Trump come in un film: “Siamo il bene contro il male, l’Iran ha paura di noi…”

Alessandro Cipolla

20/09/2017

Per la prima volta Donald Trump ha parlato all’Assemblea generale dell’Onu: “Se la Corea del Nord continuerà a provocarci, la distruggeremo…”

Trump come in un film: “Siamo il bene contro il male, l’Iran ha paura di noi…”

Il debutto di Donald Trump all’Assemblea generale delle Nazioni Unite è stato come ci si aspettava, ovvero un lungo elogio di quanto fatto finora alla guida degli Stati Uniti e una decisa condanna a tutti gli “stati canaglia”.

Ne ha per tutti Trump al suo debutto al Palazzo di Vetro di Manhattan, dove il Presidente americano per un momento accantona i problemi interni derivanti dal Russiagate e illustra la sua visione sullo stato attuale della politica internazionale.

Dividendo il mondo in buoni e cattivi, Donald Trump attacca l’Iran accusata di nascondere un governatore violento sotto le spoglie della democrazia ma anche la Corea del Nord, minacciata di distruzione se continuerà con le sue provocazioni militari.

Quanto al terrorismo il tycoon parla di importanti risultati ottenuti contro l’Isis, rilanciando quindi la presenza militare americana nelle zone più calde come Afghanistan, Siria e Iraq, paese in cui l’imminente Referendum per l’indipendenza del Kurdistan potrebbe ulteriormente destabilizzare tutto il Medio Oriente.

Donald Trump, show all’Onu

Come si era intuito fin dall’inizio della sua campagna elettorale, il gergo politichese non appartiene proprio al modus di esprimersi di Donald Trump. Nella sua usuale maniera molto diretta, il Presidente ha parlato per 41 minuti alla 72° Assemblea generale delle Nazioni Uniti davanti ai suoi colleghi degli altri 191 paesi membri.

Chi si aspettava un discorso duro e pepato non è rimasto deluso. Dopo aver illustrato come sotto la sua guida gli Stati Uniti stiano crescendo sia sotto il profilo economico che occupazionale, il tycoon ha mandato un serio avvertimento a Kim Jong-un.

Se la Corea del Nord continuerà a provocarci, non avremo altra scelta che distruggerla, se i giusti non affronteranno i ’pochi cattivi’ che minacciano la pace nel mondo, sarà il male a trionfare.

Per Trump quindi la Corea del Nord è il “flagello degli stati canaglia”, ribadendo come sia oltraggioso che ci siano paesi che sostengano Pyongyang, anche se poi ha ringraziato Cina e Russia per aver avallato le ultime sanzioni decise dall’Onu.

Se le parole verso la Corea del Nord sono state senza dubbio di fuoco, sperando che rimangano sempre solo espressioni e non fatti, altrettanto dure sono state le esternazioni dell’inquilino della casa Bianca verso l’Iran.

Oltre al potere militare enorme degli Usa, ci teme, ha paura di noi, per questo il governo ha eliminato internet, per questo non consente le proteste studentesche. Ma noi non possiamo accettare i regimi. Mi appello affinché gli ostaggi, chi è lì contro il suo volere, sia immediatamente rilasciato. L’Iran sotto la democrazia nasconde un governatore violento. Uno stato canaglia che esporta violenza, sangue e caos.

Il processo di disgelo quindi portato avanti da Obama sembrerebbe essere ormai un lontano ricordo dopo l’avvento di Trump. Con l’Isis ormai sul punto di collassare, questo duro attacco all’Iran non preannuncia nulla di buono per quanto riguardo ciò che avverrà in Siria una volta destituito lo Stato Islamico.

Il bene contro il male

Come si trattasse di un film hollywoodiano oppure di un cartone Giapponese, per Donald Trump quindi gli Stati Uniti rappresentano il bene impegnato in una lotta senza confini per sconfiggere il male, ovvero gli “stati canaglia”.

Secondo il tycoon infatti “se i giusti non affronteranno i pochi cattivi che minacciano la pace nel mondo, sarà il male a trionfare”. Parole queste con ogni probabilità più adatte a un cliché sulle frasi dette dalle aspiranti reginette di bellezza che al Presidente della più grande forza militare ed economica del mondo.

Per Trump quindi questa è una sorta di crociata per salvaguardare il mondo intero, anche se con la Corea del Nord si ha l’impressione che si stia scherzando con il fuoco. Gli ultimi test effettuati da Pyongyang infatti hanno, purtroppo, confermato come il regime di Kim Jong-un ormai sia diventato una potenza nucleare, capace anche di poter colpire il territorio degli Stati Uniti.

Per far trionfare “il bene sul male”, difficile che Trump possa decidere di scatenare una guerra nucleare, quindi Washington volente o nolente con la Corea del Nord dovrà trattare, altrimenti la crisi non avrà mai soluzione.

Diversa invece è la situazione per quanto riguarda l’Iran. Se con Teheran il discorso nucleare per fortuna è stato archiviato, la situazione sempre più che critica in Medio Oriente non promette nulla di buono.

Attaccare in maniera così dura l’Iran in qualche modo vuol dire mandare un messaggio anche alla Russia, visto che i due paesi sono da sempre alleati di ferro. In mezzo poi c’è sempre la questione siriana, altra nazione più che amica di Mosca e Teheran.

Una volta sconfitto il califfato in maniera inevitabile si riaprirà lo scontro tra i ribelli siriani, appoggiati dagli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, contro il regime di Assad da sempre sostenuto da Russia e Iran.

Per evitare pericolose escalation militari, così come anche in Corea del Nord, servirà un lungo lavoro diplomatico e non frasi degne di Hollywood visto che, dopo quasi un anno di presidenza, la differenza tra realtà e finzione Trump dovrebbe ormai averla compresa.

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