Scontro Biden-Putin: ritorno alla guerra fredda tra USA e Russia?

Riccardo Lozzi

18 Marzo 2021 - 11:53

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Con la dura accusa di Biden nei confronti di Putin, definito un assassino, e il ritiro dell’ambasciatore russo da Washington, sembra essere tornati a un clima di guerra fredda tra USA e Russia.

Scontro Biden-Putin: ritorno alla guerra fredda tra USA e Russia?

Con la frase di Joe Biden rilasciata all’emittente Abc in cui ha bollato Vladimir Putin come “un assassino” insieme alla promessa di “far pagare un caro prezzo” per l’intromissione alle elezioni americane del 2020, sembra essere tornati a un clima di guerra fredda tra Stati Uniti e Russia.

A molti l’accusa del presidente americano è apparsa come una riedizione della definizione di “impero del male”, pronunciata circa quarant’anni fa da Ronald Reagan, quando i rapporti tra le due potenze mondiali erano ai loro minimi storici.

Infatti, proprio come in quel periodo, le parole di Biden hanno fatto insorgere la classe politica russa, scatenando dure reazioni da parte di Mosca.

Dopo il ritiro dell’ambasciatore da Washington, il vicepresidente del Consiglio della Federazione Russa, ovvero la Camera Alta del Parlamento, ha minacciato nelle ultime ore dure conseguenze nel caso “gli Stati Uniti non forniscano a breve scuse o chiarimenti”. Sulla stessa linea il presidente della Duma, il quale ha dichiarato: “Gli attacchi a Putin sono attacchi a tutto il popolo russo”.

Ritorno alla guerra fredda tra USA e Russia?

Uno scenario impensabile solo qualche mese fa, quando alla Casa Bianca c’era Trump, probabilmente il presidente americano che ha avuto il maggiore feeling con Putin negli ultimi anni.

Proprio il rapporto tra The Donald e lo Zar sarebbe la causa di questo duro scontro in atto, avvenuto dopo la pubblicazione di un report che mostrerebbe come la Russia abbia provato a interferire durante le scorse elezioni presidenziali.

L’intelligence americana ha infatti rivelato che Mosca avrebbe provato a diffondere informazioni false e denigratorie nei confronti di Joe Biden, grazie anche alla complicità di funzionari dell’entourage di Donald Trump.

In questo modo, riporta il documento, si voleva sovvertire la democrazia americana, favorendo la rielezione di un alleato come il tycoon newyorkese, offrendogli delle fake news da utilizzare nella campagna elettorale del 2020.

In particolare, i russi avrebbero diffuso dei rumor per imputare a Biden e suo figlio Hunter di essere stati corrotti dal Governo ucraino. Un’accusa mai confermata dalle prove, ma diventata uno dei cavalli di battaglia di cui Trump si è servito per gettare fango sul suo avversario.

Non solo Putin, ecco chi sono i nemici di Biden

Con Biden, quindi, si assiste a una svolta della politica estera statunitense, in cui sono stati definiti nei primi due mesi dall’insediamento alla Studio Ovale i nemici della sua amministrazione a livello globale.

Tra questi rientrano, oltre alla Russia, il presidente cinese Xi Jinping, con cui secondo Joe Biden non è possibile trovare “neanche un briciolo di democrazia”, e il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, identificato come il mandante dell’omicidio Kashoggi.

Questa strategia rischia però di incrinare i rapporti tra Stati Uniti e Paesi europei, con l’UE che starebbe allacciando un dialogo con il Cremlino per distribuire il vaccino Sputnik V, visti i ritardi registrati finora nella campagna di distribuzione del farmaco anti-Covid all’interno del blocco comunitario.

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