4 novembre in busta paga, cosa spetta? Non è un giorno festivo, ma neppure una giornata come le altre.
                                    
                                    
                                    
                                     
                                    
                                    
                                     
                                        
                                    
                                     
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    Quest’anno la giornata del 4 novembre assume ancora una volta un significato speciale. Ricorre oggi, infatti, la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, istituita proprio di recente per ricordare la fine della Prima guerra mondiale e per rendere omaggio a chi ogni giorno serve il Paese in uniforme.
Come accaduto negli ultimi anni, tuttavia, il 4 novembre non è un giorno festivo in senso stretto, tanto che si lavora regolarmente e le scuole restano aperte, per quanto in tutta Italia si tengano cerimonie e iniziative istituzionali per commemorare l’evento.
Questo non significa però che la data passi inosservata anche sul piano economico. In busta paga, infatti, il 4 novembre continua a essere riconosciuto come “ex festività”, cioè come giornata che dà diritto a permessi retribuiti o, in alternativa, a un vero e proprio bonus in busta paga se tali ore non vengono utilizzate.
Vediamo quindi cosa spetta ai lavoratori nel 2025, come funziona il trattamento del 4 novembre nei diversi contratti collettivi e in quali casi si può tradurre in un piccolo aumento in busta paga.
Cosa si festeggia il 4 novembre?
Il 4 novembre rappresenta una delle date più significative della storia italiana. È il giorno in cui, nel 1918, si concluse la Prima guerra mondiale con la firma dell’armistizio di Villa Giusti tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. L’atto sancì la fine del conflitto e il completamento del processo di unificazione nazionale, con l’annessione di Trento e Trieste al Regno d’Italia.
Per questo motivo, già nel 1919 il 4 novembre fu proclamato “Anniversario della vittoria”, e nel 1922 venne riconosciuto ufficialmente come festa nazionale. Con la nascita della Repubblica, la ricorrenza assunse un nuovo significato civile: divenne la “Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate”, dedicata al ricordo dei caduti e al ringraziamento verso chi difende la Patria in pace e in guerra.
Tuttavia, in un secondo momento la legge n. 937 del 27 maggio 1977, approvata in un’ottica di razionalizzazione del calendario, soppresse alcune festività civili - tra cui proprio il 4 novembre - mantenendone però la valenza simbolica e contrattuale: da allora, la giornata è considerata una ex festività, con effetti riconosciuti in busta paga sotto forma di permessi retribuiti.
Il 4 novembre è un giorno festivo?
Molti si chiedono se il 4 novembre sia tornato a essere un giorno festivo “rosso” sul calendario, ma la risposta è no. Pur essendo un giorno di grande valore simbolico e patriottico, la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate non comporta la chiusura di uffici, aziende o scuole.
Si lavora regolarmente, e anche le scuole restano aperte, sebbene molte di esse - nel rispetto dell’autonomia scolastica - abbiano scelto di organizzare iniziative e momenti di riflessione dedicati all’evento.
Nel provvedimento che disciplina la ricorrenza si legge infatti che il 4 novembre “le istituzioni nazionali, regionali e locali e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado possono promuovere e organizzare cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche, mostre fotografiche e testimonianze sui temi dell’Unità nazionale, della difesa della Patria e del ruolo delle Forze Armate nell’ordinamento della Repubblica, anche con riferimento alle specificità storiche e territoriali”.
Particolare attenzione è riservata agli studenti, affinché comprendano il significato di questa giornata e il ruolo che le Forze Armate svolgono ogni giorno per la collettività, in Italia e all’estero.
L’obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni sull’impegno delle Forze Armate nella tutela della pace, della sicurezza e nei contesti umanitari, come sottolineato dallo stesso testo ufficiale che richiama le attività “di protezione civile, di soccorso in caso di calamità naturali, di cooperazione internazionale e di contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata”.
Il 4 novembre in busta paga
Nonostante il 4 novembre non sia un giorno festivo, non bisogna comunque pensarlo come una giornata lavorativa come un’altra. Come visto sopra, infatti, inizialmente era considerata come un giorno di festa nazionale, fino a quando è entrata in vigore la legge n. 937 del 1977 con la quale sono state soppresse alcune festività, tra cui questa appunto.
Ma allo stesso tempo è stato stabilito che nelle giornate interessate il lavoratore matura comunque un giorno di permesso di cui godere in caso di necessità, demandando però la regolamentazione alla contrattazione collettiva.
Quindi, il 4 novembre in busta paga dà diritto, in quanto ex festività, generalmente a 8 ore di permessi retribuiti per il lavoratore il cui Ccnl lo preveda e nel caso in cui coincida con un giorno lavorativo. Per gli stessi permessi, qualora non vengano utilizzati dal lavoratore, spetta in busta paga il corrispettivo in denaro.
Ad esempio nel Ccnl Commercio, che è uno dei più applicati, si legge chiaramente che dai lavoratori vengono fruiti: “gruppi di 4 o di 8 ore di permesso individuale retribuito, in sostituzione delle 4 festività abolite dalla legge.”
Il lavoratore che faccia riferimento al Ccnl Commercio avrà diritto, in base a quanto abbiamo visto, nell’anno a 32 ore di permessi retribuiti per ex festività, 8 delle quali proprio in riferimento al 4 novembre.
Quando i permessi diventano un bonus in busta paga
Vediamo a questo punto cosa succede se il lavoratore decide di non fruire di queste ore in più di permessi retribuiti, 8 ore che corrispondono a una giornata lavorativa. A venirci in aiuto ancora una volta è il Ccnl Commercio nel quale si legge:
“I permessi non fruiti entro l’anno di maturazione decadranno e saranno pagati con la retribuzione di fatto, in atto al momento della scadenza, oppure potranno essere fruiti in epoca successiva e comunque non oltre il 30 giugno dell’anno successivo.”
Dunque se scadute perché non fruite nell’anno di maturazione le 8 ore di permesso del 4 novembre, come anche i permessi che fanno riferimento ad altre festività soppresse, verranno pagati con la retribuzione di fatto e solitamente nelle mensilità di dicembre o di gennaio dell’anno successivo.
In alternativa possono comunque essere utilizzati, ma non oltre il 30 giugno dell’anno successivo a quello di scadenza. Anche questa scadenza, avendo preso come riferimento il solo Ccnl Commercio, può variare per i lavoratori di altri settori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA