Turchia: l’inflazione fa paura, la banca centrale non muove i tassi

Violetta Silvestri

17 Febbraio 2022 - 15:17

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La banca centrale turca ha deciso di lasciare fermo il tasso di riferimento per il secondo mese consecutivo. L’impennata dell’inflazione ha bloccato il taglio dei tassi voluto da Erdogan.

Turchia: l’inflazione fa paura, la banca centrale non muove i tassi

La banca centrale turca ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento per il secondo mese consecutivo.

La decisione, attesa dalla maggioranza degli economisti, è arrivata dopo che il governo del presidente Erdogan è stato costretto a prendere atto di un’inflazione giunta a livelli da record, sfiorando il 50%.

Di seguito i dettagli sulla politica monetaria della banca centrale in Turchia.

La Turchia ferma i tassi: cosa aspettarsi?

Il Comitato di politica monetaria della Turchia ha mantenuto il tasso repo a una settimana al 14% come da attese.

L’inflazione turca è salita al 48,7% il mese scorso, spingendo il rendimento della nazione (aggiustato all’inflazione) a quasi il -35% e rendendolo il più basso di gran lunga tra i mercati emergenti (come chiarito nel grafico elaborato da Bloomberg):

Tassi delle banche centrali al netto dell'inflazione Tassi delle banche centrali al netto dell’inflazione

La banca centrale turca ha dichiarato che la sua revisione completa del quadro politico è stata condotta con l’obiettivo di incoraggiare la “liralizzazione permanente” in tutti i suoi strumenti politici. Nella nota di commento alla decisione ha anche precisato:

“Il Comitato prevede che un processo di disinflazione inizi sulla scia delle misure adottate e perseguite con decisione per la sostenibilità dei prezzi e la stabilità finanziaria”

I prezzi al consumo a livello annuale sono il grande problema turco, visto che hanno registrato un balzo mai visto negli ultimi 20 anni. I rendimenti reali in territorio profondamente negativo sono una bandiera rossa per gli investitori e rappresentano vulnerabilità per la lira.

Dopo aver ridotto il tasso di riferimento di 500 punti base da settembre al 14%, la banca aveva segnalato che avrebbe interrotto il ciclo di allentamento per monitorare l’impatto.

Da segnalare che l’aumento del costo della vita sta minando il sostegno politico di Erdogan in vista delle elezioni nazionali del 2023.

Lo scenario internazionale, inoltre, con la guerra ucraina alle porte che colpisce il mercato energetico, non aiuta lo Stato turco, importatore di combustibili.

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