno indiscusso. I cittadini sono chiamati a fare scelte importanti per il proprio futuro, per le quali sarebbe meglio trovare il tempo di soffermarsi a riflettere, al fine di esprimere il proprio voto in maniera ponderata, senza farsi trascinare né dal cieco sostegno alla moneta unica, né dalla foga propagandistica per l’uscita dall’euro.
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