Supplenze 2016/2017: le soluzioni del Governo per il problema delle cattedre vacanti

Chiara Ridolfi

8 Settembre 2016 - 10:10

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Le supplenze per l’anno 2016/2017 saranno ancora una volta il modo per il Ministero di occupare le cattedre rimaste senza assegnazione. I numeri sono piuttosto alti e il Governo sta cercando una soluzione per il prossimo anno scolastico.

Supplenze 2016/2017: le soluzioni del Governo per il problema delle cattedre vacanti

Le supplenze sembrano essere il solo modo per riuscire a risolvere i gravi problemi delle assunzioni nella scuola. Sono infatti rimaste vacanti molte cattedre e per l’anno scolastico che sta per iniziare i problemi verranno risolti ancora una volta con le convocazioni.
Supplenze annuali che ancora una volta andranno a coprire le cattedre che sono rimaste senza un insegnante.

Il settore scuola non è stato quindi rivoluzionato dalle nuove modalità di assunzione, dal momento che la chiamata diretta sembra esser stata un vero fallimento ad oggi. Le supplenze anche per quest’anno saranno quindi il modo per risolvere i problemi.
Il Governo sta al momento studiando delle possibili nuove pratiche per evitare che il prossimo anno si ripeta la stessa situazione.

Le supplenze non possono infatti essere un modo per risolvere le mancanze di assunzioni e il caos creatosi negli ultimi tempi. Il settore deve essere rivoluzionato e dal momento che non è stata efficace la chiamata diretta si dovrà passare ad altre modalità.
Vediamo di seguito le soluzioni ideate dal Governo per risolvere il così detto problemi di “supplentite” che è ormai la malattia dell’anno 2016/2017 per la scuola.

Supplenze 2016/2017: quali sono le proposte dell’Anief

La chiamata diretta, si deve ammettere, che è stata un vero e proprio fallimento, come anche il concorso, svoltosi in questi ultimi mesi. Il problema è stato non solo lo slittamento costante delle tempistiche, ma anche la lentezza con cui si sono svolte le pratiche di esame.
I docenti che dovevano essere assunti, tramite concorso, per l’anno 2016/2017 sono invece stati chiamati per delle semplici supplenze annuali.

Sia il concorso che la chiamata diretta non hanno quindi dato i propri frutti e sono diventati un nuovo modo di creare guai nella scuola. Il Governo al momento sta quindi pensando di mettere in ordine la questione affinando le tecniche della chiamata diretta.
Sono però 55 mila i posti che non sono stati assegnati e che dovranno diventare le nuove cattedre per i supplenti.

L’Anief chiede di risolvere la situazione inserendo in graduatoria anche gli abilitati, in modo da non trovarsi per il prossimo anno in condizione di questo tipo. Inserendo infatti anche coloro che non hanno superato il concorso, ma sono comunque abilitati si potrebbero colmare le lacune che si sono create nel settore scuola.

Oltre all’inserimento in GaE dei docenti con solo abilitazione l’Anief propone anche di sbloccare le cattedre vacanti per i professori di ruolo. In questo modo non si avrebbero problemi di organico e le problematiche potrebbero essere risolte.

L’anno 2016/2017 si apre nel peggiore dei modi, dal momento che le assunzioni avverranno anche ad anno iniziato.
Il caos è quindi dietro l’angolo e a farne le spese saranno, come in ogni occasione, gli studenti, che si troveranno in aula senza i docenti.

Supplenze 2016/2017: cosa non funziona nella scuola?

Il problema della scuola è sempre lo stesso: la disorganizzazione. Questo è il punto che maggiormente il Governo dovrà cercare di risolvere. L’anno scolastico 2016/2017 si apre con le nomine dei docenti a scuola già iniziata, con le cattedre vuote perché il Concorsone non ha dato buoni esiti e soprattutto senza un minimo di criterio nelle tempistiche.

Chiamata diretta, Concorso e cambi nelle modalità di supplenza sono modalità di assunzione iniziate tutte nello stesso periodo. Il Miur non è in grado di gestire una situazione di questo tipo in contemporanea, non può inoltre pensare di continuare a rimandare all’infinito l’uscita del terzo ciclo di Tfa.
Molti sono i docenti che attendono di abilitarsi, di poter cominciare il loro percorso nella scuola statale e di provare a partecipare al prossimo concorso per la scuola.

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