Giornata importante quella di oggi. Oltre alle decisioni della BCE sui tassi d’interesse (rimasti nuovamente invariati), hanno preso il via poche ore fa i negoziati sul bilancio pluriennale europeo e la situazione non si prospetta rosea.
"Non siamo sicuri di arrivare ad un accordo. Le posizioni sono ancora lontane"
Queste le parole di Angela Merkel al suo arrivo nella sede del vertice sul budget 2014-2020. La cancelliera tedesca ha comunque ribadito l’importanza di un accordo, da stipulare in tempi brevi, per superare il momento di crisi dell’Eurozona:
"In tempi di incertezza economica e alta disoccupazione è di grande importanza da un lato poter pianificare e spendere soldi attentamente, ma dall’altro che ci sia solidarietà tra i paesi contributori netti e quelli riceventi".
Le indiscrezioni sulla bozza
Stando alle notizie circolate nelle ultime ore, il Presidente del Consiglio UE, Herman Van Rompuy, vorrebbe presentare una proposta in grado di soddisfare le varie parti, esponendola ai leader durante il vertice adesso in corso.
Secondo le indiscrezioni la bozza prevedrebbe tagli per oltre 40 miliardi di euro, di cui circa 13 per gli impegni e 30 per i pagamenti.
A risentire dei tagli saranno soprattutto le infrastrutture. Gli investimenti scenderanno infatti da 40 a 20 miliardi.
In calo anche il budget destinato all’occupazione giovanile che si assesta sui 5-6 miliardi di euro.
In generale gli investimenti futuri dovrebbero scendere a circa 950 miliardi, mentre per le spese effettive sono previsti 900 – 905 miliardi.
Hollande e la posizione francese
Il Presidente francese Francois Hollande ha dichiarato di essere disponibile al compromesso, sottolineando però che:
“se qualcuno non è ragionevole cercherò, ma solo fino a un certo punto, di farlo ragionare".
Fondamentali per la Francia le scelte sulla politica agricola, ma anche quelle sui rimborsi. Importante sarà fare chiarezza sul perché “essi vengano dati ad alcuni e non altri, sicuramente non alla Francia”.
Il no di Cameron
“ A Bruxelles oggi si parla di quello che l’Ue può spendere nei prossimi sette anni e francamente l’Ue non può essere immune dalle pressioni che abbiamo avuto per ridurre le spese, per finanze più efficienti e per assicurare che il denaro venga speso più saggiamente".
Chiara quindi la posizione del Primo Ministro inglese David Cameron che lascia intravedere quanto l’accordo sia difficile da raggiungere entro la mezzanotte di oggi:
"Le proposte di novembre sono troppo alte e devono scendere, se non scenderanno non ci sarà alcun accordo".
Repubblica Ceca pronta al veto
La Repubblica Ceca si dice pronta a porre il veto sul bilancio pluriennale attualmente in discussione.
Ad annunciarlo è il Primo Ministro Petr Necas, le cui parole non hanno bisogno di troppe spiegazioni:
"Sono venuto a Bruxelles con un mandato forte e inequivocabile da parte del governo ceco. Troviamo questa proposta inaccettabile e siamo pronti a usare il diritto di veto. Noi vogliamo un bilancio europeo più ridotto e moderno, un bilancio che sia onesto per la Repubblica Ceca. Non vogliamo privilegi ma questa proposta non è equa per noi".
Insomma, arenato tra chi vorrebbe una riduzione del bilancio e chi invece auspica ulteriori manovre a sostegno dell’economia, l’accordo appare quanto mai lontano nonostante gli sforzi della cancelliera tedesca, ma anche di Mario Monti che stamattina aveva auspicato un’intesa sul bilancio in nome di una maggiore crescita ed equità.
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