Tokyo svaluta lo Yen, Berlino s’infuria. Al via guerra mondiale dei cambi?

Vittoria Patanè

23/01/2013

Tokyo svaluta lo Yen, Berlino s’infuria. Al via guerra mondiale dei cambi?

La decisione della Bank of Japan di allentare la pressione su inflazione e valuta fa infuriare Berlino che minaccia ritorsioni.
Jens Weidmann infatti, grande capo della Bundesbank, vede la svalutazione dello yen come “un’oscura minaccia” che potrebbe ripercuotersi sull’indipendenza e sull’autonomia delle banche centrali di tutto il mondo.

Si fa quindi sempre più probabile l’ipotesi di una guerra valutaria senza esclusione di colpi che potrebbe vanificare tutti gli sforzi messi in atto sino ad oggi per superare la grave crisi finanziaria planetaria.

I timori di Weidmann

Tokyo svaluta lo yen, Stati Uniti e Cina sotto sotto l’avevano già fatto con dollaro e yuan e l’Europa rischia di rimanere con un euro troppo forte e un export dimezzato.

La Bce non potrà chiudere gli occhi e rimanere ferma, come aveva fatto con la decisione della Federal Reserve americana, davanti alle scelte giapponesi.
La paura del capo della Bundesbank è quella che si instauri una folle competizione tra banche centrali volta a stimolare le varie economie nazionali. Tale competizione costringerebbe infatti la Bce a varare a sua volta un programma di allentamento valutario.
Errore enorme perché, pur risolvendo così alcuni problemi dell’eurozona, comporterebbe un drastico ridimensionamento al progetto di risanamento dei singoli paesi. Essi infatti potrebbero procrastinare ulteriormente quelle riforme strutturali e di bilancio che sono oggi considerate l’unico modo per porre delle solide basi alla crescita del continente.

Come se non bastasse, qualora gli interventi odierni non fossero sufficienti, il governo giapponese interverrà nuovamente sui tassi con l’”inflation targeting” di marzo/aprile. Il tutto a dispetto delle parole di Weidmann che continua a ripetere quanto sia pericolosa la politicizzazione dei tassi di cambio e come la politica monetaria debba mirare alla creazione di basi sane e solide e non sostituirsi ad esse.

Sarà una guerra mondiale?

In effetti stavolta Berlino potrebbe aver ragione. La BoJ e il governo guidato da Shinzo Abe hanno deciso di raggiungere una soglia del 2% di inflazione programmata, allo scopo di diminuire la deflazione che colpisce il paese. La banca si propone di acquistare titoli di stato nazionali in maniera illimitata e al contempo di immettere nel mercato maggiore liquidità.
Ma la Bce non può permettersi di fare lo stesso.

L’ipotesi di una guerra valutaria è ormai discussa da mesi e mesi. Dal 2008 ad oggi, cioè dall’inizio della crisi finanziaria che affligge il mondo, i vari governi del G-20 erano sempre riusciti a mantenere un equilibrio tra le varie valute, non riuscendo però a cancellare i dislivelli tra le grandi aree valutarie che si erano accumulati in precedenza. Dislivelli che oggi pesano sulle singole realtà nazionali, basti pensare agli attuali livelli record di disoccupazione che affliggono paesi come Stati Uniti ed Italia.

Quali saranno le conseguenze di tutto ciò? Se le varie banche centrali non riusciranno a trovare un accordo ed una politica comune il futuro dell’economia mondiale pare destinato ad una nuova crisi che, stavolta, potrebbe essere definitiva.

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