Tasse, ingorgo di scadenze a novembre 2021: dalle imposte alla pace fiscale, cosa si paga

Anna Maria D’Andrea

25 Ottobre 2021 - 15:57

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Tasse, scadenza il 30 novembre 2021 per il secondo acconto delle imposte sui redditi e per ben 12 rate della pace fiscale. Ingorgo di adempimenti per partite IVA e non solo.

Tasse, ingorgo di scadenze a novembre 2021: dalle imposte alla pace fiscale, cosa si paga

Novembre mese di tasse.

Se già a regime la fine del mese è caratterizzata dall’importante appuntamento con il secondo acconto delle imposte sui redditi, ad affollare il calendario dei versamenti dovuti entro il 30 novembre 2021 si aggiungono le 12 rate della pace fiscale.

Sia per le rate dovute originariamente nel 2020 che per quelle in scadenza nel 2021 l’appuntamento è fissato al 30 novembre, stessa data entro la quale sarà necessario pagare - senza possibilità di rateizzazione - il secondo acconto delle imposte relative alla dichiarazione dei redditi 2021.

Un ingorgo di versamenti che rischia di creare non poche difficoltà a famiglie e partite IVA.

Tasse, ingorgo di scadenze a novembre 2021: dalle imposte alla pace fiscale, cosa si paga

Non sarà possibile rateizzare i versamenti dovuti entro il 30 novembre 2021, sia in relazione alle imposte sui redditi che alla pace fiscale. Il pagamento dovrà essere effettuato integralmente, pena l’applicazione di sanzioni o la revoca dei benefici accordati in relazione alla definizione agevolata.

Il nuovo ingorgo fiscale di novembre è diretta conseguenza delle novità introdotte dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022, alle quali si aggiunge una “promessa mancata”, ossia consentire il pagamento a rate anche del secondo acconto delle imposte sui redditi.

Sulla possibilità di rateizzare le tasse di novembre si attendevano novità già dal 2021. La proposta di diluire il versamento era stata avanzata dalla Lega e da Italia Viva, ed aveva ottenuto lo scorso mese di giugno il placet dell’ISTAT.

Una misura finita nel dimenticatoio e che non figura neppure nei criteri indicati dalla legge delega sulla riforma fiscale, ma che avrebbe consentito ai titolari di partita IVA (e non solo) di chiudere l’anno in maniera meno “gravosa”, soprattutto alla luce di chiusure, restrizioni anti Covid e conseguenti problemi di liquidità per un’ampia categoria di contribuenti.

In assenza di novità resta però confermata la scadenza delle tasse del 30 novembre 2021. Partite IVA, dipendenti e pensionati dovranno versare il secondo acconto di IRPEF, imposte sostitutive, IRES e IRAP emerso in dichiarazione dei redditi.

Alle tasse sui redditi fanno compagnia le 12 rate della pace fiscale. Il 30 novembre 2021 è la nuova scadenza per il versamento delle quote di rottamazione, saldo e stralcio e definizione agevolata delle risorse UE relative al 2020 e al 2021.

Tasse, scadenza del 30 novembre 2021 vincolante per la pace fiscale

Occhi puntati sull’appuntamento con la pace fiscale di fine novembre, scadenza più importante del mese accanto al secondo acconto delle imposte sui redditi.

Il Decreto Fiscale n. 146/2021 ha previsto la riammissione nei termini per i contribuenti che hanno saltato l’appuntamento con le rate del 2020, secondo il nuovo calendario fissato dal decreto Sostegni bis.

Come indicato nel vademecum pubblicato dall’Agenzia delle Entrate Riscossione, sarà possibile regolarizzare la propria posizione entro il 30 novembre 2021, scadenza unica per il pagamento di tutte le rate dovute nel 2020 e di quelle del 2021.

Entro la scadenza del 30 novembre 2021 sarà quindi necessario pagare:

  • le rate della “Rottamazione-ter” e della “Definizione agevolata delle risorse UE” scadute il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2020 e 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2021;
  • le rate del “Saldo e stralcio” scadute il 31 marzo, 31 luglio del 2020 e 31 marzo, 31 luglio del 2021.

Sarà possibile applicare i 5 giorni di tolleranza e versare le somme dovute entro il termine ultimo del 6 dicembre, senza decadere dalla rottamazione e dal saldo e stralcio.

Qualche giorno in più che, in ogni caso, non cambia la sostanza: sarà un fine mese da incubo per i contribuenti.

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