Esistono due approcci di base per stabilizzare la nostra pessima economia.
- Il primo approccio si chiama "austerità".
La logica di questo approccio si basa sulla teoria che la nostra economia sia pessima perché il nostro governo sta spendendo più di quanto incassa e che il disavanzo risultante crei "incertezza". Una volta che questo deficit spending sarà ridotto, secondo quanto dice questa teoria, ciò farà sparire l’incertezza, e la fiducia tornerà. E poi la nostra economia sarà in grado di riprendersi sul serio.
- Il secondo approccio si chiama "stimolo".
La logica di questo approccio si basa sulla teoria che la nostra economia sia pessima, perché i consumatori sono disoccupati e hanno pochi soldi da spendere. Dato che i consumatori hanno pochi soldi da spendere, continua la teoria, il governo dovrebbe prendere in mano il gioco, e spendere in deficit fino a quando la disoccupazione non cala e i consumatori hanno più soldi da spendere. Questa spesa pubblica, in altre parole, manterrà attiva la circolazione del sangue finché il paziente non sarà nuovamente sano.
Qual è l’approccio migliore?
Cinque anni fa, gli economisti sono stati bloccati in un acceso dibattito su quale approccio fosse il migliore: austerità o stimolo.
Per fortuna, si è trovata la risposta.
L’approccio "stimolo" è il migliore.
Importante sottolineare che la questione non è stata risolta solo teoricamente ma anche empiricamente.
Nel 2008-2009, si ricorderà, gli Stati Uniti e l’Europa sono entrati in una profonda recessione.
In risposta, gli Stati Uniti hanno cercato lo "stimolo".
L’Europa, nel frattempo - e più in particolare il Regno Unito - ha cercato l’"austerità".
Sappiamo quanto l’"austerità" abbia funzionato bene nell’Europa meridionale. Il crollo dell’economia greca, e la debolezza in corso in Italia, Spagna e in gran parte del resto della zona euro, mostra chiaramente che non si può tagliare la strada verso la prosperità.
Quello che forse non si sa è quanto poco l’"austerità" abbia funzionato per l’economia europea che forse è più simile alla nostra: il Regno Unito.
Il grafico di Krugman
L’economista Paul Krugman qualche giorno fa ha pubblicato un grafico che ci ricorda quanto bene abbia funzionato.
La linea rossa nel grafico seguente mostra il progresso dell’economia degli Stati Uniti nel corso degli ultimi cinque anni. Gli Stati Uniti, come ricorderete, hanno scelto lo stimolo in risposta alla crisi. E, oggi, l’economia degli Stati Uniti è significativamente più grande di quanto non fosse prima della recessione.
La linea blu nel grafico, nel frattempo, è l’economia britannica. Il Regno Unito, come ricorderete, ha cercato l’"austerità", come metodo per aggiustare la sua economia. L’economia britannica è andata molto male negli ultimi anni, ed è ancora più in crisi di quanto non fosse prima della crisi.
Questo grafico dovrebbe far riflettere tutti coloro che credono ancora che il modo per rilanciare la nostra economia oggi sia quello di tagliare la spesa pubblica.
Purtroppo, negli ultimi cinque anni, i due approcci sono stati "politicizzati", il che significa che le persone che li sostengono non mettono mai in discussione il loro modo di pensare.
E questo è un peccato.
Perché ciò significa che, mentre ogni squadra politica cerca di segnare punti politici leggendo dal gobbo elettronico del proprio partito, il resto di noi deve soffrire per un’economia a pezzi.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio |
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