Spesometro 2014: all’indomani della scadenza per l’invio delle comunicazioni da parte di imprese e professionisti, c’è chi ha ancora dubbi su alcuni aspetti relativi a questo strumento. Ecco quindi le risposte alle domande più frequenti.
Spesometro 2014, ci sono ancora dubbi? Forse sì, e questo nonostante l’intenso lavoro di raccolta delle informazioni non sia ancora ufficialmente concluso: il Grande Fratello fiscale, infatti, ha tempo fino al prossimo 30 aprile per ottenere tutti i dati relativi alle transazioni pagate tramite moneta elettronica. Nel frattempo, proviamo a dare qualche risposta alle domande più frequenti dei contribuenti.
Che cos’è lo spesometro?
Con il termine spesometro intendiamo uno strumento nato nel 2010 e messo a disposizione dell’Agenzia delle Entrate, che permette di controllare le spese e il tenore di vita dei contribuenti, allo scopo di riscontrare eventuali incongruenze. Una banca dati in costante crescita: rispetto alle origini, infatti, le spese segnalate non sono più solo quelle superiori ai 25 mila euro.
Quali informazioni devono essere comunicate con lo spesometro?
- Tutte le operazioni rilevanti ai fini Iva, indipendentemente dall’importo. Per il 2013 si escludono i negozianti al dettaglio e le agenzie di viaggio, che potranno limitarsi a segnalare solo le fatture pari o superiori a 3600 euro;
- Operazioni non documentate da fattura, ma solo se di importo unitario pari o superiore ai 3600 euro;
- Le transazioni pagate mediante moneta elettronica (carte di debito, credito e prepagate) ma solo per acquisti d’importo pari o superiore ai 3600 euro. Informazioni che saranno comunicate, entro il prossimo 30 aprile, direttamente dalle società che emettono le sopra citate carte elettroniche.
Quali spese rimangono al di fuori dello spesometro?
Per evitare il sovraccarico di informazioni, non è necessario comunicare specifici dati al quale il Fisco può accedere in altri modi, come ad esempio atti e contratti registrati, utenze degli immobili e le importazioni ed esportazioni effettuate dalle imprese.
Come si effettua la comunicazione?
La comunicazione va effettuata per via telematica, attraverso i siti Entratel e Fisconline. Andranno indicati i dati anagrafici del contribuente che ha sostenuto l’acquisto, l’importo e la data della singola transazione e il codice fiscale dell’operatore commerciale presso il quale è stato effettuato il pagamento.
Che cosa rischiano i contribuenti?
Senz’altro si consiglia di prestare attenzione agli acquisti particolarmente costosi come automobili, gioielli o oggetti di lusso in generale. Se il tenore di vita non risultasse congruo con i redditi dichiarati, infatti, scattarà il controllo da parte del Fisco.
Chi sono i più controllati?
Occhio alle società di leasing e di noleggio: sono obbligate a comunicare ogni singolo contratto concluso, compresi tutti i dati anagrafici dei propri clienti. Anche le imprese agricole sono tenute ad aiutare il Fisco, e lo fanno fornendo l’elenco completo di clienti e fornitori.
Nell’attesa che scatti il termine ultimo del 30 aprile, quando davvero l’Agenzia delle Entrate conoscerà buona parte delle nostre spese, segnaliamo la nostra guida utile a ottenere informazioni o chiarimenti sulle istruzioni relative allo spesometro, e alle sanzioni previste per chi non adempiesse all’obbligo di comunicazione.
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