Strade Sicure dimenticate: niente soldi extra per i militari che vigilano sulla nostra sicurezza

Simone Micocci

16/07/2019

Operazione Strade Sicure: è scontro tra la Trenta e Salvini per le risorse extra necessarie per migliorare le condizioni di lavoro dei militari.

Strade Sicure dimenticate: niente soldi extra per i militari che vigilano sulla nostra sicurezza

Il futuro delle Forze Armate è ancora una volta argomento di discussione per il Governo: dopo la discussione tra Salvini e Fico in merito alla mancata approvazione di alcuni emendamenti del Decreto Sicurezza, questa volta lo scontro è tra il Ministro della Difesa - Elisabetta Trenta - e lo stesso Ministro dell’Interno.

In queste ore, infatti, la Trenta ha pubblicato un post sul proprio profilo Facebook lamentandosi per il rifiuto del Viminale in merito ad un emendamento che avrebbe riconosciuto più fondi a Strade Sicure, l’Operazione che vede l’impiego di un contingente di personale militare con funzioni di pubblica sicurezza per la tutela della sicurezza dei cittadini tramite servizi di vigilanza a siti ed obiettivi sensibili.

La missione, iniziata nell’agosto del 2008, ha raggiunto ottimi risultati: a tal proposito, però, non si può riconoscere che gran parte di questo merito va attribuita ai militari impiegati nell’Operazione Strade Sicure. Questi, infatti, lavorano in piedi - e senza pause - per almeno sei ore al giorno, senza contare che nel contempo indossano un pesante armamento, munizionamento ed equipaggiamento per un peso complessivo di circa 20 chilogrammi.

A tal proposito risale allo scorso anno l’iniziativa di 150 militari dell’Esercito che hanno inviato un atto di intimazione al Ministro della Difesa per chiedere condizioni di lavoro più “umane per coloro che sono impiegati nell’Operazione Strade Sicure.

Una richiesta accolta dal Ministro della Difesa Trenta che ha promesso di lavorare in questa direzione, migliorando le condizioni di lavoro e la parte economica. Obiettivi che però non sembrano essere raggiungibili, almeno per il momento, a causa del rifiuto del Viminale sull’emendamento al Decreto Sicurezza Bis presentato dal Ministro Trenta.

Più soldi a Strade Sicure: Elisabetta Trenta contro Salvini

Io i miei ragazzi non li lascio soli”: con queste parole inizia il post che Elisabetta Trenta ha pubblicato sul suo profilo Facebook in queste ore per chiedere una spiegazione al Ministero dell’Interno - guidato dal leader della Lega Matteo Salvini - in merito alla motivazione che ha portato al rifiuto dell’emendamento al Decreto Sicurezza Bis con il quale si puntava a dare più risorse economiche all’Operazione Strade Sicure.

Nel dettaglio, il Ministro della Difesa ha deciso di approfittare dell’occasione offerta dal Decreto Sicurezza per stanziare 7 milioni di euro e destinarli all’Operazione Strade Sicure. Soldi utili per migliorare le condizioni di lavoro dei “ragazzi che vigilano ogni giorno per la nostra sicurezza”, uomini e donne che meritano rispetto e che invece sono costretti a sottostare a “turni stancanti e pesanti”, senza contare che “solo una parte di straordinari gli sono riconosciuti”.

Questi soldi - di cui il Ministero della Difesa è già a disposizione - quindi, dovrebbero essere girati all’Operazione Strade Sicure così da riconoscere “a questi ragazzi quello che rappresenta un loro diritto”.

Il problema è che dal Viminale sembra essere arrivato un parere negativo a questo emendamento; una decisione che ha provocato il dissenso della Trenta che ha puntato direttamente il dito contro il Ministero dell’Interno. A tal proposito il Ministro della Difesa ha sbottato:

Ora voglio capire il perché. Lo esigo! Voglio capire se esistono figli e figliastri, visto che nemmeno due giorni fa ho sentito alzare la voce sulla presunta inammissibilità di altri emendamenti per i corpi di polizia civile, fortunatamente poi passati. Mi aspetto una risposta chiara. Io i miei ragazzi non li lascio soli. Io voglio una spiegazione a questa ingiustizia. Il Viminale spieghi!

Il Ministero dell’Interno si difende: “Ma di cosa parla?

Fonti interne al Ministero dell’Interno, però, sembrano rispedire al mittente le accuse che Elisabetta Trenta ha mosso nei loro confronti. La loro risposta - affidata alle pagine di Adnkronos - è stata di totale estraneità ai fatti:

“Non ci risulta nulla di tutto ciò”.

Insomma, come successo tra Salvini e Fico in merito agli emendamenti riguardanti Polizia di Stato e ai Vigili del Fuoco - poi approvati - anche questa volta è difficile sapere cosa è successo veramente.

A questo punto la speranza dei militari interessati, così come di chi scrive, è che anche questa volta le polemiche possano portare ad una conclusione favorevole della vicenda con l’approvazione dell’emendamento proposto dal Ministero della Difesa, così da poter migliorare la condizioni di chi è in servizio per Strade Sicure.

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