Le incertezze sul voto del Congresso USA sull’Obamacare spaventa Wall Street. Il mercato teme che Trump non riesca ad implementare la sua agenda di riforme.
Aggiornamento: Donald Trump ha fallito l’esame, al Congresso i repubblicani hanno ritirato il progetto di legge con la nuova riforma sanitaria proposta dal magnate, facendo così fallire la cancellazione dell’Obamacare.
Perché il voto sulla riforma dell’Obamacare è così importante e impatta così tanto sui mercati?
Le ragioni sono semplici: la riforma dell’Obamacare è stata durante i mesi di campagna elettorale il cavallo di battaglia di Trump. La prima di una lunga serie di riforme promesse dall’outsider Repubblicano per accaparrarsi i voti della fascia sociale bianca medio-alta, storicamente contraria al dirigismo espansivo di matrice Democratica.
Inoltre, con la promessa di una così coraggiosa riforma Trump è stato capace di attirare a sé il consenso dei mercati, che fino alla contrazione di martedì 22 marzo gli hanno riconosciuto un enorme credito morale facendo correre Wall Street come non accadeva da tempo.
La divisione in seno al Partito Repubblicano e il rischio che la riforma dell’Obamacare non passi preoccupa molti i mercati, generalmente timorosi dell’indecisione politica. Trump al momento non è padrone del suo partito è i principali obiettivi di riforma in agenda sono osteggiati da molti membri del Partito Repubblicano.
I negoziati tra Donald Trump e l’ala più oltranzista del Partito Repubblicano composta dai deputati del Freedom Caucus (F.C) appaiano insanabili tanto da spingere Trump a dichiarare che il Partito Repubblicano si trova all’ultima spiaggia per votare la riforma dell’Obamacare. La versione della riforma sanitaria presentata da Paul Ryan, speaker della Camera, non convince i coriacei conservatori del F.C che l’hanno definita un “Obamacare light”.
Riforma dell’Obamacare: quale impatto sui mercati?
Fin dal principio una delle principali prerogative politiche di Trump è stata quella di riformare l’Obamacare, la storica riforma sanitaria di Obama giudicata dispendiosa e scandalosamente dirigistica dai Repubblicani.
Battendo forte su questo tasto, Trump è riuscito ad accaparrarsi la fiducia di una ricca porzione di elettorato bianco storicamente contrario agli interventi dello Stato federale nell’economia - interventi tacciati di far aumentare troppo le tasse.
Anche i mercati hanno fin dal principio salutato positivamente la “riforma della riforma” proposta da Trump. In linea di massima, abolendo l’Obamacare per come lo si conosce, l’amministrazione Trump riporterebbe la sanità in quella landa liberista gestita dalle regole della competizione senza vincoli.
Il fatto che al momento il Partito Repubblicano si trovi diviso sul come procedere rappresenta per i mercati un segno di chiara debolezza dell’amministrazione Trump. Una debolezza che Wall Street ha metabolizzato con la sonora contrazione del 22 marzo scorso. Finora Wall Street è andata alla grande anche perché era forte la fiducia nei confronti dell’agenda Trump.
Ora che invece si sono palesate non poche difficoltà, tra cui l’ultima sortita del Freedom Caucus - l’ala più oltranzista del Grand Old Party, storicamente ultra-liberista - indisponibile a votare la riforma dell’Obamacare voluta da Trump e Paul Ryan, il mercato teme che tutta questa incertezza leda il business incidendo negativamente sul trend rialzista degli ultimi mesi.
Anche in quest’ultima settimana i mercati hanno sofferto dell’incertezza politica e del mancato accordo in seno al Partito Repubblicano. I rendimenti dei Treasures a 10 anni si sono alzati portandosi al 2.41%.
Il Dollaro, d’altro canto, ha registrato forti oscillazioni. Come ha ricordato Bloomberg, la settimana del 20 marzo è stata senza ombra di dubbio una delle più turbolente dai tempi delle ultime elezioni USA.
Il tempo del credito morale concesso dai mercati a Trump sembra arrivato al tramonto.
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