Tav, il Senato respinge la mozione dei 5 Stelle: cosa succede ora al governo?

Alessandro Cipolla

07/08/2019

07/08/2019 - 15:44

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Il Senato ha bocciato la mozione del Movimento 5 Stelle sulla Tav e approvato invece quelle dell’opposizione: per la Lega adesso ci possono essere conseguenze politiche, ma veramente il governo è a rischio crisi?

Tav, il Senato respinge la mozione dei 5 Stelle: cosa succede ora al governo?

Mai come in questa giornata di oggi per il Movimento 5 Stelle “a da passà ‘a nuttata”. La bocciatura (più che annunciata) da parte del Senato della mozione sullo stop alla Tav può avere infatti delle serie ripercussioni anche sul governo.

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C’è una questione politica - ha tuonato il leghista Massimiliano Romeo durante il suo intervento a Palazzo Madama prima del voto - Il Movimento 5 Stelle si assumerà la responsabilità”.

Parole queste che suonano come un antipasto di una crisi di governo proprio mentre anche il Senato si appresta ad andare in vacanza, la Camera invece ha chiuso i suoi battenti la scorsa settimana, con i 5 Stelle che sperano di attutire il colpo rimandando ogni discussione a settembre quando si riapriranno le Aule.

Ma il governo gialloverde rischia veramente la crisi? A sentire i toni della Lega sembrerebbe di sì, ma con ogni probabilità alla fine il Carroccio si “accontenterà” di un rimpasto di governo con il ministro Toninelli già con la valigia pronta.

Respinta la mozione 5 Stelle sulla Tav

Non ci sono stato colpi di scena al Senato durante le votazioni sulle sei mozioni riguardanti la Tav. Le due presentate dal Movimento 5 Stelle (ridiscussione dell’opera) e da Liberi e Uguali (stop all’opera) sono state bocciate, mentre le quattro a favore del progetto a firma dei vari restanti partiti di opposizione sono state approvate grazie al voto favorevole della Lega.

Adesso quindi non ci saranno più ostacoli per l’alta velocità tra Torino e Lione, con i lavori che potranno iniziare praticamente trent’anni dopo la presentazione del progetto iniziale della linea.

In teoria il via libera il governo lo aveva già dato a marzo quando è scattato il semaforo verde per la pubblicazione delle dichiarazioni di interesse. Dopo la presa di posizione anche del premier Conte a favore dell’opera, visto che ci sarebbero dei nuovi fondi provenienti dall’Europa per la realizzazione della Torino-Lione, la strada si è messa ulteriormente in discesa.

Quella del Movimento 5 Stelle di presentare una mozione al Senato è stata una mossa, visto la storica opposizione dei pentastellati alla Tav, fatta più per salvare la faccia che per convinzione.

Il voto a Palazzo Madama ha però evidenziato una spaccatura all’interno del governo e della maggioranza che, visto il clima ostile tra i due partiti negli ultimi tempi, potrà essere ora cavalcata dalla Lega per agitare lo spauracchio della crisi.

Cosa rischia il governo?

Anche se in politica come in amore non si può dare mai nulla per scontato, nella storia politica del nostro paese non si è mai vista una crisi di governo divampare ad agosto con il Parlamento ormai praticamente chiuso.

Questo però non vuol dire che non ci saranno ripercussioni per l’esecutivo. Visto che comunque non si potrà andare al voto prima del 2020, appare praticamente impossibile che a breve il Presidente Mattarella possa essere costretto a sciogliere le Camere.

Se Matteo Salvini dovesse decidere di far mancare la fiducia al premier Giuseppe Conte, lo scenario più plausibile sarebbe quello della formazione di una nuova maggioranza oppure di un governo tecnico.

Visto che il leader della Lega non ha nessuna intenzione di cercare di ricompattare il centrodestra cercando i parlamentari mancanti tra i vari transfughi “responsabili”, così come di mandare a Palazzo Chigi un tecnico alla Carlo Cottarelli, alla fine i gialloverdi andranno avanti fino ad anno nuovo.

A cambiare però potrebbe essere la squadra del premier Conte. Tenendo conto dei pessimi rapporti con Matteo Salvini e dello schiaffo ricevuto sulla Tav, in caso di rimpasto di governo senza dubbio è Danilo Toninelli quello più in bilico.

Al Carroccio comunque non dispiacerebbe anche veder cadere Elisabetta Trenta alla Difesa e Sergio Costa all’Ambiente, ma appare essere proprio il dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture il vero obiettivo della Lega.

Anche se non sarà una giornata semplice per il Movimento 5 Stelle, appare difficile che il governo possa andare in crisi nelle prossime ore mentre, a settembre, potrebbe essere inevitabile un rimpasto con Matteo Salvini pronto ad aumentare il proprio peso all’interno dell’esecutivo.

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